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I terroristi che si lanciano, nuovamente, addosso a persone inermi, falcidiando i turisti sulla Rambla di Barcellona. Il crollo di alcune case ad Ischia, il salvataggio del bambini, il “Mi vuoi bene?” di uno dei bambini sotto le macerie al vigile del fuoco, la polemica delle case abusive condonate, tipico vizio italiota. La foto dei profughi in piscina, la polemica rovente, le minacce al prete pistoiese con promessa di venire a “controllare la sua dottrina cattolica” da parte di Forza Nuova (!). Lo sgombero a Roma, la polemica dei palazzi occupati, i migranti.

Fiumi di parole. Commenti (allibito dalla violenza sul profilo di don Massimo, ma davvero allibito), insulti, minacce, giudizi taglienti. Il mondo sembra essere invaso da un fiume di parole. Anzi, di parolacce. Di odio che cresce con le parole.

E le parole non sono innocue.

Le parole non sono neutrali.

Le parole realizzano ciò che dicono e in un mondo in cui prevalgono urla e minacce, stereotipi e provocazioni, alla fine rompono gli argini della violenza e intossicano l’anima.

Stacco la mente e recito con il Salmo 142:

“Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra”.

Questi sono alcuni miei pensieri mentre, sprofondato nel denso silenzio dei duemila metri, accarezzato dal vento e dall’acqua che sgorga dai ghiacciai delle Grandes Jorasses. Senza il silenzio, senza l’ascolto, senza darci del tempo per la verità in noi, precipitiamo. 

 

5 Comments

  • Nicola, 27 Agosto 2017 @ 12:05 Reply

    E’ proprio vero ! Signore sorveglia la porta delle mie labbra !

  • Rafael, 27 Agosto 2017 @ 13:02 Reply

    Di solito si dice: di tre parole, due sono molte e una è poca…A volte, però, è meglio tacere, è meglio mettere fine a tutte le polemiche, gli insulti, i giudizi e a tutto ciò che di negativo possa uscire anche solo aprendo bocca, con un bel clamoroso silenzio, mettendo a tacere, naturalmente, anche i pensieri cattivi…
    Uccide più la lingua che la spada… e rialza più una buona parola riedificante che tutta la forza e la potenza di cui si è in possesso. È meglio amare, pur nel silenzio, che odiare; è meglio coprire che giudicare; è meglio rispettare che essere ad ogni costo rispettati; è meglio riconciliare che punire; è meglio essere fratelli e aiutare, se necessario anche i nemici, che praticare la giustizia facendo appello alla legge…la legge, ovvio, deve essere applicata, ma con tutto il rispetto e secondo le necessità del prossimo…
    Davvero, non riesco a comprendere perché sia così difficile amare, forse perché, appunto, intorno a noi c’è troppo chiasso e poco silenzio e spazio per la preghiera, la meditazione, la contemplazione.

  • Federica, 27 Agosto 2017 @ 13:12 Reply

    Rm 12, 5-16
    5così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. 6Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; 7chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; 8chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
    9La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; 10amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. 12Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, 13solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
    Carità verso tutti, anche verso i nemici
    14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.

    Non credo che la Lettera ai Romani di San Paolo abbia bisogno di commento.

  • Emanuela, 27 Agosto 2017 @ 18:31 Reply

    Caro Paolo hai come sempre colto nel segno il disagio che in tanti viviamo a sentirci sopraffatti, quasi insultati dagli eventi. Ho pedonato molte cose nella mia vita ma non riesco a denticare le offese e la violenza che mi ha raggiunto attraverso le parole. Mobbing? Violenza psicologica? In quanti non si rendono conto che le parole possono uccidere?

  • Rafael, 28 Agosto 2017 @ 08:01 Reply

    Il perdono più che agli altri fa bene a noi stessi; è difficile, ma non ci dobbiamo lasciare sopraffare da questo sentimento negativo. La libertà consiste anche nel non tenere conto delle offese ricevute; ricordiamo che possono uccidere il corpo, anche se solo con le parole, ma mai lo spirito, e un giorno ci sarà detto venite benedetti dal Padre mio perché siete riusciti ad amare anche là dove sarebbe stato impossibile farlo.

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