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Il volto è sempre lo stesso: bruciato dal sole e dalle rughe. La conosco da vent’anni ma non so dire quanti anni abbia. Il suo viso non ha mai visto una crema, questo è assolutamente certo. Il foulard che indossa mi ricorda mia nonna paterna e il sorriso fa intravvedere qualche assenza fra i denti.

E’ l’unica rom che conosco che non faccia elemosina, ma garbato commercio. Una piccola offerta e ti ritrovi in mano una piccola coccinella in legno made in China, di due misure, una microscopica e l’altra più grande, a seconda della generosità dell’offerta. Anni fa la aiutai per due dei suoi nipoti, ragazzotti insofferenti a qualunque parvenza di disciplina e che si infilavano regolarmente nei guai. La sua era una famiglia assolutamente matriarcale: non ho mai conosciuto suo marito o quello della figlia. D’estate gira per il centro vendendo delle improbabili rose che appassiscono in mezza giornata, d’inverno fatica girando fra le chiese all’uscita delle celebrazioni.

Sono vecchia, ho sempre male alla schiena e fa freddo qui ad Aosta, lo sai.

Mi viene in mente un altro bel tipo di cui non sono mai riuscito a conoscere il vero nome. Alto, con una bella barba curata, un tratto distinto. Diceva di essere bosniaco e raccontava una vicenda sulla guerra ma, si sa, su queste cose è meglio non farci troppo affidamento. Era un vero clochard professionista: l’estate in Valle d’Aosta al fresco e d’inverno a svernare a Rimini.

Penso alla rom: prospettive di pensionamento pochine direi. Non l’ho mai vista scoraggiata, però. Le sorrido mentre mi rifila l’ennesima coccinella.

Come vanno gli affari?

Male, male, c’è la crisi, la gente non compra più niente.

Già: esiste anche una crisi economica dell’elemosina…

9 Comments

  • Vera, 24 Gennaio 2012 @ 15:27 Reply

    Com’e’ la storia della “merenda” del ragazzo?!

    Giov 6,9-10 “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. … e poi…
    E forse non era una “merenda”, forse era il suo unico ultimo cibo!
    Come ultime erano le due monetine (un soldo) che la vedova ha gettato nel tesoro del tempio…

    O come ultimo era il pugno di farina da impastare e cuocere prima di morire…

    1 Re 17,12-16 “Quella rispose: “Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo”. Elia le disse: “Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra””. Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.”

    Crisi… e crisi: forse ancora molti di noi non sanno davvero cosa sia la vera poverta’… Quella che fa chiedere l’elemosina. Al freddo. Solo per mangiare….
    Noi chiediamo altri tipi di elemosine: approvazione attenzioni affetto stima solidarieta’ rispetto amore … riconoscimenti vari. Eppure…
    Nemmeno un capello!, noi non possiamo garantire nemmeno per un nostro capello.
    Che cade da solo quando vuole. E magari non ri-cresce piu’ come i denti.

    Fiori che appassiscono in mezza giornata coccinelle, gatti ed uccelli… sono piu’ belli ed eleganti di tutti noi… e Dio si prende cura di ognuno di loro.

    Ma che Dio e’ quello che chiamiamo padre e tuttavia trattiamo da sconosciuto e indifferente antagonista? Padre? Dacci oggi “cosa”? “cosa” dovrebbe darci?
    Cosa diciamo e gli chiediamo parlando a Dio col Padre Nostro?!?!…
    E quante volte ancora abbiamo bisogno di dirci che Lui ha a cuore i nostri veri bisogni?
    Prima di comportarci con Lui e tra noi come riferendoci tutti a Qualcuno che ha a cuore i veri bisogni di tutti?

    La crisi dell’elemosina e’ crisi della nostra fede e fiducia in Dio. semplice.
    Non diamo a nessuno perche’ non crediamo che Dio si prendera’ cura di noi. dopo. (ne’ prima)
    E dobbiamo pensarci noi a noi stessi e tenere stretto il poco che crediamo di avere per noi – tutto nostro.
    Crisi che e’ egoismo e mancanza di condivisione.
    Perche’ quello che Dio ha dato a me, non me lo ha dato (solo) perche’ sono brava, ho lavorato per averlo, sono buona furba e intelligente, no! ma perche’ lo condivida, lo gestisca: non mi appartiene! E io stessa non sono mia… (lo sapete anche voi che innestati in Cristo si vive con Lui e per Lui…)
    Avro’ lo stesso salario che avranno quelli che si convertiranno all’ultima ora ma siamo tutti a giornata quaggiu’… io e voi.
    Operai e amministratori di questo mondo… se noi saremo fedeli nel poco ci verra’ affidato qualcosa di piu’ … il vero tesoro che nessuno puo’ toglierci che non perde valore…

    Perche’ se e’ vero che sul monte il Signore provvede e che ci ha provveduto alla fine anche suo Figlio, se e’ vero che e’ Onnipotente, cioe’ puo’ fare semplicemente tutto! anche quello che le nostre preghiere gli chiedono se armonizzate alla sua volonta’ profonda che e’ dentro di noi, che il suo Spirito ha posto dentro di noi … e tutto il creato gli appartiene e gli obbedisce con gioia… le stelle i pianeti e gli elementi tutti…
    allora stiamo scherzando?! Parliamo di Dio o di immaginette “sacre” che non possono nulla? e cosa volete che siano davanti a Lui quei quattro soldi per i quali ci affanniamo alle nostre latitudini?
    E contendiamo… e diventiamo matti…
    Dai! apriamo le borse e i portafogli della fede e teniamoli aperti: per far entrare e uscire la fede che si fa carita’. Entrare e uscire continuamente.
    Riempiamo le nostre case di coccinelle e i nostri cuori di sorrisi.
    Diamo quello che abbiamo da dare. Senza timore.
    Diamo anche quello che abbiamo di caro.
    I soldi, il tempo, la vita. Affetto amicizia amore.
    Quello che diamo, lo possediamo davvero.

    Questo vuol dire perdere la vita. Darla per possederla davvero.

    • Maria Rosaria (Pd), 24 Gennaio 2012 @ 18:49 Reply

      Che bella la considerazione che fai, Vera, quando ricordi l’altro tipo di elemosina che a volte sembra di veder chiedere da più parti, nelle nostre società: è vero, è proprio cosi’.
      La crisi attuale è connotata da questi due aspetti opposti: da una parte c’è chi ha esigenze materiali urgenti, dall’altra chi ha beni in eccesso ma si sente bisognoso, come hai ben detto tu, di approvazione, attestazioni di stima, solidarietà, rispetto amore e altro…
      E a me sembra che anche questi ultimi bisogni siano altrettanto difficili da soddisfare, oggi.
      Senno’ come ci si spiega che gli studi degli psicoanalisti sono così frequentati?
      Qualche giorno fa ho sentito Enzo Bianchi alla tv sostenere come, in fondo, si trovi più facile fare un’azione “asettica” come donare due euro a qualche associazione di solidarietà mandando un sms, piuttosto che amare chi ci sta vicino tutti i giorni (sia essa la rom che vende le sue coccinelle di legno, o un nostro collega che sta vivendo un momento difficile e avrebbe tanto bisogno di un nostro sorriso e di due parole di conforto).

      Grazie per gli spunti di riflessione di Paolo e di tutti voi che scrivete qui: questo blog è realmente abitato dallo Spirito Santo, e io ringrazio sempre Dio per avermi fatto fare l’incontro con voi.

      • Vera, 24 Gennaio 2012 @ 21:23 Reply

        Si’ certo che e’ piu’ facile mandare un asettico sms (!) del valore di due euro piuttosto che appoggiare gli stessi due euro su una mano callosa non curata screpolata macchiata ricoperta da un mezzo guanto sporco… che si offre esitante esigente arrogante con una voce lamentosa piagnucolosa insistente accusatoria monotona ronzante … una realta’ scomoda imbarazzante disordinata … e se alzi i tuoi occhi rischi di incontrare altri occhi dentro cui vedi l’abisso che potrebbe separarvi un giorno… allora ti gira la testa e ti chiedi: “ma cosa potra’ mai fare coi miei due euro? Ma a cosa serve darglieli? Ma quale pezzo di pane potra’ mai comprarsi con questa miseria… e poi come si riscaldera’ dove dormira’ e chi lo aspetta a casa… anche per mangiare… e le domande saranno tante e tutte difficili.”
        Perche’ si sa:
        Gli esseri umani sono complessi.
        Ma i due euro sono gocce che riempiono il bicchiere, il mondo e’ gia’ salvo, ok!, e io non posso dar da mangiare a tutti i poveri che incontro ne’ dar loro una casa o un tetto, ne’ posso risolvere da sola i problemi del mondo intero… grazie, no!!!
        A quello ci ha pensato Gesu’!
        Che aspetta pero’ anche la mia merenda… la mia poca farina, le mie monetine… e le mie preghiere….
        ecco perche’ certe volte quando non ho niente da dare a qualcuno (a chiunque) ripenso nel mio cuore: “Pietro gli disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!”.”

        E il Gesu’ che cammina con noi possiamo proporlo silenziosamente nel nostro cuore a chiunque stia elemosinando “qualunque cosa”… (poveri tutti noi, e bisognosi tutti noi di tutto)

        Altre volte, anche in questo Blog, ho detto che e’ solo un caso ad averci posto “chi a chiedere” e “chi a poter dare”. Ma ricordiamo che il Signore rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili e li ricolma di beni mentre rimanda i ricchi a mani vuote…
        Il Signore e’ strano per noi…

        e … sai che anch’io ringrazio sempre Dio per avermi fatto incontrare Paolo e voi del Blog!? Allora grazie a te Maria Rosaria.
        preghiamo per tutti. Insieme. E lo spirito scenda e riscenda e si fermi su di Noi.
        (grazie)

        • Stefano (Perugia), 25 Gennaio 2012 @ 12:11 Reply

          Grazie Vera e Maria Rosaria per le vostre belle riflessioni.

  • Federica, 24 Gennaio 2012 @ 17:35 Reply

    Era lì, all’entrata della chiesa: è mia consuetudine fermarmi, donare un sorriso, una moneta e scambiare qualche parola
    .
    Quella sera, non ne avevo voglia, salutai e tirai dritto.

    Male! malissimo!

    Per tutta la durata della Messa non feci altro che pensare a lei, e ogni preghiera era rivolta a lei.

    Terminata la Santa Messa, uscii subito fuori, lei era lì che mi guardava; mi avvicinai e con un sorriso le dissi: “scusa! ho pensato a te e ho pregato per te!

    Non è cosa da niente la gioia che ho letto nei suoi occhi!

    Ciò che le ho donato non è stato molto, ma è bastato per far si che due cuori si incrontrassero. In fin dei conti siamo figli di uno stesso Padre!

  • michaela, 24 Gennaio 2012 @ 23:51 Reply

    Sai Vera, anch’io ho pensato a: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!”.”

    E un episodio del genere mi è pure capitato: camminavo a passo svelto per recarmi alla Chiesa di San Pietro Apostolo da dove sarebbe partita la processione del Santo, appunto, quando per la strada incontro una donna che mi chiede l’elemosina; ricordo perfettamente che nel portamonete avevo solo una moneta da cinquanta centesimi; le dissi : ” Non ho nulla, ma quello che ho te lo do!” Di rimando mi sentii rispondere che aveva mal di stomaco e in quel momento ho pregato che guarisse!

    Si, la crisi del genere umano non è fatta solo di mancanza di denaro, di beni; effettivamente la crisi comprende anche mancanza di affetto, di attenzione, di comprensione di un sorriso verso gli altri.

  • Vera, 25 Gennaio 2012 @ 20:03 Reply

    Corpo e anima non sono poi cosi’ separati, io credo… io sono piu’ che certa che in mille modi si influenzano e si modellano a vicenda, meglio: che sono un’unica-cosa misteriosa! E che insieme vivono gia’ da ora la loro misteriosa eternita’.

    Corpo e anima (pensiero mente spirito),
    come fede e opere, (dire e fare)
    come preghiera e vita. (…)

    Percio’, io che considero importante questa unione misteriosa, e pur dopo aver posto l’accento su un altro tipo di poverta’, quella che molti fra noi, qui, conosciamo meglio… quella fragilita’ e debolezza psicologica e spirituale che accompagna molte nostre vite e che certo dipende tanto anch’essa dalla mancanza di fede in Dio (oltre che da mille variabili fattori umani: d’accordo!..) per questo dicevo, sento ancora il bisogno di ribadire che e’ piu’ che importante darli questi benedetti 50 centesimi a qualcuno appena possiamo! anzi che e’ fondamentale!!! (pianifichiamo di farlo!… )
    (E dire grazie a chi li riceve non non lo e’ di meno…)

    La condivisione (elemosina) non e’ qualcosa che si fa quando “si ha” e quando “non si ha” pazienza! Non e’ un lusso di chi puo’ (beato lui) permetterselo.
    Un di piu’ della vita cristiana, un’opzione che puo essere disattivata!
    Accennando alle nostre poverta’ psicologiche e spirituali non intendevo spostare l’argomento…. che e’ quello di dare cio’ che si ha in tutte le occasioni, certo, ma tentando di provvedere per prima cosa ai bisogni elementari delle persone che hanno questi bisogni elementari…

    Ho inteso anche dire – nel mio commento precedente – che noi italiani di oggi forse non abbiamo sperimentato ancora la poverta’ che altri popoli conoscono bene (continuando cosi’ come andiamo, magari ci arriveremo anche noi … e magari poi davvero rifiorira’ anche per noi la fede e il rispetto delle priorita’ della vita e delle cose veramente importanti!… come accade per altri popoli piu’ poveri – di soldi – del nostro… e piu’ ricchi – di fede – di noi!)

    I due euro, i 10 euro, i 50 centesimi sono ginnastica per il corpo e per l’anima insieme, come un consiglio dato, come una preghiera per un nemico, come un lavoro ben fatto. (una bella camminata verso la liberta’…)
    Come il corpo non puo’ vivere senza acqua cibo vestiti casa lavoro; (e Dio lo sa!! Ci ha creati Lui!! 😉 )
    come la fede non puo’ vivere senza opere, e le opere senza la fede;
    cosi’ l’amore non vive senza carita’!
    Cosi’ noi cristiani non possiamo vivere con Gesu’, senza agire in Gesu’ come farebbe Lui… sia di fronte a uno che piange, o che e’ “solo”; che di fronte a uno che ha fame, sete, e’ nudo, e’ nei guai…, e’ in carcere… e’ li’ che chiede qualcosa a chi forse ha qualcosa da dare…

    E allora tutte le parole che ci diciamo hanno senso solo se qualcuno fra noi, gia’ domani mattina, decide di comprare una coccinella pur coi pochi euro che ha, o decide di darne uno in elemosina, o di dire una parola buona a un suo “nemico”, sorridergli o pregare per lui …

    E soprattutto decide – finalmente! – di affidarsi nei suoi bisogni piu’ urgenti a Dio e a Dio soltanto, almeno con la ragione!, se non puo’ farlo con tutto il resto del suo corpo e delle sue emozioni (profonde e nascoste) e dei suoi sentimenti.

    Questo per convertirci piano piano… di spicciolo in fiducia in spicciolo… e in spiccioli di fiducia in Dio (davvero PadreNostro!)

    (grazie a te Stefano, ciao a tutti)

  • Federica, 26 Gennaio 2012 @ 00:53 Reply

    Grazie Vera, quanto sono vere le tue riflessioni!

  • michaela, 31 Gennaio 2012 @ 01:14 Reply

    GIANNI RODARI – Speranza

    Se io avessi una botteguccia
    fatta di una sola stanza
    vorrei mettermi a vendere
    sai cosa? La speranza.

    “Speranza a buon mercato!”
    Per un soldo ne darei
    ad un solo cliente
    quanto basta per sei.

    E alla povera gente
    che non ha da campare
    darei tutta la mia speranza
    senza fargliela pagare.

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