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In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. 
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Mc 9,2-10

Nel cuore dell’estate saliamo sul Tabor, ammiriamo la bellezza di Dio. Perché solo la bellezza salverà il mondo. Un sei agosto Hiroshima venne rasa al suolo. Un sei agosto san Paolo VI incontrò il suo Cristo per sempre.

Siete già saliti sul Tabor nella vostra esperienza di fede? Dio ci dona – a volte – di assistere alla sua gloria. Raptim, diceva il grande Agostino. Fugacemente. Un momento di preghiera che ci ha coinvolto, una messa in cui siamo stati toccati dentro, una giornata in quota in mezzo alla neve con la bellezza della natura che diventa sinfonia e ci mozza il fiato. Attimo, barlumi, in cui sentiamo l’immenso che ci abita. E il sentimento diventa ambiguo: talmente grande da averne paura, talmente infinito da sentircene schiacciati, talmente immenso da restarne travolti. Dovremo forse ricuperare questo aspetto nella nostra vita cristiana, ripartire dalla bellezza. Le nostre periferie sono orrende, orrende le città, orribili le finte-vacanze che ci vengono proposte in mezzo a finti paesaggi immacolati. Orribile il linguaggio e le persone che ci raggiungono dal mondo della politica e dello spettacolo. Orribile la vita caotica e tesa che siamo costretti a vivere. Orribile il dolore che nasce quando l’amore esplode, quando il dolore che ci creiamo e alimentiamo, ci travolge. Abbiamo urgente bisogno di bellezza, della bellezza di Dio che è verità e bene e bontà.

1 Comment

  • Rafael, 6 Agosto 2018 @ 09:21 Reply

    Arriva il momento in cui ci rendiamo conto di non essere di questo mondo, il momento in cui vorremmo abitare per sempre il Tabor, ma ciò non è possibile. Subito dopo il Tabor c’è la Croce, ma dopo la Croce ci sarà la Risurrezione vera e definitiva.
    Il mondo non è orribile, siamo noi che non lo riconosciamo, così come il mondo non riconosce noi, perché non siamo del mondo.
    Eppure, Dio ha tanto amato il mondo da mandare Suo Figlio, e noi, ad imitazione del Padre, dobbiamo amare tanto il mondo da condurlo alla Conversione.
    Lo so, è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, ma con l’aiuto di Dio, tutto è possibile.
    Dio dice a ciascuno di noi: tu segna la rotta ed Io porterò il timone. Se i nostri progetti sono secondo la Volontà di Dio, andranno in porto.

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