Non posso fare a meno di sentire, sdraiato a prendere il sole in questa breve parentesi di mare estiva. Mi giungono le voci di un dialogo surreale dai miei vicini di ombrellone, una coppia anziana, lei con voce stridula e sgradevole, lui che riesce ad inserirsi a monosillabi.
Lei (alterata): “Ma insomma lo hai fatto o no quello che ti avevo chiesto?”
Lui: “…”
Lei (Più alterata): “Non ci si può mai fidare di te! Sei sempre il solito! Come faccio a correre sempre dietro ai tuoi sbagli!”
Lui: “…ma io…”
Lei (alzando la voce): “Non ti giustificare! SMETTILA! Riconosci che non te ne importa niente DI NOI!!!”
Lui: “…”
Silenzio greve. Arriva una terza persona. Voce giovanile, inflessione veneta, sento abbaiare un cane di piccola taglia.
Signora: “Ma che carinoooo, ma non lo avevo vistoooo, ma guarda un po’ che meraviglia!”
Lei (orgogliosa e melliflua): “Sì l’ho presa su internet, perché la Gegia è una meraviglia ma si stanca presto e sa, io non ho più l’età per portarla in braccio…”
Signora: “Eh sì, anche la mia, poverina, è vecchina e devo pensare di prendere anch’io una carrozzina come la sua… d’altronde, lo sa bene anche lei, con tutto il bene che ci vogliono hanno diritto a qualche vizietto…”
Lei (più orgogliosa e melliflua): “E quanto bene di danno, e affetto! Non saprei proprio come fare senza la mia Gegia che mi riempie la vita! Mi riempie di tenerezza ogni volta che la vedo”
Lui: “…”
Io: “…”
Vabbè.
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