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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Mt 5,38-42

La norma biblica dell’occhio per occhio e dente per dente era già un grosso passo avanti rispetto alla reazione selvaggia e brutale di chi annegava nel sangue un torto subito. Ma non era certo sufficiente nella logica del Signore che osa proporre una visuale innovativa, destabilizzante, folle. Gesù propone un atteggiamento di disarmante paradosso: offrire la guancia a chi ti schiaffeggia. Cosa che va capita bene, visto che spesso è utilizzata proprio per ridicolizzare i cristiani e per perseguitarli. Gesù stesso non porgerà l’altra guancia alla guardia che lo schiaffeggia davanti al sommo sacerdote! Porgere la guancia significa avere un atteggiamento leale, convincente, che desidera portare alla comprensione chi ti sta mortificando. L’equilibrio che siamo tenuti ad avere nella nostra società è difficile da raggiungere, ma possibile: non adeguarci alla crescente violenza che contagia ogni luogo, il linguaggio, le abitudini quotidiane e, nello stesso tempo, non essere remissivi, non diventare lo zerbino su cui tutti si puliscono i piedi in nome di una malintesa remissività cristiana. Imitiamo il Signore, nel suo virile pacifismo.

1 Comment

  • ROBERTA, 16 Giugno 2015 @ 14:02 Reply

    E’ vero… difficilissimo equilibrio tra l’essere “zerbino” e vivere quell’amore gratuito a cui siamo chiamati, non per nostra capacità ma per imitazione di Gesù Cristo.
    Lo stesso amore immeritato che noi riceviamo da Lui e che siamo chiamati a dare al fratello… soprattutto se non “amabile” spontaneamente, perché “nemico”.
    Mi viene in mente la definizione di Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG di Torino, “la bontà è disarmante”: forse dobbiamo provare ad agire con questo spirito, pensando che il bene, l’amore verso chi “non merita”, può addirittura essere disarmante, spiazzante e portare a conversione…
    Che responsabilità, Signore….

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