Nel cortile ci sono almeno una decina di enormi contenitori, dei “sacconi” alti quattro metri, con un diametro di due, stracolmi di tappi di plastica. “Ne riempiamo 11 a settimana – dice la coordinatrice – e ce li pagano bene, riusciamo a coprire una parte del mutuo. Ormai tutti, nella zona, lo sanno, gli alunni delle scuole sono i più determinati”.
Dai tappi si ricava una plastica di ottima qualità, imparo. E se riusciranno a dividere i bianchi dai colorati meglio: arriveranno più soldi.
E’ grande la struttura, su due ali, la cappella che fa da cerniera, l’idea è quella di garantire, col tempo, la preghiera continua. In tutto accoglie oltre sessanta ospiti: camere a due letti, spazi comuni, e l’idea geniale della cucina. Un grande locale con decine di fuochi e di frigoriferi, ogni camera ha il suo spazio per cucinare. Da un lato una dispensa comune in cu ognuno, se ritiene, può servirsi per cucinare: non fa tempo a riempirsi che già si svuota. la struttura l’ha progetta un ingegnere. Ammalato anche lui.
La coordinatrice è fiera: dal 2007 ad oggi hanno avuto quasi 30mila pernottamenti.
Tutti gratuiti. Se si vuole si lascia un’offerta. Ma nessuno reclama se non arriva, la gente sa che che finché ci sono soldi per andare avanti si continua. Vengono da tutta Italia: qui in paese è stato costruito il più avanzato centro oncologico d’Italia. Solo che nessuno ha pensato che i malati, di solito, si muovono accompagnati. Qualcuno ha fatto qualche albergo vicino al complesso che sorge in mezzo alla campagna. Poi, un giorno, il parroco del posto, dopo avere riempito ogni buco della canonica ha pensato: non ha senso. E così hanno costruito “La Madonnina”, qualche obolo di fondazioni bancarie, l’8×1000, il Cardinale che si mobilita, un fiume di piccole offerte, un mutuo gigantesco. Poco importa; qui, ora, è tutto un via vai di gente e di volontari.
Sì, perché la cosa folle è che non c’è un dipendente. Sono 120 volontari 24 ore al giorno, tutto l’anno, per accogliere chi arriva anche nel cuore della notte, per accompagnare col pulmino chi deve fare i trattamenti.
Osservo con rispetto e attenzione. Quanto dolore fra queste mura, quante lacrime, quanta speranza. Pendolari della disperazione, giungono da tutta Italia per accompagnare famigliari, spesso giovani, e cercare una cura. Saluto e ringrazio, commosso.
Uscendo attraverso il cortile con i contenitori dei tappi, un ragazzino sta arrivando con un sacchetto pieno.
Sembrano delle gigantesche colonne che sorreggono una Chiesa in costruzione. Lo sono.
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