Nel mondo un cristiano viene ucciso ogni cinque minuti. Sono i dati forniti ad un convegno organizzato dalla presidenza Ungherese dell’Unione europea. Centocinquemila persone, per la precisione, uccise a causa della loro fede cristiana, Dagli ultimi drammatici eventi natalizi in Nigeria, la strage durante la messa di Natale, all’uccisione dei copti in Egitto, all’intolleranza induista o islamica in India e in Iraq, con l’elenco dei martiri “ufficiali” provenienti, nel maggior numero dei casi, dalla cattolicissima America latina; certo: molto spesso non sono ragioni religiose a portare alle uccisioni, ma contrapposizioni storiche e culturali, ma ciò non toglie che essere cristiani, oggi, è decisamente pericoloso.
Non solo: l’OCSE segnala anche una crescente intolleranza anche in Europa, intolleranza culturale, per ora, ma portatrice di tensioni e incomprensioni. Non va di moda essere cristiano, oggi, e tutti lo sperimentiamo. Paradossalmente, dopo un momento di profonda riflessione e giudizio sul passato, quando ad essere intolleranti erano i cattolici (benedetto il “mea culpa” fatto durante il Giubileo!), si sono ribaltate le parti: oggi, anche a causa dell’amplificazione abnorme del grave scandalo della pedofilia, sono i cristiani ad essere messi sul banco degli imputati per qualunque cosa. Questa insofferenza la verifichiamo, nel concreto, nei discorsi da bar o in ufficio, dove pochi difendono il vangelo e nessuno difende la Chiesa (come se “la Chiesa” fosse qualcosa di diverso da noi…). Il Signore l’aveva predetto: se viviamo sul serio il vangelo corriamo il rischio di imitare il Maestro anche della sofferenza e nell’incomprensione.
Due atteggiamenti, allora, devono condurci: da una parte l’impegno ad essere trasparenza di Dio, coerenti (non fanatici!) nell’essere discepoli e, nel contempo, la crescita nella fede come valore assoluto, non barattabile, disposti a preferire il Signore alla vita. E se ogni cinque minuti un cristiano viene ucciso, perché non rispolverare la mia proposta di dedicare cinque minuti di preghiera al giorno, ricordandoci, alla fine, di elevare una preghiera per chi subisce violenza? Così, solo per equilibrare: cinque minuti di tenebra contro cinque minuti di luce. Nella logica di Dio.
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