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Saggio di fine anno un venerdì pomeriggio di fine maggio, orario di lezione, della terza media musicale di uno dei poli scolastici della mia città. C’è anche mio figlio e nonostante l’ora non proprio congeniale la sala di rappresentanza del Comune di Aosta, il salone Ducale, ospita una trentina di genitori, fratello e nonni.

I professori dei ragazzi li presentano: ognuno suonerà un pezzo che porterà all’esame. Sono tutti emozionati, nonostante lo sforzo di apparire ormai grandi e svezzati al pubblico.

Pianoforte, chitarra, violino, sassofono. Si alternano uno dopo l’altro, pezzi moderni e pezzi classici, alcuni decisamente impegnativi, altri più semplici. Complessivamente una bella performance, a parte qualche errore dettato dall’emozione.

Un’ora di spettacolo: la professoressa di pianoforte li presenta ad uno ad uno, applauso, inchino goffo, esecuzione, applauso, inchino goffo, uscita.

Volti tesi all’inizio, sollevati alla fine.

Mi lascio trasportare dalla musica, dalla bellezza del luogo, dai volti di questi ragazzi in maglietta bianca e jeans, per molti alla prima prova in pubblico.

La quasi totalità di loro è partita da zero, senza avere mai suonato uno strumento.

Eccoli ora, misurano tangibilmente la loro crescita. Sanno suonare.

Forse non servirà loro nella vita, pochi continueranno, non importa.

Sorrido benevolo a questi ragazzi. I volti manifestano provenienze internazionali: la ragazza cinese, quella peruviana, il ragazzone egiziano. Ma anche l’alunno caratteriale che riesce a suonare dignitosamente e si prende l’applauso.

I professori, dietro le quinte, incoraggiano,

Nessuno giudizio, nessun appunto, applausi per tutti.

E tutti, alla fine, sono sollevati, felici, ce l’hanno fatta.

Una piccola esperienza che molti di voi hanno vissuto, come educatori, come genitori. Ma che voglio raccontare per manifestare tutta la mia stima per gli insegnanti che spesso, nella fatica del quotidiano, riescono a dare passione, conoscenza, stimoli a una generazione che sembra asfaltata. Una piccola testimonianza di stima per questa nostra scuola vituperata, spesso disegnata peggio di come è veramente, in quell’orribile istino allo sfascio che sta uccidendo il nostro paese.

Un piccolo saggio di come può essere il mondo, se guardiamo alla bellezza, la musica in questo caso, che tutto coinvolge, ognuno secondo le proprie capacità.

Mi emoziono, ora, mentre i ragazzi entrano tutti in sala per prendersi l’ovazione finale.

“Ci vediamo all’esame, ragazzi” chiosa, birichino, un professore.

 

2 Comments

  • Gaia, 27 Maggio 2018 @ 09:06 Reply

    Paolo Grazie!
    A volte tutte queste manifestazioni di fine anno come genitori ci comprimono ed affaticano perché vanno messe “sopra tutto il resto”!
    Ma è vero che basta guardare i nostri bambini per cambiare prospettiva ed esserne coinvolti ed emozionati.
    Come te anche io ho fatto la stessa considerazione sugli insegnanti! Che tempra e che coraggio!

  • Sara, 28 Maggio 2018 @ 19:07 Reply

    grazie mille Paolo, d? !!!

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