Il portale della cattedrale di Autun è riconosciuto universalmente come uno degli esempi più alti dell’arte romanica. La grande lunetta che accompagna il portone d’ingresso rappresenta una vera e propria catechesi su pietra, come spesso accade per quel periodo. il Cristo giudice domina la scena, la mandorla che rappresenta la sua gloria è sorretta dagli angeli. Fra i tanti, un particolare mi ha spinto a riflettere; alla destra di chi guarda un angelo sta pesando le anime per il giudizio finale: si distingue chiaramente, sul piatto di destra della bilancia, il demonio che sta spingendo verso il basso il piatto, per far condannare il discepolo. A destra, invece, di nota un omino che afferra il lembo della veste dell’angelo per essere portato in cielo.
Il demonio, la parte oscura della realtà, il Maligno e il divisore, il padre di tutte le menzogne, come lo chiama efficacemente Gesù, non ha che un desiderio: allontanarci da Dio e da noi stessi e lo fa ingannandoci, facendoci credere che Dio è un avversario. Oppure facendoci credere che noi siamo persi, che siamo peggio di ciò che siamo veramente, che siamo un fallimento. Vare una visione negativa di sé, irrealistica, non ha nulla a che fare con l’umiltà e rischia di farci cadere nella disperazione.
Il discepolo trova il suo valore conoscendo Cristo, affidandosi a lui, lasciandolo crescere in sé.
Una visione trionfalisitica, eccessiva, egocentrata e narcisistica di se stesso è futile e ingannevole e la realtà ci presenta il conto.
Ma anche una visione depressa di sè, eccessivamente mortificante e negativa, ci allontana dalla salvezza che da subito possiamo sperimentare.
Quando giudichiamo noi stessi stiamo attenti: l’avversario tende ad ingannarci falsando i pesi.
L’unico che ci può giudicare, come dice bene san Paolo, è il nostro giudice misericordioso.
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