Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

(Queste ed altre riflessioni le ritrovo in diversi file di quindici anni fa, appunti per un libro indirizzato ad una giovane con cui avevo iniziato un dialogo epistolare. Alcuni stralci li trovo ancora interessanti)

Il cristianismo in cui viviamo ci dice che Dio è una specie di concorrente alla mia felicità (sarà per caso invidioso della mia libertà?), devo rigare dritto (e cioè?) se voglio piacere a Dio, se voglio essere premiato, “meritarmi” il Paradiso, fare il bravo ragazzo, non deludere le attese riposte in me.

Il cristianesimo, invece, ci dice che Dio mi vuole bene come ad un figlio, senza rigidità, senza mettere la norma al di sopra della misericordia, mi dice che Dio mi ama comunque, senza condizioni, non mi ama perché sono buono ma, amandomi, mi rende buono. Gesù mi svela un Dio che non si blocca davanti ai miei limiti, che mi aiuta ad accettarli, anche quando non posso o non voglio superarli. Il Vangelo mi dice che il Paradiso è gratis, sta a me di scegliere se accoglierlo oppure no.

Lo so, lo so, è difficile da credere.

Leggiamo allora insieme il brano di Zaccheo (Lc 19,1-10)

 “Entrato in Gèrico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!” Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

Se Gesù avesse detto a Zaccheo: “So che sei un ladro e un pubblicano: se dai la metà dei tuoi beni ai poveri e restituisci quattro volte tanto ciò che hai rubato, verrò a casa tua”, credimi, Zaccheo sarebbe rimasto ben nascosto tra le foglie del sicomoro! No: il Rabbì anticipa la conversione, la suscita, guarda al cuore di Zaccheo, non giudica, mai.

Ci giudica la gente, i nostri genitori, i nostri datori di lavoro, i nostri figli, noi stessi ci giudichiamo, ma Dio non giudica mai e, delicatamente, ci porta a prendere coscienza della nostra fragilità.

 

Un altro splendido episodio è quello avvenuto in casa di Simone il fariseo (Lc 7,36-50):

“Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.

Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto d’olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai suoi piedi e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva d’olio profumato. A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé. “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli: “Maestro, di’ pure”. “Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo d’olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.

Bel tipo Simone! E’ un generoso, uno dei pochi farisei che rischiano di perdere la faccia invitando il contestato Nazareno. Malgrado ciò è rigido, non capisce, giudica. Per non contrarre l’impurità occorreva restare a qualche metro di distanza da una prostituta: se Gesù si fa toccare da quella donna, evidentemente non ha indovinato che tipo di donna sia, quindi non è un Profeta. Ragionamento impietoso ma impeccabile…

(Un appunto: sciogliere i capelli in pubblico era un atteggiamento sconveniente, di seduzione, sufficiente a richiedere il divorzio; la donna usa con Gesù l’unico linguaggio che conosce, un linguaggio ambiguo: Gesù – immenso – le legge il cuore, senza malizia)

Se Gesù avesse detto: “Brutta linguaccia di Simone, cosa giudichi, sciagurato!”, credimi, avrebbe umiliato e perso Simone. Invece no, lo aiuta, lo porta a capire, ad allargare gli orizzonti, coinvolgendolo in una delicata parabola in cui chiede a Simone stesso di esprimere un parere.

Gesù mi svela il volto di un Dio educatore, che mi permette di sperimentare percorsi diversi per approdare, se lo voglio, alla verità. Verità parziale, prospettiva sempre e solo limitata, almeno finché siamo in cammino, ma pur sempre verità. Non esiste una strada maestra, una via unica per arrivare a Dio.

Il più grande desiderio che Dio ha è quello di amarmi. E le vicissitudini della mia vita, in qualche modo, sempre, possono portarmi a conoscere la verità su di me, sul mondo, su Dio.

 

Una verità più vera delle altre. Non una verità arrogante da intingere nel caffé latte la mattina, non una verità da sfoderare come arma come un certo fondamentalismo (anche cristiano!) vuole farci credere.

Per noi la verità è una persona, Gesù Maestro.

Il fragile Pilato, di fronte all’irrequieto re dei Giudei che gli hanno consegnato, dopo un lungo dialogo, esce di scena innervosito dalla saggezza del Nazareno, chiedendo: “Cosa è la verità?” (Gv 19, 38).

Non ascolta la risposta, Pilato, va verso la folla.

Non sa che la verità, sfigurata e sanguinante, gli sta dinanzi.

 

Senti la verità, seguila, non convincerti, non lasciarti sedurre dai miei discorsi, non lasciarti affabulare.

Se le parole del Vangelo ti svelano a te stesso, se ti riempiono il cuore, se ti permettono di vedere cose inattese, significa che la verità di Dio ti si sta schiudendo.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbero interessare

Mail

Scritto da