Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

E Adonai Elohim (si) disse: «Non è bene che l’umano sia alla sua solitudine. Farò per lui un soccorso come di fronte a lui». E Adonai Elohim plasmò fuori dell’humus ogni vivente dei campi e ogni volatile dei cieli e [li] fece venire verso l’umano per vedere quello che griderà loro; e tutto quello che griderà a lui l’umano [a un] essere vivente, è il suo nome. E l’umano gridò dei nomi per tutto il bestiame e per il volatile dei cieli, e per ogni vivente del campo; ma per umano non trovò soccorso come di fronte a lui. E Adonai Elohim fece cadere un torpore sull’umano, che si addormentò, e prese uno dei suoi lati e chiuse la carne al suo posto. E Adonai Elohim costruì il lato che aveva preso dall’umano in donna e la fece venire verso l’umano. E l’umano (si) disse: «Questa qui, questa volta, è osso dalle mie ossa e carne dalla mia carne; a questa qui sarà gridato “donna” poiché da “uomo” è stata presa, questa qui!». Perciò uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si attaccherà alla sua donna e diventeranno una carne unica. E loro due erano nudi, l’umano e la sua donna, e non si facevano vergogna. (Gn 2,18.25)

Non è bene che l’essere umano sia solo. La frase, perentoria, fa notare un’evoluzione nel pensiero di Adonai. Impressionante: come se Dio cambiasse idea, si rendesse conto che qualcosa non è sufficiente. Nel rapporto di reciprocità fra Dio e l’uomo, anche Dio scopre che l’uomo evolve.

Fino ad ora ‘adam è androgino, contiene in sé l’uomo e la donna, ma questa situazione non può funzionare, non da’ soddisfazione.

Dio si accorge del bisogno, del problema, e trova la soluzione: farà un soccorso come di fronte a lui (2,18-20). Fare un “soccorso”, indica, nella Bibbia, un intervento decisivo di fronte ad un pericolo mortale. Il “come” è approssimativo: neanche Dio sa bene come fare e il “di fronte a lui” è intraducibile in italiano, indica un’alterità, ma anche con una sfumatura, di affronto.

Gli animali non adempiono a questo soccorso, Adonai trova un’altra soluzione.

L’adam cade nel sonno e viene tagliato a metà. Non una costola, ma un lato, come i due stipiti della porta, viene tagliato, tolto. Bene commenta Rashi di Troyes parlando di una doppia mancanza: l’umano non assiste alla sua divisione, alla creazione della donna e non conosce l’altra parte di sé. La relazione nasce da una mancanza.

Adonai presenta la donna all’uomo, la relazione è un dono divino.

La mancanza del cibo che l’uomo non deve toccare, la mancanza della conoscenza della propria origine, dell’origine dell’altro e della relazione che ne scaturisce, definiscono il cammino dell’uomo, la propria identità.

La reazione dell’umano è sconcertante: esulta, certo, ma la sua affermazione è inquietante: questa qui (!) è frutto delle sue ossa, della sua carne, ed anche il suo nome (isha) deriva da sé (ish)! L’uomo colma la mancanza come se sapesse tutto, in realtà non sa nulla! ‘adam accorcia le distanze, non vuole mantenere la tensione, possiede, dona un significato forzato, sbilancia, è la reazione nel fondo egoistica dell’innamorato. Dio non è citato, nemmeno il fatto che la donna gli sia stata presentata. Nulla.

È un tassello enorme per la comprensione del mistero dell’uomo: anche la relazione va costruita, va accolta la dimensione, nella relazione di coppia, del non conoscere la profonda alterità dell’altro, mascolinità e femminilità vanno anzitutto accolte per quello che sono: mistero.

Quanto materiale! Fermiamoci qualche attimo per tirare qualche conclusione:

la solitudine è insostenibile per l’uomo, mortale. Alla luce completa della rivelazione, ne conosciamo la ragione: siamo fatti ad immagine della Trinità. Abbiamo paura della solitudine (giustamente!) perché contraddice la nostra natura profonda. Tutto ciò che ci conduce alla comunione, anche nella fatica, ci porta alla somiglianza, ciò che ci porta all’egoismo ci rende dissimili…  a noi stessi!

L’essere umano è fatto da due parti, maschile e femminile e la relazione nasce dal riconoscimento di una mancanza: al maschile manca il femminile, al femminile manca il maschile. Nel rapporto a volte conflittuale fra uomo/donna, nella confusione dei ruoli, l’assenza inaccettabile del padre, l’umanità rischia di allontanarsi dalla somiglianza. Dio, di cui ‘adam è immagine, è dunque maschile/femminile.

Ma anche nella relazione è nascosto il rischio della semplificazione eccessiva: l’entusiasmo di ‘adam è rischioso, finto, una manifestazione di potere. Se neghiamo la dimensione del mistero, se mettiamo sempre e solo noi stessi al centro dell’universo (anche affettivo!) non riusciremo mai a trovare quell’aiuto di cui l’essere umano necessita.

L’imbarazzo, lo sconcerto di fronte alla reazione di Ish sono colmati dal narratore che indica una soluzione, la giusta prospettiva:

perciò l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si attaccherà alla sua donna e diventeranno una carne unica. (2,24)

Straordinario! Proviamo a capire:

perciò = non ha senso con quanto detto sopra se non che il narratore vuole porre una soluzione all’atteggiamento possessivo di ish

abbandonerà la sua famiglia = per incontrare veramente l’altro bisogna avere il coraggio di abbandonare la propria idea di famiglia, la proiezione dell’uomo/donna ideali

si attaccherà = verbo che ha a che fare con l’alleanza, con la ricerca, con l’alterità. Ish pensa di avere capito tutto, di sapere già, gli viene proposto, invece, di andare oltre: l’incontro è solo un inizio di un lungo percorso!

Una carne unica = niente a che fare col sesso! La carne, nella Bibbia, indica la parte fragile dell’umanità: riconoscere la propria fragilità, il proprio limite, ammettere di non sapere significa aprirsi alla disponibilità di generare (carne unica) la vita, sia affettivamente (una relazione) che geneticamente (un figlio).

La conclusione è tragica: isha non parla, tace, asseconda il possesso, ha assunto un ruolo (differenza con altri miti di altri popoli). Il grande assente è Adonai: la sua idea di fare uno di fronte a lui è fallita, ‘adam, scisso in ish e isha, preferisce ricomporsi, non riconosce che la distinzione è necessaria, ricompone frettolosamente l’unità. Sono nudi, ma non se ne accorgono, la loro differenza, al momento, è negata.

L’amore di fusione impedisce il riconoscimento dell’azione di Dio, nega la differenza come valore, esalta l’altro come proiezione del sé. Un amore cieco che avrà tragiche conseguenze.

Dio ha un progetto di alterità su di noi ed è proprio lui il grande assente nelle coppie, nell’amore. Al limite gli si riconosce il ruolo di Creatore dell’amore, ma non lo si ascolta quanto svela l’origine profonda dell’amore che egli stesso ha inventato.

L’amore di fusione, decantato e idealizzato dalla nostra società, è fautore di gravi incomprensioni: è la diversità, la manchevolezza, la coscienza del limite che aprono la strada all’alleanza. Un matrimonio non diventa proiezione del sé nell’altro, ma nell’accoglienza stupita dell’alterità.

40 Comments

  • robi, 19 Novembre 2010 @ 14:07 Reply

    Paolo, che bello! ho appena riascoltato il tuo commento alle ‘Pagine della Genesi’ che abbiamo condiviso a Vicoforte quest’estate
    è incredibile che una pagina scritta migliaia di anni fa contenga così tanti suggerimenti per i problemi del nostro tempo, delle indicazioni così precise per l’affettività della famiglia, di ogni coppia, di ognuno di noi
    Robi

  • Janus, 19 Novembre 2010 @ 15:50 Reply

    @ Paolo

    Questo passaggio non l’ho proprio capito.
    Grazie.

    “La conclusione è tragica: isha non parla, tace, asseconda il possesso, ha assunto un ruolo (differenza con altri miti di altri popoli). Il grande assente è Adonai: la sua idea di fare uno di fronte a lui è fallita, ‘adam, scisso in ish e isha, preferisce ricomporsi, non riconosce che la distinzione è necessaria, ricompone frettolosamente l’unità. Sono nudi, ma non se ne accorgono, la loro differenza, al momento, è negata.”

    Janus

  • laura, 19 Novembre 2010 @ 16:41 Reply

    @ Janus
    potrebbe esserti utile ascoltare la registrazione del ritiro per coppie sulla genesi che trovi su trlp, ne parla in maniera più esaustiva.

  • Jenny, 19 Novembre 2010 @ 17:57 Reply

    Non centra niente con il post,ti ringrazio x l’omelia che c’è in” la chiesa”,don Paolo ti ringrazio di cuore.A tutti una preghiera,ciao

  • Lidia, 19 Novembre 2010 @ 21:43 Reply

    Pensavo di essere fuori dal mondo con le mie idee al riguardo (nessun prete me le ha contestate, ma mi hanno sempre guardato come una venusiana o marziana … appunto “fuori dal mondo” :-D), ma queste tue parole mi hanno confermato tutto e consolato di più.

    Paolo, mi hai dato una grande gioia.

  • Vera, 20 Novembre 2010 @ 19:43 Reply

    Creandoci Dio ha deciso…
    Dio fuori dal tempo, infinito, potente, senza nome…
    decide di contrarsi, limitarsi, spiegarsi, e darsi un nome, che sarà Padre,
    per permettere di esistere alla sua creatura preferita
    uomo e donna insieme
    …..
    e per permetter loro di dare i nomi a tutte le altre sue creature
    (questo poi è qualcosa mi commuove da sempre, moltissimo…)
    nomi “arbitrari’ diversi, solo la donna avrà un nome vicino all’uomo,
    perché scissa da lui.
    …..
    Il perciò non ha davvero senso perché padri e madri devono ancora venire…
    …..
    Doppia separazione per uomo e donna;
    mancanze su mancanze da colmare…
    nostalgia profonda di Dio in entrambi
    sofferenza profonda, per questo…
    perché noi siamo fatti a sua immagine;
    ed incapacità costituzionale per tutti e due di sperimentare la completezza dell’umano, poiché separati nella loro essenza originaria
    (maschile e femminile insieme)e divisi perché possano sperimentare la relazione… di Amore!
    …..
    Dio nella relazione uomo-donna,
    più importante dell’ uomo e della donna,
    relazione stessa come dono divino nella somiglianza
    fatta di alterità e diversità…. mistero…
    Sì, io so bene cos’é tutto questo! so cosa vuol dire…
    Io non conosco invece la fusione!
    …..
    La parola che più mi resta addosso dopo aver letto questo post è mancanza.
    Io so per esperienza che nessuna relazione umana potrà mai colmare
    gli ampi spazi vuoti o riempire le piccole fessure tra le mie speranze
    di fusione
    (cioé di completa comprensione conoscenza unione)!!
    né famiglia, né amici … nessuno.
    …..
    Perché siamo tutti nella stessa situazione…
    ugualmente ed egoisticamente incapaci di amarci e capirci davvero come Dio ci ama e ci capisce, come Gesù ha mostrato di capirci e amarci…
    Egoisti noi tutti tranne che in alcune rare occasioni, quando lasciamo che Dio agisca in-con-per noi… e a volte succede!

    Un poeta ha scritto una frase che mi piace molto e che descrive bene secondo me la condizione umana, ha detto: “nel letto della morte si gratta ognuno con le proprie unghie”
    che nel senso più ampio indica la solitudine profonda di noi tutti…
    Io però la completo sempre aggiungendo:
    “Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua immagine.” salmo 17
    ……
    e so che allora non sentirò più alcuna mancanza…

  • Janus, 22 Novembre 2010 @ 11:58 Reply

    @ Paolo
    Continuo a non capire … aiuto!

    @ Lidia
    Visto che pare Paolo abbia confermato una tua visione … aiutami almeno tu!

    ….

    Mi sembra non si sia fatta grande strada da quanto detto nel Simposio di Platone da parte di Aristofane a riguardo dell’androgino ….

    Boh ?

    Janus

  • Paolo, 22 Novembre 2010 @ 13:19 Reply

    Scusate il ritardo ma ero al ritiro per coppie.
    La traduzione che uso, di Wenin, dice che Dio si occupa della solitudine di Adam, che nemmeno la compartecipazione alla creazione riesce a colmare. durante il sonno Dio divide in due Adam (niente costola ma due stipiti di una porta). La nuova situazione è quella di due esseri uno di fronte all’altro, due metà messe di fronte. Ma Adam fa il furbo: dice di capire cosa è successo (e invece dormiva), riconduce a sè l’altro essere, la donna (questa qui è un pezzo di me!), scorda il fatto che è Dio ad avergliela condotta. La conclusione del redattore: perciò l’uomo lascerà… eccetera è una specie di soluzione a questa visione di fusione dell’amore. Per risolvere la tentazione di ridurre l’altro a parte di sè, occorre abbandonare la propria idea di famiglia (il padre e la madre) e riconoscere la parte debole (la carne non ha a che vedere col sesso, ma con la fragilità!). Per fare una coppia occorre riconoscere la diversità dell’altro, accogliere la diversità riconoscendo che è l’altra mia metà, e che è Dio che me lo conduce. Il testo richiama tutti al mistero che è l’altro e alla fatica del confronto di coppia.

  • lucia v., 22 Novembre 2010 @ 16:12 Reply

    che bello Paolo!

    ritorno al ritiro con la mente e con il cuore e scopro con rinnovata meraviglia la bellezza di un marito che come non ci azzecca niente con me!
    Così diversi e probabilmente così solidi nonostante le continue interperie.
    La diversità è veramente un valore fondamentale nelle relazioni soprattutto di coppia. L’alterità diventa risorsa e non più ostacolo!

    vi lascio un pensiero su questo tema del Beato Federico Ozanam da una lettera scritta alla moglie, un po’ romantico forse ma profondamente attuale

    “ Essere insieme vuol dire lasciare traboccare naturalmente quello che si agita nel cuore ed effonderlo nel cuore altrui; vuol dire confondere i flutti di due vite diverse e sentirli scorrere più limpidi e più dolci entro rive meno strette; vuol dire arrivare a quell’unione di anime , che è l’opera meravigliosa dell’amore, avvicinarsi ogni giorno di più con l’imitazione scambievole di quello che ognuno ha di buono, stringersi attraverso la reciproca devozione di due volontà che non ne formano che una, perdersi e ritrovarsi l’uno nell’altra e fare così bene che Dio solo possa distinguerli e riconoscerli, senza mai separarli!.”

  • Janus, 22 Novembre 2010 @ 17:42 Reply

    @ Paolo

    … ora ho capito un pelo di più … ma lo trovo un punto di vista un pelo troppo “psicanalitico” e cervellotico … mi piace di più la lettura “escatologica” e “sacramentale” che si può trarre dal rapporto di coppia e che tende e si perfeziona appunto nel marimonio …

    Mahh …

    Salùt
    Janus

  • Paolo, 22 Novembre 2010 @ 18:09 Reply

    @ janus

    Più di teologia antropologica che psicologica, ma tutte le interpretazioni arricchiscono!

  • Vera, 22 Novembre 2010 @ 18:56 Reply

    La conclusione è tragica: isha non parla, tace, asseconda il possesso, ha assunto un ruolo.

    Isha mi preoccupa un po’: certo non le assomiglio!
    dite che devo preoccuparmi di più?
    Vera

  • Janus, 23 Novembre 2010 @ 01:24 Reply

    @ Paolo

    So che te ne farai una ragione 🙂 , ma di tutte le cose che hai scritto, ‘sto pezzo su Adamo, Eva e l’Amore di Fusione è tra i meno chiari ed i più cervellotici che mi sia capitato di leggere 🙂

    A mio avviso ci sono un paio di errori teologici:

    – Dio non si evolve, non sbaglia non si corregge… se asseconda Adam, lo fa perchè Dio è Amore ed è mosso dal dolore che prova Adamo per la sua solitudine.

    … tenero questo Dio … fin dal principio … Adam, la creatura prediletta, fatta a sua immagine e somiglianza … non si accontenta della Contemplazione di Dio … e Dio non se la piglia! Anzi, soccorre la sua creatura …

    – Dio non fallisce se rispetta la Libertà di Adam nel voler dividersi in principio femminile e maschile … in due alterità simili … nel voler avvicinarsi più agli animali che ha nominato che al Dio che lo ha creato! Poi Adam non ha chiesto di divenire Ish rispetto ad Isha … è Dio che compie l’unica separazione possible e contemplata nell’Ordine Naturale che ha stabilito.

    Da qui una serie di letture che trovo curiose:

    – Adam riconosce Eva come proveniente da se … dalla sue membra, carni, ossa … perchè secondo te fa il furbo ? Perchè eserciterebbe Possesso , Potere, egoismo ?
    Perchè dici che non riconosce il fatto che sia stato Dio a portargliela ?? … di li a breve dirà proprio a Dio :”La donna che mi hai messo al fianco … etc etc”

    – Perchè addebiti ad Adam il tenativo di “fusione” con Eva ? Adam voleva un altro essere … pari a lui … della sua stessa specie … ora che ce l’ha se lo tiene “separato” ben bene 🙂
    Avesse bramato il dominio ed il possesso … aveva il Creato a disposizone … scusa!

    – Adamo ed Eva si percepiscono diversi … semplicemene non provano vergogna della nudità …. non che non la avvertono! Sono, fino a questo momento, ancora nella Grazia di Dio!

    – “Bene commenta Rashi di Troyes parlando di una doppia mancanza: l’umano non assiste alla sua divisione, alla creazione della donna e non conosce l’altra parte di sé. La relazione nasce da una mancanza. Adonai presenta la donna all’uomo, la relazione è un dono divino. La mancanza del cibo che l’uomo non deve toccare, la mancanza della conoscenza della propria origine, dell’origine dell’altro e della relazione che ne scaturisce, definiscono il cammino dell’uomo, la propria identità.”
    L’amico Rashi parla da Rabbino medievale … noi no Paolo vero ? Al Talmud preferiamo il Vangelo 🙂
    La sequenza delle “mancanze” … se non è falsa è quanto meno dubbia … sicuramente molto ebraica 🙂 !
    Non conosciamo la nostra origine e l’origne dei nostri mali ed anche l’Origine della nostra una Salvezza?
    Adamo riconosce subito Eva … perchè Rashi dice che non consciamo la nostra metà ?
    Il frutto proibito è una “macanza” per l’uomo?

    – Mi piace molto quando descrivi la relazione come dono di Dio, quando sottolinei la necessità della presenza di Dio nel rapporto di coppia etc etc …

    – Comprendo pure l’analisi di quello che chiami Amore di Fusione … e ne avverto il pericolo e la pericolosità oggi …
    Non lo vedo però esemplificato in Adamo ed Eva … anzi … credo che antropologicamente … nasca da un atteggiamento opposto a quello di Adam!

    … mi fermo qui….

    A presto
    Janus

  • Vera, 23 Novembre 2010 @ 05:47 Reply

    Buoongiorno a tutti.
    Non mi è possibile leggere la traduzione dei primi capitoli di Wenin,
    quindi mi baso solo su quanto Paolo ci riporta, però mi piacerebbe tanto sapere quali termini sono usati nel cap. 1 della genesi quando “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” probabilmente non saranno ish e isha, vero?, ma qualcosa che illustra meglio la diversità e la specificità del maschile e femminile, è così?
    ……
    Ad ogni modo prima di dirsi “Non è bene che l’essere umano sia solo…. ”
    Dio aveva già deciso di farli maschio e femmina… Non dimentichiamoci che si tratta comunque di una Narrazione con sequenza logica e temporale per raccontare l’atemporalità di Dio, il prima e dopo sono solo per noi…
    ……
    Io credo che Dio abbia deciso di fare dell’umano uno e due (a sua immagine in tutto) perché solo nella relazione c’è amore come nella relazione Padre Figlio Spirito Santo.
    Ma credo anche di parlare di cose più grandi di me e su questo mi fermo qui.
    ……
    A proposito della possibilità che Dio offre ad Adam di dare i nomi alle creature permettendogli quindi – anche così – di collaborare alla creazione, vorrei sottolineare che l’umano fa questo quando è ancora maschile e femminile, prima di essere scisso, quando è ancora umanità, e sono pertanto uguali l’uomo e la donna davanti a Dio, a se stessi e al potere che hanno sulla Creazione
    ……
    Devo però ammettere che, da donna, la passività e l’atteggiamento di isha mi disturbano perché lei si fa “complice” del comportamento (sbagliato!?) di ish e complice, per di più, in maniera silenziosa.
    ……
    e c’è ancora una domanda con cui ieri sono andata a dormire… (e oggi mi sono svegliata!) se questo di Ish è già un atto di “insubordinazione”… anche se ok non si accorgono ancora di essere nudi…
    ma è comunque il primo passo nella direzione sbagliata… quello che a distanza di pochi cm sembra nulla ma sui km farà deviare la freccia dal bersaglio e porterà Adamo ed Eva al peccato… e inizia Adamo ed Eva asseconda… allora l’allontanamento da Dio comincia prima della fatidica mela….
    Ma di nuovo credo di parlare di cose più grandi di me e mi ri-fermo qui.
    ……
    per finire:
    Adamo: dalla terra come dice la radice del suo nome, Eva da una terra già diventata carne ossa sangue, più “nobile”?
    dalla costola: Eva
    dal costato di Gesù: sangue e acqua sacramenti chiesa
    dallo stipite della porta: Eva
    (Dt 6, 4-9) Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore…. li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
    ……
    Uomo e Donna: soli nostalgici incompleti uguali diversi complementari interdipendenti armonici.

    A Janus: non so da dove venga l’interpretaione della mancanza: io la sento dentro di me.

  • Paolo, 23 Novembre 2010 @ 07:11 Reply

    @ janus

    amico mio, certo che me ne faccio una ragione!
    Tieni presente che questo è un commento particolare, non la Parola di Dio, quindi, giustamente, continuiamo ad approfondirla e a coglierne molti aspetti.

    Nello specifico:
    * Adam chiama Eva (che non ha ancora nome) “questa qui” per tre volte e dice che è un pezzo di sé, roba sua, sua proprietà. Non ha assistito alla sua creazione, ma pensa di conoscere già tutto. Sai quando in una coppia uno pensa di sapere già tutto dell’altro? Una roba così. Il riconoscimento della provenienza da Dio avviene per accusare Dio. Adamo sa che viene da Dio ma non lo ammette e lo ammette solo per lamentarsene!

    * Per “fusione” intendo l’atteggiamento diffuso nella concezione affettiva odierna di volere che l’altro sia identico a me (nei gusti, nelle scelte, nelle prospettive), creando una simbiosi poco salubre (uno dei due si annulla nell’altro). Il concetto ebraico di “di fronte”, indica invece una distanza/contrapposizione salubre.

    * La prima parte della frase è di Rashi, la seconda è mia. Sì: Adamo, come vedremo, vede il non poter toccare l’albero come un limite e non lo sopporta. Il peccato dell’uomo è non voler sopportare il proprio limite, limite che è esattamente la differenza con Dio. Ovviamente la nostra lettura è esegetica, e nella fede va poi integrata con la pienezza della Rivelazione, ma nulla toglie che si possa studiare ed approfondire per coglierne quanti più aspetti possibili. (Il problema non è che è medioevale, sii onesto. Anche Tommaso d’Aquino lo è! Siamo sempre lì: ti devi ancora convertire)

    * questa analisi, che derivo dal più grande conoscitore di Gn 1-12, è solo uno sviluppo dell’esegesi tradizionale (da Agostino a Sant’Alfonso!) e si affianca alle tante altre interpretazioni, basandosi su una maggiore conoscenza del testo ebraico. Poi, come dice bene la Chiesa di sè, la Rivelazione è composta dalla Parola e dalla sua interpretazione autentica. Ma, fidati, nulla di quanto detto (a parte un’annotazione nel brano sulla creazione che non HAI notato la volta scorsa, sull’ex-nihilo che l testo sembra ignorare, creando il mondo dal caos primordiale) scalfisce minimamente la tradizione consolidata (la creazione, l’uomo e la donna, la caduta) ma approfondisce da un’angolazione nuova (e leggermente inquietante) la relazione di coppia che funziona solo se riconosce l’alterità dell’altro (e non lo ingloba, pensa al ruolo femminile nell’islam)

    Mò basta però che devo lavorare sul serio, ragazzi: se non scrivo non magno

    PS: so che non hai tempo ma nei file audio trovi maggiori informazioni e il contesto
    PPS la sezione di questi post intende approfondire la Parola, non sono un biblista, ma cerco di far risuonare in me la Parola. Come direbbero i rabbini (ma non li cito sennò non leggi, ah! ah!): “La Bibbia ha settanta volti”

  • Lidia, 23 Novembre 2010 @ 07:44 Reply

    Mah, l’unico punto che mi lascia perplessa è la passività di Eva
    che è solo in quel momento però.

    A meno di buttar per aria tutta Genesi, mi pare sia stata lei ad essere tentata e sia stata lei a dare il frutto proibito (si parla solo di frutto … e anche su questo termine ci sarebbe da dire solo “meditando il termine”).
    Nel momento del PO quello passivo è stato Adamo, non Eva.

    Altra cosa strana è il motivo per cui viene detto solo ad Adamo che “abbandonerà suo padre e sua madre”, come mai non è stata detta la stessa cosa anche ad Eva?

    Per tutto il resto condivido l’interpretazione di Wenin/Paolo che quanto meno illuminano sulle deviazioni relazionali tra i uomini e donne soprattutto nel matrimonio.

    P.S. prendete queste parole come domande perchè non conosco né greco, né aramaico, né altra lingua arcaica … (cosa per cui – spesso – a sentire le varie traduzioni chiedo al Signore – ridendo – “ma si può sapere cosa caspita hai davvero detto?”)

  • Lucia1, 23 Novembre 2010 @ 08:21 Reply

    Ho letto qualcosa di Wenin e apprezzo la sua “teologia antropologica”, ma a volte la trovo un po’ esasperata.

    Se posso dare il mio contributo, vorrei aggiungere che Adam in ebraico è plurale e indica l’umanità indifferenziata, perciò quando “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” l’immagine di Dio non è nell’essere di Adam, ma nella relazione d’amore che c’è tra maschio e femmina (quando si amano come Dio ama, come per esempio nel Cantico dei Cantici).
    Dio è amore e dove c’è un matrimonio ben riuscito lì troviamo l’immagine di Dio.

    P.S. Mi è stato detto che per maschio e femmina si usano dei termini specificatamente sessuali che non sono Ish e Isha

  • Vera, 23 Novembre 2010 @ 14:09 Reply

    Grazie Lucia1,
    (riusciresti a trovare i termini usati per maschio e femmina?)

    ma vorrei chiederti: ho capito bene?
    tu dici che l’immagine secondo cui siamo stati creati è solo nella relazione maschio/femmina/matrimonio e non invece nell’essere umano in sé (uomo donna -l’umanità) creato interamente a sua immagine e somiglianza?
    ……
    Io credo che la sua immagine e somiglianza l’abbiamo scolpita indelebile nel DNA dell’anima!
    e credo che la relazione di amore non sia circoscritta all’amore coniugale soltanto,
    ma sia Amore per ogni cosa creata. Da lì la mia mancanza e nostalgia…
    mentre invece quando penso alla fusione e mi piacerebbe sperimentarla, penso a due esseri diversi che riescono ad agire diversamente, ma comunicare e sentire allo stesso modo pur rimanendo diversi e a capirsi completamente… (o quasi!) non certo alla fusione simbiotica copia e incolla di cui parla Paolo!
    ……
    Ben vengano poi le interpretazioni che liberano Eva e le donne dal peso di una cultura, anche teologica, che ci vedeva portatrici di sole mele e peccato!
    ……
    (Però è vero che devo trovare il tempo di stirare (ne avrò per almeno un paio d’ore) basteranno ad ascoltare qualche file audio?)

    ….però sulla faccenda della passività di isha mi piacerebbe sentire cosa pensano le altre donne del Blog…

  • Lucia1, 24 Novembre 2010 @ 08:25 Reply

    @Vera
    Per trovare i termini precisi dovrei chiedere a un mio amico biblista e docente di ebraico, se hai un po’ di pazienza….
    Per quanto riguarda l’interpretazione dell’immagine non è mia e non è completa, molti biblisti la interpretano anche così. Il redattore del libro della Genesi pensa che l’amore (sessuale) tra maschio e femmina è creativo di una nuova vita e poichè questa è una caratteristica tipica di Dio in questo c’è la sua immagine e somiglianza, poi i teologi ebrei e cristiani hanno approfondito e allargato il concetto fino a Giovanni che nella sua lettera proclama felicemente che “Dio è Amore!”.
    Io penso che dovunque ci sia una manifestazione d’amore, verso un altro uomo, o verso il creato, lì ci sia l’immagine (offuscata dai nostri limiti) di Dio che, come dici tu, è scritta nel nostro dna.

    Per quanto riguarda la passività di Isha io non la riscontro, anzi, prima del peccato la coppia originale era felice nel giardino (infatti “tutti e due erano nudi, ma non ne provavano vergogna = non gliene importava niente dei difetti l’uno dell’altro); solo dopo “aver mangiato il frutto” della conoscenza del bene e del male si accorgono di essere nudi (dei limiti reciproci) e il rapporto tra loro si rovina (conseguenza è che la donna viene sottoposta alla brama dell’uomo che la dominerà).

    Non so se era questo che volevi sapere, spero di non aver creato ulteriore confusione a nessuno (comunque il tutto non è farina del mio sacco, ma di studio di diversi libri su Genesi che ho avuto occasione di fare).

    Un caldo abbraccio a tutti e buona giornata.

  • Simone, 24 Novembre 2010 @ 11:02 Reply

    Per quanto riguarda i termini “maschio e femmina Dio li creò”….
    Qualcuno potrebbe trovarsi spaesato nel leggere la mia riflessione o darmi del pazzo, ma traducendo dall’ebraico saltano fuori cose diverse dalla nostra traduzione italiana. E accetto benissimo le correzioni, non mi ritengo certo un teologo.

    Comunque….

    Adam è tutta l’umanità e ciascuno di noi, uomini e donne.
    Al sesto giorno della creazione, Adam viene creato “maschio e femmina” ci dice il testo.
    Quando è detto che l’uomo è creato maschio e femmina, noi abbiamo sempre capito che fossero uomo e donna a livello biologico. Ma non si tratta di qualcosa di osservabile, si tratta di qualcosa di interiore a noi.
    La parola “maschio” (zakor) è la stessa del verbo “ricordarsi”.
    La parola “femmina” (nqebah) è la stessa di “buco”, una profondità abissale, senza fondo, piena di energie incompiute che gravitano tutte intorno al nucleo fondatore, l’immagine divina.
    Con il suo polo “maschile” quindi l’Uomo “si ricorda” del suo polo “femminile”. Essere maschio significa ricordarsi dell’immagine di Dio nascosta nel profondo di se stessi, partendo alla conquista della propria femminilità interiore, dell’immensa riserva di energia che giace al fondo dell’essere, per penetrarla fino al nome divino che essa racchiude.
    In questa dinamica il polo maschile sposa il polo femminile, sposa queste energie, le incorpora e acquisisce così la conoscenza.
    La fisica quantistica si connette a questa intuizione del legame profondo tra energia e conoscenza, dice cioè cose che erano già scritte nella Bibbia almeno dal tredicesimo secolo avanti Cristo.

    Andando avanti nella Genesi, poi incontriamo questa benedetta “costola” ( sel’a) che significa “lato” ed è fondato sulla radice sel, che è l’ “ombra”.
    Dunque la parte trascendente di ogni essere umano è una tenebra infinita capace di luce. E ricollegandoci ancora al femminile, l’Uomo è fondamentalmente colui che è capace di ricordarsi di questo abisso.
    La bibbia CEI ci dice “non è bene che l’umano sia alla sua solitudine, farò per lui un soccorso come di fronte a lui ”
    Un’altra traduzione può essere….
    “L’ADAM SOLO DI SE’ (privo di se stesso) NON PUO’ ESSERE COMPIUTO. FACCIAMO PER LUI UN AIUTO CAPACE DI COMUNICARE CON LUI”
    Fino al sesto giorno l’Adam è confuso con la parte femminile e fa fatica ad incontrarla, deve dunque differenziarsi. Dio metterà dunque di fronte all’Adam l’altro lato di sé, affinchè si compia. Il verbo nagod tradotto con “di fronte a lui” dalla maggior parte delle Bibbie prende il significato anche di “comunicare”, il polo “maschile” deve comunicare con quello “femminile”.

    Il fatto della differenziazione biologica dei sessi uomo e donna avviene solo con l’esilio dal giardino dell’Eden. Infatti Eva non c’è nel paradiso terrestre. C’è issah (la “sposa”)e ish (“lo sposo”). Il polo maschile e il polo femminile devono sposarsi.

    Avrei da dire una marea di cose, ma mi fermo qui 🙂

  • Vera, 24 Novembre 2010 @ 11:46 Reply

    Grazie Lucia1!, sei molto gentile,(e saggia ad avere amici biblisti), tranquilla non ho certo fretta, e comunque non preoccuparti, se Dio vuole troverò il modo – prima o poi – di soddisfare le mie molte curiosità!

    Nella foresta fitta delle interpretazioni si rischia di perdersi… e tutto sembra anche molto affascinante…
    (grazie Simone)

    …a me però piace l’interpretazione allargata e approfondita che riguarda la totalità dell’essere umano fatto a immagine e somiglianza di Dio, e non solo la sua capacità di generare sia pur estesa metaforicamente alla sua capacità di essere creativo in ogni campo dell’esperienza!, come spiegare altrimenti nell’uomo, l’ansia e nostalgia di infinito amore e completezza il desidoerio di unione con tutto il creato l’empatia profonda con le creature? questa per me è essere fatti come Lui, vedere e sentire le cose un po’ a modo s Suo…
    ……
    P.S.grazie a Dio verrà presto il tempo in cui potremo contemplare il Suo Volto senza più ricorrere a parole ed interpretazioni!!!

    Cari saluti
    Vera

  • Vera, 24 Novembre 2010 @ 11:47 Reply

    Non sono in grado di verificare e neppure sicura che sia un messaggio lecito, pertinente lo è di sicuro! comunque mi è arrivato così… da fonte sicura, e ve lo rigiro:
    :::
    Oggetto: SEGNALAZIONE EDITORIALE Il numero di Famiglia Cristiana in uscita oggi in edicola e nelle parrocchie, offre in allegato a soli 6,90 euro in più il libro “In coppia con Dio”, di Paolo Curtaz. CONSIGLIATISSIMO!

  • Simone, 24 Novembre 2010 @ 11:50 Reply

    Comunque per chi fosse interessato legga anche il mio commento, chi non è interessato salti 🙂

    Bibiba CEI “E Adonai Elohim fece cadere un torpore sull’umano, che si addormentò, e prese uno dei suoi lati e chiuse la carne al suo posto. E Adonai Elohim costruì il lato che aveva preso dall’umano in donna e la fece venire verso l’umano.”
    Un’altra traduzione…
    “ELOHIM FA CADERE SULL’ADAM UN SONNO ED EGLI S’ADDORMENTA; [DIO]PRENDE UNO DEI SUOI LATI E SIGILLA LA CARNE NEL SUO PROFONDO. ELOHIM COSTRUISCE IL LATO CHE HA PRESO DALL’ADAM [E NE FA] ISSAH CHE FA ANDARE VERSO L’ADAM”
    Tre termini, “cadere, “sonno”, “addormentarsi, danno una pesantezza tutta particolare al nuovo stato nel quale Dio introduce l’Adam.
    “Cadere” significa ritrovarsi al centro dello spazio nel quale l’Adam dovrà lavorare.
    Il “sonno” (taredemah) è la forma composta di redem “sonno profondo”. Può venire letto come un’ “esplorazione” (tur), verso la “somiglianza”. L’Adam è invitato a esplorare la strada della somiglianza a Dio.
    Egli “si addormenta” (yasen). Il verbo “addormentarsi” in questo contesto, significa che l’Adam viene portato da Dio fino al Principio stesso del suo essere, il sonno è un risveglio.

    Ora, nel “profondo” (tahetenah), di questo lato, Dio sigilla la carne (tahetenah, forma composta da tahat, il “profondo”, deriva la radice hatunah, il “matrimonio”). Un canto nuziale si leva allora dal profondo di questo lato. L’Adam è chiamato a sposare l’altro lato.

    Bibbia CEI “E Adonai Elohim costruì il lato che aveva preso dall’umano in donna e la fece venire verso l’umano. E l’umano (si) disse: «Questa qui, questa volta, è osso dalle mie ossa e carne dalla mia carne; a questa qui sarà gridato “donna” poiché da “uomo” è stata presa, questa qui!». Perciò uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si attaccherà alla sua donna e diventeranno una carne unica. E loro due erano nudi, l’umano e la sua donna, e non si facevano vergogna.”
    Altra traduzione….
    “ELOHIM COSTRUISCE IN ISSAH [SPOSA] IL LATO CHE HA PRESO DALL’ADAM E LA FA ANDARE VERSO L’ADAM. L’ADAM DICE: QUESTA DI COLPO, OSSO DELLE MIE OSSA E CARNE DELLA MIA CARNE: QUESTA EGLI CHIAMA ISSAH PERCHE’ DA IS E’ TRATTA”

    Issah in qualità di sposa, deve essere sposata da Is, l’Adam; e da questa unione nascerà il Figlio.
    L’Adam riceve uno “shock” scoprendolo, ha uno shock dinanzi al mondo immenso che si apre a lui, che egli non conosceva ma che conoscerà grazie ad essa, “osso delle mie ossa”, dice della sua Issah.
    In ebraico ‘esem, l’”osso”, è adoperato per parlare della parte più intima dell’essere, quella che sta sotto le apparenze, la “sostanza” nascosta che tiene sigillata la carne. E “carne della mia carne” esclama l’Adam vedendo il nucleo divino, fondamento il suo essere. Immerso nel più profondo di se stesso, nell’abisso delle acque del suo incompiuto, l’Adam vive il battesimo d’acqua. Non potrebbe andare verso il battesimo di fuoco senza aver visto la luce. Anche Mosè ebbe il suo battesimo d’acqua in Egitto e al roveto ardente fece l’esperienza del santo Nome. Provvisto di quella sola forza, potè ritornare in Egitto per affrontare l’Avversario, faraone, e salvare il suo popolo. L’apostolo Paolo, sbalzato da cavallo sulla strada di Damasco, ricevette l’illuminazione e con essa la forza dei suoi battesimi.

    La Bibbia Cei “Perciò uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si attaccherà alla sua donna e diventeranno una carne unica. E loro due erano nudi, l’umano e la sua donna, e non si facevano vergogna”
    Altra traduzione
    “PER QUESTO IS (LO SPOSO) LASCERA’ SUO PADRE E SUA MADRE E SI LEGHERA’ ALLA SUA ISSAH (SPOSA) ED ESSI DIVENTERANNO CARNE UNA”.
    Per la tradizione mistica ebraica, “padre e madre” sono rispettivamente “saggezza e intelligenza” che presiedono ai valori di ogni terra compiuta. Infatti affrontiamo ora la dinamica del compimento; prendiamo la strada che conduce l’Adam dall’immagine divina che è visto, fino alla somiglianza. Questa strada è quella di ognuno di noi.

  • Simone, 24 Novembre 2010 @ 12:10 Reply

    mi sono dimenticato un pezzo…”lasciare padre e madre” significa appunto rinunciare ai valori inerenti a un campo di conoscenza che ci ha fornito fino ad oggi dei punti di appoggio andando in un campo più vasto di verità.
    Si giungerà ad un campo di unione tra Is e Issah.
    Saranno nudi, l’Adam e la sua Issah e non più confusi.
    La parola ‘arom (“nudo”) è la stessa parola usata per descrivere il serpente, in quel caso però noi l’abbiamo tradotta “astuto”, perchè la furbizia è conoscenza, abilità, di una strategia. Dunque l’adam “nudo” è capace di sposare la sua Issah interiore uscendo dalla confusione (in ebraico bus, che noi abbiamo tradotto “vergogna”).

    Ecco ho finito….Ora potete scomunicarmi 🙂

  • Simone, 24 Novembre 2010 @ 13:32 Reply

    Comunque Lucia1 e Vera aspetto anche io una futura risposta da un biblista.
    A parte il mio scritto di pazzia i termini oggetivi usati sono…

    maschio –> zakor
    femmina –> nqebah
    sposa –> ‘issah
    sposo –> ‘is

    dopo l’esilio dall’Eden si parla di Hawah (Eva).

  • Janus, 24 Novembre 2010 @ 14:00 Reply

    @ Simone

    Grande, grande davvero!
    Grazie per il tempo ed il lavoro!

    Janus

  • Vera, 24 Novembre 2010 @ 14:01 Reply

    Grazie Simone!

  • Paolo, 24 Novembre 2010 @ 14:14 Reply

    Bene ragazzi, un’altra lettura che arricchisce tutti!

  • simone, 24 Novembre 2010 @ 14:16 Reply

    comunque ragazzi (per me sono tutti giovani 🙂 ) sia ben chiaro questa è una interpretazione che personalmente accetto rispetto ad altre perchè la Genesi secondo me è qualcosa che avviene in ogni uomo, a partire da “Dio creò i cieli e la terra” considerando i cieli e la terra interni a noi.
    Questo ce lo conferma il Cristo “i cieli sono dentro di voi” (Lc 17,21).

    Chi riesce a trovare poi altre vie di lettura sono solo contento e confermano che l’ebraico è una lingua viva, per niente riduttiva. E trovo stupendo anche ciò che ci dice Paolo.

    Per quanto riguarda la Genesi trovo molto illuminante una teologa cristiana ortodossa Annick de Souzenelle. Vi avviso comunque che i libri sono allucinanti, ti viene voglia di piantarli lì dopo 2 secondi, ci sono lettere ebraiche che saltano fuori dappertutto. Sono piccoli ma richiedono una facoltà mentale notevole, perchè prende ogni parola ebraica e te la spiega.
    COn un po’ di pazienza comunque qualcosa si estrapola.
    Vedo anche che negli ultimi anni è molto letta anche da sacerdoti cattolici.

  • Lidia, 24 Novembre 2010 @ 16:08 Reply

    @Simone,
    🙂

  • simone, 24 Novembre 2010 @ 18:01 Reply

    non dovete ringraziare me, ma tutti quelli che si fanno domande, cercano e diffondono conoscenza.
    Nessun commento può essere considerato superficiale o stupido, siamo tutti qui per confrontarci e ben vengano pensieri diversi.

  • Vera, 24 Novembre 2010 @ 18:10 Reply

    Caro Simone, se tu rispondi a una mia domanda… dimmi, chi vuoi che io ringrazi?
    Certo, tanta gente cerca la conoscenza, la diffonde, si chiese e risponde…
    ma a me oggi hai risposto anche tu! Qundi… Grazie!

    P.S.Interessante anche Annick de Souzenelle, ho già visto qualcosa di lei… mi piace…
    Ciao
    Vera

  • simone, 24 Novembre 2010 @ 18:59 Reply

    @Vera
    E io devo ringraziare chi mi ha portato a quelle conclusioni. E sarei solo contento di continuare in futuro a parlare del serpente e di Eva, l’effettiva donna.
    Sia ben chiaro non pretendo di avere la verità assoluta, altre vostre riflessioni e quella di Paolo stanno in piedi benissimo, e non posso dire niente.

    Su Annick purtroppo ci sono pochi siti in Italia che parlano di lei.
    E ci stiamo accorgendo un po’ troppo tardi dei suoi lavori, ormai è over 80enne e non so ancora per quanto verrà in Italia a fare conferenze. Io ho assistito all’ultima e posso solo ringraziare Dio di averla incontrata.
    (Nel caso ti interessasse la trascrizione dell’ultima conferenza basta chi mi contatti a guida.s@hotmail.it che te la invio. In quella riflessione cerca di trovare analogie di verità tra miti (Teseo, Edipo, la ricerca del vello d’oro, del Graal) e la Sacra Scrittura. Sia ben chiaro non mettendo sullo stesso livello la scrittura rivelata da Dio e quella scritta in modo “laico”).

    Comunque è una teologa che ognuno è libero di condivedere o no…è ortodossa, quindi qualcuno potrebbe non accettarla.
    Personalmente mi ha aperto un mondo sconosciuto delle Sacre Scritture che finora nessun teologo cattolico aveva fatto.
    E se io nelle mie riflessioni metto parecchi riferimenti all’ebraico, non è per fare il saputello ma perchè ormai associo antico testamento=ebraico. Se è stato scritto in quella lingua ci sarà un motivo e se sono state messe determinate parole ci sarà un motivo. Le traduzioni hanno fatto perdere dei significati… indubbiamente poi nessuno nega che la nostra traduzione è guidata dallo Spirito Santo ed è stata fatta molto bene e dobbiamo cambiare tutto perchè una signora francese di 80 anni ci dice il contrario!
    Io parlo per me…tra i teologi che ho conosciuto io la trovo la più illuminante. Ha scritto proprio un libretto dei primi 3 capitoli della Genesi dove prende ogni singola parola ebraica e la sviluppa, quello che ho scritto è semplicemente un po’ il sunto.
    Chi lo vuol leggere lo legga, però poi non mi richieda indietro i soldi 🙂 E’ una bella badosta di concetti

  • Lucia1, 25 Novembre 2010 @ 15:39 Reply

    @Simone

    Ho letto solo ora il tuo spunto di riflessione: hai fatto un lavoro eccezionale. Anch’io sono affascinata da Genesi e da come già 2500 anni fa avessero già capito l’uomo forse meglio di noi (è o non è parola ispirata?)
    Comunque complimenti, stai studiando moltissimo per essere solo un “ragazzo” :-).
    Vorrei solo che tu non fossi sempre sulla difensiva e non ti sentissi giudicato quando scrivi sul blog.
    E’ vero che in passato ci sono state discussioni un po’ forti, ma siamo ancora tutti qui a leggerci ed è questa la forza di questa nostra parrocchia virtuale: ognuno porta il suo contributo, grande o piccolo che sia, qualcuno si sentirà arricchito e qualcun altro no, ma che importa, ne sarà valsa la pena solo per quel singolo.
    Un abbraccio a tutti i “ragazzi” del blog e al nostro parroco oberato di lavoro (come tutti i parroci, si sa):

  • simone, 25 Novembre 2010 @ 16:27 Reply

    Sto cercando di crescere a riguardo, so benissimo di avere un caratteraccio, ma se sono ancora qui è perché trovo in voi una comunità eccezionale che mi può far crescere 🙂

  • maria rosaria, 25 Novembre 2010 @ 23:00 Reply

    Gesù ha detto: «all’inizio non era così» (cf Mt 19,8).

    È la rivelazione del grande mistero.

    Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo.

    E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! (Ef 5,21-32)

    Dice Giovanni Paolo II: «In egual misura l’uomo e la donna… sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale» (MD 6); per cui:l’uomo e la donna sono uguali come origine: «ad immagine e somiglianza di Dio»; per questo, «la donna è un altro “io” nella comune umanità» (MD 6); ma complementari nella vita: «…ciò significa il superamento dell’originaria solitudine», quando Adamo viveva il suo rapporto con il creato senza il suo complemento.

    Sono simili a Dio come “creature razionali e libere”; però non possono esistere soli, ma «solo come “unità dei due” e dunque in relazione ad un’altra persona umana» (MD 7).

    Dio è Padre e Madre nello stesso tempo.

  • simone, 26 Novembre 2010 @ 17:08 Reply

    “Dio è padre e Madre”.
    Grazie Maria Rosaria di aver ricordato questa cosa.
    Quando disse quella frase papa Luciani, sconvolse il mondo….“ Dio è papà, più ancora è madre…”

    Se Dio è Padre e Madre, anche noi essendo sua immagine siamo Padre e Madre.
    E io immagino l’atto materno come il “partorire” il divino che c’è in noi, arrivando alla somiglianza.

    Marco 3: 31-35
    “Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: ”Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”.
    Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli!
    Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”.

  • Daniela 2, 16 Dicembre 2010 @ 14:25 Reply

    Ho trovato molto bella questa interpretazione del passo principale della genesi e soprattutto il rimando concreto alla nostra vita relazionale qui ed ora.
    Sullo stesso tema vi consiglio anche il commento di erri de Luca sul libro” penultime notizie su Gesù” oppure ” nocciolo di oliva”, non ricordo.
    Erri traduce le intenzioni di Dio come ” gli faro’ un aiuto come d’innanzi e contro a lui”.
    Mi piace non essere solo un’accompagnatrice di fianco a mio marito, essergli d’aiuto con la mia diversità, precederlo qualche volta, stargli davanti, mettergli davanti l’altro lato delle cose, e , quando necessario non temere di andargli contro, per la gioia di trovare insieme la giusta direzione.
    Amarsi non è guardarsi negli occhi ma guardare insieme nella stessa Direzione.
    Forse solo così, come ci ha indicato Colui che ci ha creati, possiamo amarci in modo libero e responsabile, riconoscendo la vera Fonte del nostro amarci e la direzione comune da percorrere nel rispetto della nostra diversità.
    Prego perché il matrimonio venga riconosciuto nuovamente come missione sacramentale meravigliosa quale è, e si finisca di svilirlo con superficiali considerazioni ispirate da colui che vuole la divisione delle nostre famiglie e la nostra dannazione in eterno.
    Buon matrimonio a tutti,
    D

  • simona, 11 Aprile 2011 @ 14:17 Reply

    milllllle anni dopo…….grazie a tutti 🙂 sto riguardando queste riflessioni,e le trovo ricche di significati per me sconosciuti…..faccio sempre un’enorme fatica con la simbologia dell’AT,QUINDI,GRAZIE ,GRAZIE A TUTTI QUANTI

  • Barbara, 17 Agosto 2022 @ 09:16 Reply

    E’ interessante il gioco apparentemente ambiguo tra l’interpretazione intimistica delle parole della Bibbia e l’interpretazione sociale delle stesse parole, sebbene, forse l’ambiguità esista solo nella traduzione linguistica dell’esperienza che si vuole descrivere che, invece, potrebbe essere soltanto ambivalente o, meglio ancora, polivalente.
    Da un lato il rapporto interiore che l’umano ha con se stesso (con e attraverso Dio), con le proprie diverse facoltà mentali (io, invero, preferisco usare l’espressione “movimenti dell’anima”) e dall’altro lato il rapporto che l’umano ha con tutto ciò che “gli sta di fronte” o, allargando il concetto, intorno (anche questo rapporto è ottimale quando è mediato da ciò che chiamo Dio).
    L’umano è sempre in relazione … è forse questo che “Dio” intende quando dice “non è bene che sia solo”? Dio vuole l’umano capace di relazione, dunque, non necessariamente di compagnia?
    E trovo intrigante, se non quasi vertiginoso, il fatto che “Ishah” (la facoltà di “vedere” l’invisibile”) costituisca proprio l’elemento necessario a realizzare la relazione … in generale, cioè con tutto.
    Ah, se solo potessi essere sicura delle parole che leggo, delle parole che scrivo! Eppure c’è certezza nella comprensione, sempre!
    Grazie per l’accuratezza della traduzione del testo biblico … in certi casi, anche una virgola può spostare il mondo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *