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I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

 

Parla da un quarto d’ora, entusiasta ed eccitato.

Ha passato il pomeriggio con altri compagni della sua età, divisi in gruppi accompagnati da un adulto per la sua prima raccolta viveri nel quartiere. Un appuntamento ormai consueto per questa parte della città, battuta a tappeto dai ragazzi delle medie e dai volontari.

«All’inizio era emozionato e ho fatto un pasticcio. Toccava a me citofonare e ho detto “Avete qualcosa da mangiare?”, invece di dire che eravamo i ragazzi della parrocchia e che stavamo raccogliendo viveri per i poveri del Perù!… Alcuni non ci hanno aperto, altri ci hanno presi a parolacce dicendo delle brutte cose sui poveri e sui preti… Altri dicevano che aiutavano i poveri di qui, ma secondo me è una bugia. Don Nic ci aveva avvisato e, come ci ha chiesto, siamo stati gentili con tutti. Altri invece ci hanno riempito le borse di cibo, ci aspettavano!… Una nonna ci ha anche offerto il succo di frutta perché si vedeva che eravamo stanchi!… Avrò fatto dieci chilometri a piedi oggi!… Una signora ha chiesto al marito che le ha detto di darci gli scarti: un sacchetto pieno di pacchi di pasta scaduti da tre anni!… Ma la cosa che mi ha colpito di più è stata una signora marocchina che non sapeva l’italiano, ha chiamato la figlia piccola che le ha spiegato che era per i poveri e ci ha dato del pane arabo confezionato».

Non so cosa darei per vedere l’espressione dell’andino che aprirà la confezione di pane scritta in arabo!

Per mio figlio pre-adolescente è stata una piccola-grande esperienza piena di novità. L’obiettivo è quello di riempire un container parcheggiato davanti alla parrocchia: 15 tonnellate di cibo non deperibile che sarà spedito in Perù via nave insieme ad altri 60 container da altre parrocchie d’Italia. Da lì verranno stoccati e sosterranno le poverissime popolazioni andine delle 30 missioni dell’Operazione Mato Grosso.

Una della tante belle iniziative missionarie, di carità, penso al Banco Alimentare, che fuori dalle risse dei giornaloni da anni accompagnano la quotidianità delle parrocchie. Un volto bello di Chiesa fatta di centinaia di volontari, come in questo caso, che ci mettono la faccia.

Certo: si sarebbe potuto organizzare una colletta domenicale e quei soldi spedirli. Ma mettersi a battere a tappeto il quartiere e i supermercati, mobilitare un centinaio di persone, donare tempo, forza muscolare, intelligenza, è davvero solo tutta un’altra cosa.

Amo questa Chiesa.

2 Comments

  • vania, 8 Maggio 2016 @ 19:06 Reply

    Anch’io amo questa chiesa! Bravo Jakob!

  • giusi, 9 Maggio 2016 @ 13:24 Reply

    meraviglia! Insegnare ai giovani a chiedere. Imparare a dare. Apprendere tutti, provarsi, l’incanto del volersi bene, camminando per le strade, in ore quotidiane. Senza la fretta che non ci fa vedere davvero né accogliere. Imparare da Gesù, che andava a piedi, che guardava, toccava. Attento anche a una mano lieve sulla veste. Quanto è bello ritrovare nei figli il significato della chiesa, una chiesa che continua, che cammina a piedi e guarda negli occhi, e che chiede solo per condividere e dare. Oggi, che è la festa dell’Europa, se provassimo (con il Papa al premio Carlo Magno), a ricominciare piano piano a dirlo, tutti i cristiani…

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