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Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. Mt 1,16.18-21.24a

Oggi la Chiesa celebra il padre di Gesù, è la festa di tutti i padri, ma anche l’occasione per affidare a Giuseppe, patrono della Chiesa, di vegliare sulle nostre stanche comunità come ha saputo fare con la sua amata famiglia.

Giuseppe non riesce a prendere sonno, si gira e si rigira sul giaciglio, come fa la porta sui cardini, come dice argutamente la Scrittura (Pr 26,14). Ma, oltre alla profonda ferita di un amore tradito, Giuseppe deve affrontare l’incubo del futuro. Cosa deve fare? A norma di legge (Dt 22,21), Giuseppe deve svegliarsi e radunare altri uomini della comunità dicendo che quel bambino non è suo, e subito Maria sarà lapidata a morte. Per essere un buon credente e un devoto, deve uccidere Maria. Ma, grazie al cielo, quest’usanza non è più praticata, al tempo di Gesù. Giuseppe deve informare il rabbino del fattaccio e ripudiare la futura sposa, che rimarrà a casa dei propri genitori piena di vergogna, segnata per tutta la vita. E, a questo punto, succede l’incredibile. Giuseppe, che è un giusto, trova una soluzione. Mentirà. Dirà che si è stancato di Maria, la ripudierà, salvandole l’onore.

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