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E’ un articolo che devo aver letto qualche mese fa e che non trovo più, perso nella piramide egizia degli appunti sulla mia scrivania. Si tratta di una iniziativa di una associazione (benedetta) che ha deciso di dare identità ai tanti senza fissa dimora, gergo politicamente corretto per indicare i barboni, i clochard, fotografandoli. Molte di queste persone sono lentamente scivolate verso il nulla, altre lo hanno scelto come gesto di alienazione da un mondo in cui non si riconoscono.

Mi è rimasto, fra i molti, lo sguardo del signore che vedete.

Un uomo con una storia, una dignità, un’identità.

Non un “barbone”.

Questa è una (la più) preziosa eredità del cristianesimo: siamo importanti, nonostante le nostre sconfitte o i nostri successi. Per Dio siamo un capolavoro, un pezzo unico. In un mondo (tragico e farsesco) in cui tutto è monetizzato, in cui conti se appari, vali se sei notato da qualche media, il volto sorridente di un nessuno, un Lazzaro che muore alla porta del ricco epulone, un poverocristo splendore del Padre, mi mette gioia nel cuore.

E benedico Dio.

15 Comments

  • Tizi, 10 Febbraio 2011 @ 17:10 Reply

    Si Paolo, non a caso Gesù ha scelto gli ultimi della società, i poveri ed è morto tra due peccatori.
    Dice: Beati gli ultimi perchè saranno i primi nel regno dei cieli; questo concetto a questo mondo povero di valori sembra uno scandalo ma in verità è la cosa pià bella che si possa attuare.
    Lo sguardo del signore suindicato è uno sguardo limpido, sorridente, sincero con gioia di vivere, nonostante tutto. E anch’io davanti a questa persona mi commuovo e penso : beato lui.Forse la povertà è una virtù e un valore al giorno d’oggi?

  • robi, 10 Febbraio 2011 @ 18:06 Reply

    Quanto è vero.
    Credo che il denaro ed il potere non ci aiutino a capire il senso profondo di chi siamo, il sogno di Dio che dobbiamo realizzare.
    Quando pensiamo alla nostra vita, abbagliati dalla nostra immagine, dalle nostre sconfitte o dai nostri successi,
    dovremmo ricordarci che DIO NON PRODUCE SCARTI e ognuno di noi è UNICO E IRRIPETIBILE.
    Hai ragione Paolo “per Dio siamo un capolavoro, un pezzo unico”

  • Jenny, 10 Febbraio 2011 @ 22:42 Reply

    Grazie don Paolo x tutto,saluti e preghiere x tutti.Ciao amici del BLOG!!

  • Molly, 11 Febbraio 2011 @ 10:02 Reply

    NOI SIAMO IL SALE DELLA TERRA: e lo siamo comunque ….

    salatamentemolly

  • cristinad, 11 Febbraio 2011 @ 10:41 Reply

    Grazie Paolo per ricordarci tutto ciò…ogni tanto noi ce lo dimentichiamo.. Il serpente tentatore a volte riesce a farci dimenticare che noi siamo ad IMMAGINE E SOMIGLIANZA…e noi ci cadiamo! Grazie a Dio , a te a tutti voi e per oggi il pensiero sia…Dio NON PRODUCE SCARTI !!!!

  • Stefano (Perugia), 11 Febbraio 2011 @ 12:45 Reply

    Ho impresso nel mio cuore due ricordi, due incontri con persone meno fortunate di me che mi hanno lasciato un senso di grande tristezza. Il primo è accaduto nel 1998 a Roma, nei pressi della Stazione Termini, dove mi trovavo per caso a passare in un pomeriggio primaverile, durante le ore di libertà dal servizio militare. Ad un tratto sentii piangere, mi voltai, e vidi una vecchietta, una barbona, seduta per terra in un angolo del marciapiede. Singhiozzava disperatamente. Ero alquanto turbato e rimasi interdetto: cosa fare? Mi decisi e mi avvicinai, interrompendo così per un attimo quell’intenso pianto. Chiesi timidamente a quella vecchietta se avesse avuto bisogno di qualcosa. La mia domanda ebbe l’effetto di provocare di nuovo un pianto dirotto. La poverina incominciò ad urlarmi parole sconclusionate. Mi ricordo che gesticolava contro di me, nel suo sproloquio senza senso. Non ebbi il coraggio di dire altro. Me ne andai turbato e con il cuore che batteva all’impazzata. Non ero riuscito a fare nulla per quella vecchietta se non rivolgergli una domanda banale la cui risposta era di tutta evidenza: certo che aveva bisogno di qualcosa, di un po’ di amore, ciò che io e tutte le persone che quel pomeriggio passarono di lì senza neppure vederla non eravamo stati in grado di darle.
    Qualche anno dopo in una delle gelide notti invernali tipiche di Perugia, la città dove vivo, il mio relax serale davanti alla televisione venne bruscamente interrotto da grida provenienti dal piazzale condominiale. Mi affacciai alla finestra e vidi un trasandato signore di mezza età, un barbone, gesticolare e chiedere, strillando, qualche spicciolo. Anche in quell’occasione mi fermai all’apparenza e restai inchiodato da quelle grida in un (purtroppo consueto) immobilismo. Mentre nella mia mente (e nel mio cuore) si susseguivano ondate di sentimenti contrastanti sul da farsi, il mio vicino di casa gli lanciò dal terrazzo due coperte. Senza pensarci su aveva capito il bisogno e risposto prontamente al suo prossimo in difficoltà. Il barbone smise di urlare ed iniziò a ringraziare ed a benedire: “Che bello” – disse – “due coperte! Stanotte non sentirò freddo!”. Mentre ancora ringraziava uno dei figli del mio coinquilino scese per strada e gli diede qualche soldo insieme a del cibo. Con semplicità e prontezza il mio vicino era stato il buon Samaritano di quel signore più sfortunato. Nel confronto con quel gesto di vera e gratuita solidarietà il mio cuore indurito e pavido si sentì ancora più misero. È vero: spesso vivo una vita veloce, frenetica, affamata di tempo e che non sa guardare i bisogni di chi, invece, cammina lentamente. Correndo, però, rischio di perdermi l’altro e di guardare, così, solo me stesso.

  • laura, 11 Febbraio 2011 @ 13:09 Reply

    guardare a se stessi di per se non é una cosa negativa, dipende come e cosa guardismo. Un contatto costante e attento alla parte che é dentro di noi,se non é un ripiegarsi e rimuginare su quello che non va, ma é un costruttivo interrogarsi alla luce del vangelo, fa bene. E si riesce a vedere meglio, oltre a noi stesdi, anche chi ci sta attorno. Ed é importante riscoprirci amati, e quindi scoprire la nostra dignita’, e quando succede si diventa capaci anche di vedere il bello in noi e negli altri, e si diventa capaci anche di rispondere prontamente ai bisogni di chi incontriamo.
    La nostra dignita’ é qualcosa che tutti abbiamo, ma che purtroppo non tutti sappiamo di avere, o crediamo che dipenda dalle cose sbagliate…

  • Marco Co, 11 Febbraio 2011 @ 13:51 Reply

    L’uomo vale in quanto tale. E’ creatura di Dio.
    E benedico Dio con te!

  • Molly, 11 Febbraio 2011 @ 13:56 Reply

    per stefano: mi permeto di dirti che la prossima volta sarai tu il vicino di qualcuno che tirera’ una coperta o dara’ del cibo!
    bello vero?

    qui a roma diciamo che i barboni non mancano come non mancano dei fratelli che tentano di venderti qualcosa ai semafori o mentre passeggi e ti rincorrono dicendoti che hanno fame… ho imparata (uscendo dal mio guscio!) a girare l’angolo e comprare un pezzo di pizza e … avvicinarmi e dire: hai fame vuoi della pizza l’ho comprata per te! uff che fatica scrollarsi di dosso i tanti pregiudizi acquisiti in anni e anni e che ti trovi appiccicati addosso comke cozze sugli scogli ..va bhe nulla di eclatante…
    cozzamentemolly

  • maria rosaria, 11 Febbraio 2011 @ 19:45 Reply

    Hanno perso la casa, il lavoro a causa dell’alcool, della droga, di un amore non condiviso della famiglia disgregata, :

    hanno perso la loro “Dignità”.

    Dignità : da “dignus” = “degno”.

    Hanno perso la stima di se stessi, si sentono delle nullità, non si sentono in grado di poter fare qualcosa per migliorare la situazione, si vergognano e, non si sentono “degni”.

    Gesù, fin dall’inizio della sua predicazione è stato in mezzo ai poveri, agli ammalati, agli sfiduciati, agli oppressi, ha provato nel suo Cuore la loro indigenza, si è fatto prossimo, si è fatto uno di loro, ha provato compassione e…li ha guariti, li ha accarezzati, li ha abbracciati, ha dato loro da mangiare e,soprattutto, li ha “AMATI”.

    “VENGA IL TUO REGNO”, prega Gesù, “COME IN CIELO COSì IN TERRA”;

    “Venga il Tuo Regno”, pregano tutti nella preghiera del “Padre Nostro”;

    Si,Signore, Venga il Tuo Regno!

    Ci saranno Cieli nuovi e Terra nuova, dove i componenti di un’unica e grande famiglia possono contare sull’amore e la cooperazione di tutti gli altri; la grande famiglia dei Figli di Dio.

    “Si tratta di una iniziativa di una associazione (benedetta) che ha deciso di dare identità ai tanti senza fissa dimora” :

    si, si può cominciare da uno; se aspettiamo di aiutarli tutti insieme, non li aiuteremo mai.

    Chiediamo a Gesù affinchè l’Umanità Intera possa riavere la propria dignità; e, davanti agli uomini, e, davanti a Dio.

    Jenny, grazie delle preghiere, non bastano mai.

  • Jenny, 11 Febbraio 2011 @ 23:28 Reply

    X Maria Rosaria, forse non mi crederai….ma prego quasi tutto il giorno.Spero che il SIGNORE ascolti le mie preghiere,LUI è l’essere più importante della mia vita.” SIGNORE GESU’ CRISTO,FIGLIO DI DIO ABBI PIETA’ DI ME”. Ciao

  • elio, 12 Febbraio 2011 @ 10:01 Reply

    S.Francesco non è stato solo un precursore di un tempo nuovo di un modo di interpretare la sofferenza, ma è stato anche colui che dava dignità agl’ultimi, amore a chi non sperava più di riceverne, gioia della speranza di essere amati per ciò che siamo cioè Figli di Dio. Diceva un poeta della beat generation “il denaro ha comprato la coscenza del mondo” io penso che sarà l’Amore di Dio a riscattarla attraverso noi che crediamo nella Parola.

  • maria rosaria, 12 Febbraio 2011 @ 10:48 Reply

    Ti credo Jenny, non avresti motivo di dire una cosa per un’altra.

    Di solito io prego così:”Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di noi che siamo peccatori”.

    Ho un pensiero fisso: “Salvare il mondo”.

  • maria rosaria, 13 Febbraio 2011 @ 17:43 Reply

    Quanta dignità ha donato oggi il nostro Santo Padre Benedetto XVI in Piazza San Pietro!

    STRAORDINARIO!

  • Vera, 18 Febbraio 2011 @ 14:50 Reply

    SIGNORE,
    NON SONO DEGNA
    DI PARTECIPARE ALLA TUA MENSA…
    MA DI’ SOLTANTO UNA PAROLA,
    ED IO SARO’ SALVATA!

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