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In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

Cosa abbiamo di meglio da fare che essere felici? Cosa è più urgente dello scoprirci invitati al banchetto nuziale di Dio? È paradossale ma è così: come nella triste parabola di oggi accampiamo mille scuse per non dedicarci alle cose essenziali della vita. Quante volte mi sento dire da adulti che non hanno tempo di occuparsi della propria anima! Quante volte io stesso devo lottare con tutte le mie forze per stare ancorato alle cose di Dio, per non lasciarmi distrarre dalle troppe cose che mi ritrovo a fare! Quante volte siamo travolti dalla quotidianità e rischiamo di non scegliere, di assecondare le faccende quotidiane correndo come dei matti! L’invito del Signore è pressante: fermati! Dedicati del tempo, lascia un piccolo spazio alla tua interiorità, non perderti la felicità che Dio ti può donare! E se anche non ci sentiamo pronti, se la nostra vita è poco virtuosa, non abbiamo di che temere: poiché i bravi ragazzi hanno rifiutato l’invito, siamo noi, fragili mendicanti, cercatori di pace, che veniamo invitati al loro posto. Accogliamo l’invito, oggi, ora, osiamo Dio. Cosa abbiamo di meglio da fare che essere felici?

1 Comment

  • Paola, 29 Novembre 2014 @ 17:46 Reply

    Mi è capitato più volte di leggere questo suggerimento: proviamo a vivere ogni momento pensando di avere a disposizione solo quello. In questo modo diventa chiaro ciò che è importante ed è più facile distinguerlo da ciò che invece è soltanto accessorio. Purtroppo ci si dimentica di fare questo semplice esercizio mentale…

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