Mi sveglio la mattina di buon umore. Il ritiro con i preti sta andando molto bene.
Sono sereno, siamo in dirittura d’arrivo. Apro mail e messaggi, seleziono quelli cui rispondere. Uno mi colpisce in particolare: è un lungo messaggio vocale di una persona che mi sta molto a cuore, da anni in America per lavoro.
Mi racconta che è il giorno del ringraziamento.
Il Thanksgiving Day è una festa di origine cristiana (direi come Halloween ma poi la gente si picchia). Quando nel 1620, un centinaio di pellegrini calvinisti, perseguitati in Inghilterra, fuggirono a bordo della Mayflower e approdarono sulle coste dell’America, dovettero affrontare il rigido inverno. Seminarono in quella terra inospitale i semi portati dall’Europa che non attecchirono e fu una catastrofe, molti fra loro si ammalarono e morirono. Nella primavera seguente i nativi americani insegnarono loro a catturare ed allevare il tacchino e a piantare il mais. Così sopravvissero e prolificarono e dedicarono una giornata a ringraziare Dio, invitando alla festa anche i nativi che li avevano soccorsi (Dettaglio questo ben presto scordato, già nel 1676, istituzionalizzando la festa, si ringraziava per avere sconfitto gli indigeni…). La festa popolare, anche se guardata con scetticismo dalle autorità, agli inizi, perché non celebra battaglie vittoriose immagino io, è cresciuta nei secoli ed oggi si può considerare la festa più importante del popolo americano.
Così, mi spiega la persona nel messaggio, oggi tutti ringraziano tutti. Ma non genericamente: personalmente: famigliari, amici, vicini, impiegati, tutti. Tutti trovano una qualche ragione per ringraziare. Anche gli avversari, anche gli antipatici. Possiamo obiettare sull’abitudine del gesto, ma è un gesto accolto, generalizzato, profondo.
Così, concludendo il suo messaggio, ha sentito il bisogno di ringraziare anche me che, con il mio servizio alla Parola, lo sostengo da oltre-oceano.
Ecco una festa che vorrei importare in Italia in cui, invece del giorno del ringraziamento, siamo più propensi alla celebrazione del giorno della Lamentazione e del Vittimismo, generalmente per buona parte dell’anno. E anche affezionati al giorno del Tutto è Dovuto e C’è qualcosa dietro che mi nascondi. E anche appassionati della settimana dello Scazzo globale e della Dietrologia cosmica.
Ecco, così, per dire.
Allora grazie a tutti voi.
Sono scrittore perché qualcuno mi legge.
Sono evangelizzatore perché qualcuno accoglie.
Sono persona perché attorniato da tante magnifiche persone.
Cresco perché qualcuno innaffia la mia anima.
Grazie davvero.
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