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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Mt 6,7-15

Il Padre sa. Da questa consapevolezza deriva la diversità della preghiera cristiana così come Gesù ce l’ha svelata. La preghiera non consiste, come immaginiamo, nella ripetizione di formule, nella celebrazione di riti e di cerimonie, ma nella profonda comunione con un Dio che scopriamo padre benevolo e a cui affidiamo le nostre necessità. In questa differenza nasce il rapporto col Dio di Gesù e la preghiera acquista un nuovo volto. Spesso invece, anche se siamo cristiani, la nostra è una preghiera ancora pagana: tentiamo di convincere Dio della bontà delle nostre richieste; della necessità che egli esaudisca le cose che chiediamo, dell’urgenza delle nostre giaculatorie. Certo: dobbiamo pregare, e tanto. Ma non solo chiedere, anche ringraziare e lodare e affidare, come ci si affida ad una persona che si ama. E la richiesta è sempre fatta ad un padre che sa di cosa abbiamo bisogno ancor prima che glielo chiediamo. Sapendo che riceveremo ciò di cui abbiamo bisogno, anche se non sarà necessariamente ciò che avremo chiesto. In questa logica la preghiera diventa cristiana e possiamo ripetere col sorriso il Padre Nostro.

3 Comments

  • Tania, 9 Marzo 2017 @ 17:12 Reply

    Non riesco a farlo. Ancora oggi, pur se involontariamente, mi ritrovo a fare una preghiera pagana. Anche perché in passato ho praticato davvero questo culto, per cui ancora oggi ho difficoltà anche quando si tratta di fare la volontà di Dio. Ieri sera mi sono chiesta, perché se Dio ha in progetto cose buone per noi, ci viene difficile fare la sua volontà? Non dovrebbe essere una cosa naturale? In più, esiste un modo semplice per saper discernere, senza per forza fare gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio?
    Grazie per l’attenzione . Spero di non essermi persa nei discorsi..

    • Paolo, 9 Marzo 2017 @ 19:02 Reply

      Hai ragione ma in fondo ancora pensiamo che la sua volontà a volte preveda qualche schiaffone o prova da superare. Ovviamente non è così ma è dura superare questa visione delle cose…

      • Tania, 9 Marzo 2017 @ 19:35 Reply

        Già.. Anche perché, finora la mia vita mi e’ stata più un problema da risolvere.. Sia a causa di una grossa sofferenza che vivo, sia a causa di ferite del passato, sia a varie problematiche che si presentano nella quotidianità; per cui, a volte mi viene difficile pensare ad un Padre amorevole. E anche questo, e’ fonte di sofferenza per me.
        Mettiamoci anche che sono cresciuta, così come tanti, con un’immagine distorta di Dio ed ecco le paranoie!
        PS volevo complimentarmi per le riflessioni nella sezione “Cara Giulia” e le meditazioni che ho trovato sull’altro sito.
        Grazie.

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