Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

E’ un fratello fra i fratelli che ha ricevuto un incarico particolare, un ministero, un carisma per l’utilità comune: quello di custodire con cura quanto ci è stato consegnato nel Vangelo e accolto dalla primitiva comunità cristiana unita ai primi discepoli, agli apostoli. Nel racconto dei Sinottici è Pietro ad avere avuto questo incarico di primo fra i pari. Dopo di lui i successori della chiesa di Roma, che lo vide morire confessando Cristo, hanno avuto lo stesso compito all’interno del (talvolta) impegnativo cammino della Chiesa incontro allo Sposo.

Così il vescovo di Roma, un padre, un papa, è stato per due millenni custode, in uni0ne agli altri vescovi, di quanto ricevuto dagli apostoli (una fede apostolica fondata sull’annuncio degli apostoli), e consegna (dal latino tradere, da cui tradizione) a sua volta quanto custodito, una Parola viva, in continua crescita, resa tale dallo Spirito Santo. Pietro non è chiamato a custodire in una cassaforte un gioiello ma a piantare il seme della Parola ricevuta, seme che ha germogliato in questi secoli secondo le necessità dei fratelli cristiani che a quel Vangelo si rivolgono. La tradizione non è un monolite ma un albero che cresce e porta frutto.

Ognuno di noi può costruirsi un proprio cristianesimo, fatto a immagine e somiglianza. Immaginarsi un Gesù più gradevole, o severo, fondare una propria fede. Ma quella che si inventa non è la fede apostolica cioè fondata sulla testimonianza di chi era presente, gli apostoli.

Pietro, perciò, e il suo successore, custodiscono la fede apostolica.

Chi mi dice che il modo che ho di far risuonare la Parola (si chiama esegesi spirituale, o narrativa) sia figlia della predicazione degli apostoli? Pietro. E chi garantisce a me e a voi che quello che interpretiamo del Vangelo sia in comunione con quanto predicato dai Dodici? Pietro.

A questo serve un Papa.

Perciò chi si definisce cattolico, che significa universale (Anche se purtroppo è il termine è diventato sinonimo di piccino auto-referenziale) accoglie il ministero del Papa, chiunque esso sia. Perché sa che il suo compito non è quello di piacere, ma di garantire.

Chi garantisce la cattolicità del Papa? I suoi fratelli nel ministero, i vescovi, che lo hanno eletto sostenuti dalla preghiera e dallo Spirito.

Ne consegue che:

  • rilasciare patentini di cattolicità ai papi
  • fare la classifica fra i papi di prima e quello di oggi
  • giocare a fare i teologi da tastiera rivelando la propria insipienza
  • credersi inviati da Dio a sanare le storture della Chiesa

è inopportuno, sgarbato, e, soprattutto, non cattolico.

Quindi: non mi risulta che Papa Francesco e, prima di lui, Papa Benedetto, Papa Giovanni Paolo, Papa Paolo, Papa Giovanni eccetera siano mai stati accusati dai vescovi che li hanno eletti di tradire il proprio mandato. Hanno tutti sempre fatto ciò che erano chiamati a fare. Con la loro esperienza, la loro profonda umanità, il loro cammino interiore.

Poi dissentire o argomentare sui loro stili pastorali, provenienza, carattere, battute è possibile, nel limite del buon gusto e del bon ton evangelico. Anche un papa ha diritto, come tutti i figli di Dio, ad avere il proprio temperamento con le sue luci e le sue ombre.

A chi non piaceva l’eccessivo protagonismo di Giovanni Paolo, o la timidezza intellettuale di Benedetto, o gli scarponi di Francesco, suggerisco di convertirsi al cattolicesimo.

Ciò detto: che infinita tristezza vedere il clima esacerbato delle tifoserie contagiare i cristiani. Su quanto di brutto, intollerabile, esecrabile sta accadendo nella Chiesa (pedofilia e abusi fin nelle più alte sfere) non c’è che da fare una cosa: pentimento e conversione. Ma di questo parleremo un’altra volta.

Per ora, per cortesia, torniamo ad essere cattolici.

(PS cercando in qualche modo di essere accogliente e dialogante, devo necessariamente pormi delle regole di rispetto della mia intelligenza. Un blog, una pagina social, sono luoghi di espressione di un’opinione, la mia. Si può non essere d’accordo, ovvio. E con garbo lo si può esprimere. Ma essere offensivi mai. Perciò mi attiverò ad invitare chi entra in casa mia a fare la pipì sul tappeto ad allontanarsi. Come mi sembra del tutto evidente che io desidero essere cattolico, accolgo con gratitudine ogni Papa, chiunque esso sia, da dovunque provenga, anche quando dice cose che non mi garbano. Mi fido dell’azione dello Spirito e del buon senso di chi lo ha eletto. Chiaro?)

3 Comments

  • sandro pavoncelli, 8 Settembre 2018 @ 19:48 Reply

    …..non c’è che da fare una cosa: silenzio e preghiera, oltre.
    Buona domenica.

  • Loretta Agarini Braschi, 9 Settembre 2018 @ 00:07 Reply

    si chiaro caro Paolo…conversione, silenzio e preghiera…stop… ti ringrazio anche per queste parole…

  • Federica, 9 Settembre 2018 @ 08:29 Reply

    Grazie Paolo, sono d’accordo con te!
    Il Papa oltre che essere il successore di Pietro è il Vicario di Cristo in terra.
    Pertanto, deve essere accolto, rispettato, amato, e soprattutto bisogna pregare incessantemente per Lui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbero interessare

La Chiesa

Scritto da  

Compassione

Scritto da  

Compassione

Scritto da  

Abbracci

Scritto da