E’ un articolo che devo aver letto qualche mese fa e che non trovo più, perso nella piramide egizia degli appunti sulla mia scrivania. Si tratta di una iniziativa di una associazione (benedetta) che ha deciso di dare identità ai tanti senza fissa dimora, gergo politicamente corretto per indicare i barboni, i clochard, fotografandoli. Molte di queste persone sono lentamente scivolate verso il nulla, altre lo hanno scelto come gesto di alienazione da un mondo in cui non si riconoscono.
Mi è rimasto, fra i molti, lo sguardo del signore che vedete.
Un uomo con una storia, una dignità, un’identità.
Non un “barbone”.
Questa è una (la più) preziosa eredità del cristianesimo: siamo importanti, nonostante le nostre sconfitte o i nostri successi. Per Dio siamo un capolavoro, un pezzo unico. In un mondo (tragico e farsesco) in cui tutto è monetizzato, in cui conti se appari, vali se sei notato da qualche media, il volto sorridente di un nessuno, un Lazzaro che muore alla porta del ricco epulone, un poverocristo splendore del Padre, mi mette gioia nel cuore.
E benedico Dio.
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