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In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Mt 8,5-11

Ogni anno, con l’avvento, ricominciamo il percorso che ci fa seguire, passo passo, la storia della salvezza, la manifestazione della salvezza in Gesù. Ma non è una noiosa lezione da mandare a memoria, bensì l’esperienza in cui tutti ci possiamo ritrovare. Non giochiamo a far finta che Gesù nasca. Chiediamo che nasca nei nostri cuori, che, ancora e ancora, venga ad abitare nelle nostre vite, nelle nostre storie. E il fatto che ogni anno, verso il mese di dicembre, di impegniamo in questo piccolo percorso in attesa del Natale, è dovuto al cambiamento che il tempo porta con sé. Io sono diverso dall’inizio di avvento dello scorso anno o di quello di cinque anni fa. Qui e ora ho bisogno di fare esperienza di quella salvezza che Dio continuamente mi propone, mi offre, mi dona. Il gesto del centurione, un pagano che si fida, che ha fiducia nel falegname diventato rabbino, ci viene proposto come modello: chiunque può accogliere la salvezza, chiunque può incontrare questo Dio che si rende accessibile. Accostiamoci anche noi a cristo per essere guariti nel profondo, per ritrovarci, ancora una volta, discepoli del Dio che viene.

2 Comments

  • Rosaria, 2 Dicembre 2019 @ 00:10 Reply

    Anche noi, come il servo del centurione, siamo dei paralizzati e le nostre gambe sono rese immobili dalle paure, dai dubbi, dagli errori, dalla tentazione dei sensi di colpa…. Siamo entrati nell’Avvento. Questo e’un tempo di grazia, il tempo dell’attesa e il tempo di metterci in movimento .Gesu vuole nascere in ciascuno di noi, vuole liberarci dalle nostre paralisi. Diamo a Lui la possibilita’di salvarci, di rialzarci, di essere presente nella nostra vita. Vale davvero la pena fare esperienza di un Natale in cui ci fidiamo e ci affidiamo completamente al Salvatore.

  • Carla, 2 Dicembre 2019 @ 17:30 Reply

    Avvento…un tempo per ricordarci della nostalgia di Dio che abita nel nostro cuore, una nostalgia troppo spesso zittita per conformismo, per paura, per non sentirsi ridicoli.
    Invece, come il centurione re-impariamo a gridare a Dio il nostro bisogno di Lui per poter essere guariti e fare festa

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