Trump schiera le sue portaerei e i suoi sottomarini nucleari sulle coste della Corea del Nord mentre il simpatico Kim ribadisce che è capace di radere al suolo gli Stati Uniti d’America. I leader della Corea del Sud e del Giappone si radunano per ricordare che non sono disposti ad accettare altre provocazioni. Intanto i cinesi cercano di placare la follia crescente del regime nord-coreano loro alleato. Il nostro caro vicino Erdogan, ormai, è pronto per fare della Turchia uno stato simile ad una monarchia assoluta e le notizie che arrivano dal Venezuela, al collasso economico, parlano del rischio imminente di una guerra civile dettata dalla folle crisi economica in cui il paese è piombato.
Gli unici a sorridere sono i fabbricanti di armi.
Nell’ultimo quinquennio la vendita di armi nel mondo è aumentata del 14% rispetto a quello precedente e l’Italia, ottava produttrice di armi nel mondo, addirittura del 48%. Paesi come il Marocco hanno incrementato la loro spesa del 528% e l’India del 90%. Nel quinquennio si sono spesi, nel mondo, circa 340 miliardi di dollari in armi.
Intanto al Cairo, papa Francesco a bordo di una Fiat Tipo rigorosamente non blindata, è andato ad abbracciare il papa copto Tawadros II insieme all’amico patriarca ortodosso Bartolomeo, ricordando i martiri copti uccisi durante la domenica delle Palme in chiesa. Poi ha partecipato ad una conferenza sulla pace organizzata dal Grande Imam di Al-Azhar, la facoltà “teologica” mondiale dei sunniti, Ahmed Al Tayyib.
Qui ha detto: «Insieme affermiamo l’incompatibilità tra fede e violenza, tra credere e odiare. Come leader religiosi siamo chiamati a condannare i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione».
Indovinate di chi mi fido?
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