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(…) Alcuni parlano di combattimento  spirituale, ma credo ke non sia la stessa cosa, sento ke sto attraversando una profondissima crisi tanto da pensare di farmi cancellare dalla chiesa cattolica per orientare la mia fede verso una nuova chiesa, i punti di riferimento terreni non esistono, intendo voi preti, così ci si arrangia ma questo serve proprio ad accentuare il mio distacco dalla chiesa, mi sono accorta ke più cerco una guida e più mi accorgo di quanto la chiesa non possa offrire niente di quanto in realtà sia vuota proprio di quel Vangelo (nn voglio fare polemica), allora inizio a pensare ke la chiesa in realtà non esiste, la sola cosa ke esiste è la mia fede. (ultima.delusione, via mail)

Ciao sconosciuta. So che non leggerai mai questa mia risposta e che ti sei arrabbiata per la risposta asciutta che ti ho inviato a mezzo mail e che riporto per completezza: “Mi spiace di questa tua esperienza, non è così per me”. Dallo stile della tua mail furibonda e dal piglio deduco che tu sia una persona giovane, forse una ragazza in piena crisi adolescenziale. Eppure questa tua mail mi dà l’occasione di affrontare un tema sempre più caldo e che mette molte persone in difficoltà: il senso profondo della Chiesa. È un disagio che colpisce anche me, specialmente in questi ultimi mesi in cui si scatenano le rabbie anticlericali e quelle antilaicali, un clima che mi spaventa e che non condivido ribadendo la mia totale adesione ai principi derivanti nel vangelo ma venendo travolto da uno stile aggressivo e pugnace in cui non mi riconosco. Una cosa ho imparato in questi anni: molto spesso le persone che mi si avvicinano e che si professano atee sono, in realtà, anticlericali. E, quasi sempre, fanno benissimo ad esserlo. Non parlo del diciottenne pompatello che si crede ateo e alternativo perché si fa le canne e non vuole entrare in chiesa, no. Parlo, purtoppo, di coloro che nel corso della vita hanno incrociato preti e suore e cristiani che di evangelico avevano ben poco e che di “sacro” avevano solo l’osso su cui si sedevano. Esagero, ovvio, ma voglio riflettere con voi sulla crasi che vedo tra la parola del Maestro e la fatica boia che facciamo a viverla, Paolo in primis. Come posso parlare di Chiesa a Laura che lavora da quindici anni in un asilo di suore e che quando ha detto che aspettava il terzo figlio quasi la scaraventavano fuori dalla porta? Cosa dire a Giovanni che, pieno di belle speranze, è entrato, migliore del suo corso, nel famoso ospedale cattolico e ne è fuggito appena ha potuto? Come consolare Gianni e Mara che hanno visto un prete idiota rifiutare la prima comunione alla propria splendida Sara perché altrove con la testa (Da come la penso io Sara vede Dio faccia a faccia. Siamo noi i “diversamente abili”). Forse vengono tutti a parlare da me quelli che sono rimasti scottati dalla contraddizione dei cristiani, ma, credetemi, non dobbiamo avere paura della conversione che possiamo ancora compiere (Paolo sempre in primis). Quindi vi parlo della Chiesa che Dio aveva nel cuore e che Gesù ha sognato. Lasciate perdere, al momento, tutte le obiezioni che vi saltano in mente, tutte le brutte figure di cristiani (vere o presunte) che avete incontrato nella vostra vita. Io amo la Chiesa, la amo disperatamente, la amo con forza e passione, la servo. La amo perché mi ha donato Cristo, perché ho scoperto che non è la coerenza a salvarci, ma la misericordia. La amo perché ho scoperto che, seppure in un angolino, c’è posto per me e per tutti, se leali cercatori di Dio. Ci sono poi cose che non condivido, che faccio fatica ad accettare. Come altri, nella Chiesa, fanno fatica ad accettare le cose che dico (Poche obiezioni, a dire il vero: sono piuttosto ortodosso!) e come le dico (Moltissime obiezioni: il mio linguaggio è troppo audace!). Non parlo delle solite trite obiezioni sullo stile del Vaticano o su questa o quella posizione ufficiale riguardo a temi sensibili. Credo che la Chiesa debba e possa parlare, interrogarsi, osare andare contro corrente, se ciò ha a che fare con la tutela della vita e del vangelo.

Parlo di quando, nella Chiesa, scordiamo il vangelo, di quando scordiamo la misericordia.

Di quando confondiamo le cose ultime con quelle penultime e terzultime. Amo la Chiesa perché Cristo l’ha amata e ha dato se stesso per lei. Questo non significa che non dobbiamo faticare a capire, crescere, cambiare le situazioni ambigue e lontane dal Regno. Dobbiamo però ammettere con disarmante (evangelica?) semplicità che quest’idea (stramba) della Chiesa è proprio un’idea che ha avuto Gesù. Mannaggia a lui.

57 Comments

  • Paolo, 6 Luglio 2010 @ 07:50 Reply

    @ simone
    Sono contento che tu l’abbia presa meglio e, credimi, non sei controcorrente, controcorrente è chi difende la Chiesa! Alcune puntualizzazioni (ma guarda che mi tocca fare al mare!)

    Nel mondo perfetto non esisterebbe uno Stato della Chiesa. In questo, e la storia lo dimostra, avere uno staterello di pochi chilometri permette al Papa la totale autonomia, senza essere soggetto ad altri potenti. Sulle nunziature anch’io sono perplesso, ma, vedi sopra, nel mondo reale fatti di diplomazie a volte sono necessari

    I dogmi? Sono la coagulazione delle certezze della fede, senza un “dogma” ognuno si farebbe la sua fede (e lo può fare, e ci mancherebbe). Se dici che Gesù non è Dio, cosa che puoi fare, semplicemente non fai parte del gruppo di coloro che dicono che Gesù è Dio, i cristiani. Il mondo è zeppo di dogmi, soprattutto il dogma che dice che non servono i dogmi.

    Sforbiciare i sette sacramenti? Inventati dagli uomini? Cos’è, uno scherzo? TUTTI i sacramenti hanno avuto una evoluzione ma è la comunità primitiva (quella che citi sempre!) che ha visto in quei sacramenti il segno della presenza di Gesù. I gesti di Gesù contengono i sacramenti, ma la comunità ha inteso definirli. Ricorda che l’unico sacramento di cui non c’è traccia in Gesù (a parte la sua partecipazione a Cana) è il matrimonio! La primitiva comunità ha sentito se stessa come un prolungamento dell’opera di Gesù!

    @ Costanza
    😉

    @ janus
    Le divise delle guardie svizzere sono state disegnate da un loto comandante all’inizio del ‘900, ispirandosi ai dipinti di Raffaello alla Loggia, Michelagnolo non c’entra. Notizia tratta da Wiki, ah! ah!

    @ Per tutti
    La rete piena di pesci non si rompe, evitiamo che i pesci si azzannino, aiutiamoci gli uni gli altri.

    Ora spiaggia.

  • lidia, 6 Luglio 2010 @ 08:03 Reply

    Mah! Io credo che la litigiosità sia più che altro dovuta ad una passione per l’argomento Chiesa che tutti noi (ed anche il Signore) vorremmo che fosse come dovrebbe essere.
    Grazie al Cielo non siamo il solito “né carne, né pesce”, oppure dei “tiepidi” e se perdiamo un pochino la calma è perché ci teniamo, magari un po’ troppo, ma “ci teniamo”
    Purtroppo questo “puntare il dito” (accusatore) avviene sempre in direzione orizzontale e ci viene benissimo, mentre dovremmo essere noi stessi delle dita viventi che PUNTANO AL CIELO, AL SIGNORE, A DIO PADRE.
    Questo non significa essere dei beoti a cui tutto sta bene e parecchio superficiale e disincarnati, ma significa un sano realismo di chi vede, pensa e si gioca personalmente senza aspettare che si giochino per prima gli altri (soprattutto il clero di ogni ordine e grado).
    Non è vero che le prime comunità cristiane andavano bene, non è per nulla vero e basta davvero leggere tutto d’un fiato gli Atti degli apostoli o San Paolo. Fin dalle origini c’erano dei problemi, addirittura tra i 12 ce n’erano di questi problemi di “soldi e carriera”.
    Nulla di nuovo sotto questo cielo, nulla di diverso e persino lo sdegno di “quelli che …” è lo stesso ed è ovvio che per una questione di numeri (oggi siamo in più rispetto alle prime comunità cristiane) pare più vasta questa ondata di lamentela.
    Ma, va bene così, va bene tutto perché significa che c’è cuore, c’è passione e c’è tensione.

    Spesso indico la Chiesa come una bicicletta: per funzionare e stare in equilibrio è necessario che qualcuno pedali, altrimenti ….

    C’è sempre stato ti tutto in ogni tempo, le stesse cose che vengono espresse in questo post sono state espresse altrove e si esprimeranno ancora.
    C’è la tendenza di rendere Dio un questione accademica di studio, c’è quella di rendere la Chiesa una specie di Croce Rossa, c’è anche quell’altra di essere materia della curiosità.
    Quando poi si tocca l’argomento “ricchezze” … apriti cielo (c’è cascato anche Giuda no?). Personalmente mi astengo dal giudicare le ricchezze della Chiesa o meglio la povertà di beni a cui i prelati non si sottomettono (pare) perché molto onestamente mi chiedo se io stessa sarei capace di rinunciare a tutto, se io stessa sarei capace di diventare – per scelta – povera di mezzi. Me lo chiedo e mi dico che, no, non ce la farei e quindi uso per il bene questi mezzi.

    Nel Vangelo ci sono “personaggi” che hanno usato la ricchezza della cultura, dell’intelligenza e di mezzi per metterli ai piedi del Signore, li hanno usati per il bene comune.
    La povertà, forse, non è NON AVERE, ma è NON ATTACCARCI A QUESTI BENI (ed è anche un “bene” enorme e prezioso il proprio pensiero, la propria visione e studio delle cose).

    Quindi, manteniamo tutta la passione che va benissimo, ma applichiamola a noi stessi anche … certo che sarebbe davvero buffo “litigare con sé stessi”.

  • simone, 6 Luglio 2010 @ 08:33 Reply

    Grazie a tutti…

    Janus ti ringrazio del messaggio, avrei da ribatterti delle cose ma non lo faccio, ho già scritto tanto su questo e la gente sarà stufa di me.
    Certi tuoi pensieri li condivido a pieno e un domani magari spero di approfondirli. Anche magari solo io e te via mail. Però non in qst momento no che sono sotto esami.

    Grazie Lidia e Paolo del messaggio.
    E scusa se ti tolgo del tempo alla tua vacanza al mare.

    E comunque ci sto riflettendo…la conoscete la storia dell’asino?
    Credo che i cambiamenti della chiesa sarebbero così…se stiamo ad ascoltare la gente si risolve un problema e la gente ne troverà un altro e non si finisce più.
    Tanto vale come dice Paolo ognuno pensi a se stesso.

  • Janus, 6 Luglio 2010 @ 14:02 Reply

    @ Simone

    Mi hai fatto felice 🙂
    Rimane valida sia la strada della mail .. sia la famosa birra che ci beviamo quando vuoi in zona Bocconi.

    @ Paolo
    Wiki non conosce le Leggende … 🙂

    Salùt
    Janus

  • Paolo, 6 Luglio 2010 @ 14:08 Reply

    @ Tutti
    Cavolo, mi fate commuovere, mi sembrate proprio dei bravi discepoli che vanno all’essenziale!

  • simone, 6 Luglio 2010 @ 14:37 Reply

    @ JANUS

    la mia mail comunque è guida.s@hotmail.it

    Adesso in qst sett finisco gli esami e poi sono via per un mese.
    Quindi rinvieremo dopo le vacanze e questa volta di sicuro.

  • Imma, 6 Luglio 2010 @ 16:42 Reply

    Grazie Corrado!
    Con la tua autorevole citazione hai portato un inequivocabile contributo di chiarezza per tutti!

  • lidia, 6 Luglio 2010 @ 17:12 Reply

    @Simone,
    in bocca al lupo per gli esami e … anch’io sono della tua “regione” e molto vicino.

    P.S.: mantieni sempre alta la passione per la verità che è sempre un ottimo mezzo per “pedalare” nella Chiesa, ma aziona anche i freni (che indica la Chiesa) della misericordia su questa bicicletta, tieni ben oliata la catena (con l’Eucarestia) in modo tale che non cada e ti faccia cadere.
    Il “ciclismo” ecclesiale è un gran bello sport, un po’ faticoso (siamo sempre nel tour della montagna 🙁 ), ma alla fine una “maglia” la becchi sempre.
    Il “Patron” è ricco di premi …

  • Lidia, 7 Luglio 2010 @ 07:21 Reply

    @Paolo,
    non per buttare scompiglio e giusto per fare una piccola deviazione dal post
    – ma te la sei cercata con queste tue parole nel commento delle 7,50
    “Ricorda che l’unico sacramento di cui non c’è traccia in Gesù (a parte la sua partecipazione a Cana) è il matrimonio!”)- non sono mica tanto convinta che nel Matrimonio non ci sia traccia in Gesù!!! :-D.

    Se prendiamo le parole di Paolo in Ef 5,21-32 (quella benedetta lettura che si sceglie spesso per i matrimoni, ma che c’entra poco con il Matrimonio umano o almeno non per come viene intesa) ci rendiamo conto che E’ LA VITA STESSA DI GESU’ CHE E’ UN MATRIMONIO IN DIO PADRE CON L’UMANITA’.

    Accenno solo l’argomento altrimenti … mi sbucci come una banana, ma a me pare che sia così.
    Magari se non rompo più del dovuto e se mi gira giusta ti esporrò quanto penso al riguardo in forma privata (se non ho preso lucciole per lanterne ovviamente ;-).

  • Paolo, 7 Luglio 2010 @ 18:50 Reply

    @ Lidia e altri
    La frase nel contesto era un paradosso per smontare un’illusione: i sacramenti sono dei segni della presenza di Cristo che la comunità ha riconosciuto in momenti importanti della vita e non possiamo attribuirli direttamente alla precisa volontà di Gesù. Espliciti comandi del Signore ci sono solo prt quanto riguarda il battesimo (andate e fare discepole tutte le genti battezzandole…), l’eucarestia (fate questo in memoria di me) e il perdono (a chi perdonerete…). Mentre la preghiera degli infermi deriva da una consuetudine testimoniata da san Giacomo (Se un fratello è ammalato chiami a sè gli anziani…). Per l’ordine si tende a vedere nel gesto della chiamata degli apostoli un “sacramento”. Per la cresima, la prassi della Chiesa univa l’effusione dello Spirito al Battesimo e solo molto dopo si separarono i due sacramenti, quando la tradizione del battesimo agli infanti di fatto eliminava il catecumenato. Più problematicp, come dicevo, è trovare il diretto intervento di Gesù sul matrimonio, tant’è vero che la prassi delle prime comunità NON prevedeva un matrimonio speciale, ma solo la preghiera della comunità sugli sposi. Poi si giunse alla benedizione sugli sposi da parte del vescovo e alla riflessione paolina che fa diventare l’amore fra due cristiani un evento sacramentale.
    Ciò che volevo dire, insomma, è che la comunità si percepisce in continuità con ciò che Gesù fa e dice, fa propria la sua missione (annunciare il Regno!), Perciò non è importante fare una cernita dei sacramenti riconducibili a Gesù o meno, perché la prima comunità, investita dal suo Maestro, pone dei segni a lui riconducibili, segno della profonda consapevolezza che la Chiesa ha della missione affidatagli.
    Quindi la prima comunità si pone il problema su come si debbano amare due discepoli e elabora prima una teologia (San Paolo!) e poi una prassi (la benedizione dell’episcopo che diventerà il sacramento del matrimonio)

    Più chiaro, ora?

  • Lidia, 7 Luglio 2010 @ 21:19 Reply

    Wow!!! E finalmente, cappero, un po’ di chiarezza!!!
    Grazie Paolo.
    (però… ti fa bene il mare a quante pare :-D)
    Io però intendevo un’altra sottigliezza (nata maldestramente nel mio pensiero e che va a realizzare la Chiesa) che – se vogliamo rientra nel tuo post perchè è un ricordare in sé stessi il Vangelo e la Misericordia o il Vangelo della Misericordia di Dio con il quale si vive, si soffre e ci si converte costantemente.

    Ogni Sacramento è un’esperienza in crescendo della propria conversione che si attua poi in scelte di vita.
    In alcuni Sacramenti – è vero – non c’è traccia in Gesù, non almeno come nel Battesimo/Confessione/Eucarestia, ma c’è la Sua vita stessa in mezzo agli uomini.

    Insomma, sto parlando di quello sconosciuto Corpo Mistico della Chiesa dove il Matrimonio mistico nasce da un sacerdozio mistico.

    Paolo, non ti arrabbiare e perdonami le stupidate che dico, ma solo in questo modo credo riusciremo ad amare la Chiesa, a soffrire per la Chiesa e personalmente/individualmene renderla sempre più viva, reale, realistica con il coraggio di accusare la colpa, ma non il colpevole.

    L’amore stesso è un Sacramento no? Ed è un Sacramento che riassume in sé tutti gli altri.

    P.S.: ahi ahi, adesso Paolo mi picchia via etere

  • paolocurtaz, 8 Luglio 2010 @ 09:13 Reply

    Possiamo dire molto, ovviamente, a me premeva di restare sul versante teologico. 🙂

  • Lidia, 8 Luglio 2010 @ 11:22 Reply

    🙂 il versante teologico è fondamentale e fontale, solo che sono pochi quelli che riescono a renderlo chiaro come fai tu.
    Quindi …. graaaaaazieeeeeee!!!!

  • Janus, 8 Luglio 2010 @ 12:44 Reply

    @ Tutti

    E’ importante ricordare come il “depositum fidei” (il deposito della nostra fede) si fonda su due pilastri fondamentali:

    – La Sacra Scrittura (Vangelo ed Atti)
    – La Sacra Tradizione (il percorso e la Verità rivelate dallo Spirito Santo agli Apostoli ed ai continuatori dell’opera Apostolica)

    La Chiesa prende ispirazione, difende e trasmette tanto la Sacra Scrittura, quanto la Sacra Tradizione …
    … questo perchè, non tutta la Rivelazione, senza l’opera successiva dello Spirito Santo, sarebbe intelleggibile con la “sola Scrittura” .

    Insomma il fatto che non tutti i Sacramenti siano o meno segni evidenti nel Vangelo di Azioni di Cristo … è argomento capzioso ed, alla Luce del Nostro Credo … senza fondamento.

    In ultima istanza, per tornare al tema del post … la necessità di rimanere ben legati ed ancorati alla nostra Chiesa, al sentirsene parte viva ed attiva … è un bisogno ed una necessità salvifica … poichè nel cammino della Chiesa continua a riverberarsi la Luce della Rivelazione di Cristo.

    E ben attenti ! … la ficucia viscerale che ho verso questa nostra Chiesa deriva da una certezza incrollabile:
    – Dio non revoca i Suoi Doni e le Sue Promesse.

    … Quindi non è per fiducia o per servilismo
    … alle Gerarchie (che sono fatte d’uomini e come tali vittime di errori e debolezze)
    … Ma alla Promessa di Cristo fatta alla sua Chiesa.

    Salùt.
    M.

  • Tizi, 8 Luglio 2010 @ 19:10 Reply

    Purtroppo tante persone come la sconosciuta non si sentono di appartenere o addirittura rinnegano la Chiesa perchè hanno una visione distorta dei vescovi , sacerdoti …
    Dicono che non vanno più in chiesa o che non pregano più perchè non sanno accettare che gli appartenenti al clero sono persone a volte non perfette. Puntano il dito senza conoscere la storia di ognuno e i motivi per i quali hanno sbagliato. Gesù ha detto bene ai farisei quando volevano lapidare la donna adultera: <>.
    Tutti l’hanno condannata senza chiedersi come mai è arrivata a compiere questo errore. Gesù , invece, ha parlato con lei e l’ha perdonata.
    La Chiesa è la famiglia nella quale tutti i battezzati nascono e vivono insieme e sono consacrati a Dio per la loro vocazione.
    Vocazione che in primo luogo vuole dire vivere il Vangelo nonostante le fragilità, le pochezze di ognuno .
    Rimanere nella Chiesa vuole dire avere la Salvezza.
    Solo Dio legge nei cuori degli uomini , solo Dio giudica e solo Dio perdona largamente in particolare i più bisognosi .
    Anch’io cerco di amare , di servire la Chiesa e di rimanere in essa nonostante i periodi non facili che sta percorrendo.
    L’unione fa la forza…
    Ciao a tutti.

  • spina, 11 Luglio 2010 @ 09:42 Reply

    Ciao a tutti….
    Per me essere Chiesa ed essere nella Chiesa vuol dire continuare ad amare e cercare il volto di Dio nella Parola.Non servono complicate strutture per farlo, basta leggere un pezzettino di Vangelo e farsi incuriosire….e poi affascinare.Quindi non mi basta mai e cerco chi ha il dono di spiegarmi, di farmi vedere al di là del senso scontato, cerco chi ha la capacità di rendere nuova ed attualissima quella Parola che magari ho ascoltato tante volte , ma senza cuore.
    Fortunatamente lo Spirito suscita in molte persone questa capacità, io credo di essere diventata capace di riconoscerle, dopo molte delusioni e sofferenze dell’anima.
    E’ così che giorno dopo giorno mi sento Chiesa assieme a tanti altri che come me, cercano , si mettono in cammino, sbagliano ma ripartono, perchè grazie alla Parola hanno capito e visto con i propri occhi il volto pieno di amore e di misericordia di Dio.E c’è di più:anch’io amo enormemente questa Chiesa perchè la sento parte di me , simile a me ,mi sento in comunione con i miei fratelli perchè so che vivono quello che vivo io , ogni giorno,perchè cercano quello che cerco io sempre.
    Non servono altre cose…serve una disposizione del cuore,serve quella nostalgia di Dio che ti fa sempre tornare:serve ed è l’unica cosa che chiedo al mio Dio .
    Poi il mondo è popolato da persone,responsabili dei propri comportamenti e delle proprie scelte…alcune di queste persone pensano o credono di poter comperare Dio e la fede con una laurea in teologia…od altro ….lo pensano…ma Dio la pensa diversamente…ed anche chi ha un cuore reso sensibile alle cose di Dio….Quindi nessuna paura,chi è veramente Chiesa sa , riconosce e continua il suo cammino semplicemente scavalcando le “pietre d’inciampo”. Un abbraccio a tutti Spina

  • Maria Luigia, 12 Agosto 2010 @ 16:42 Reply

    ho riletto per la seconda o terza volta questo articolo perche parte delle osservazioni di questo articolo le ho rilevate anch’io nella mia vita quotidiana e mi riferisco alla non presenza della chiesa nelle problematiche presenti nel corso delle nostre giornate.Anch’io ho cercato l’aiuto di un sacerdote per affrontare in maniera cristiana un mio problema famigliare per me spinoso dloroso.Avevo bisogno di qualcuno che mi guidasse attraverso le sacre scritture e la riflessione a sostenere il peso di quel macigno che avevo, e che ancora ho, sulle spalle.Non è successo nulla nonostante mi sia rivolta ad un sacerdote che si occupa della pastorale della famiglia.Sulle prime mi sono arrabiata come la nostra anonima,poi però ho cercato di ragionare ed ho concluso che anche i ministri della chiesa sono esseri umani con i loro limiti e le loro capacità.Essere un rappresentnte della chiesa non necessariamente è sinonimo di saggezza e di virtù capaci di dare .La disponibilità ad aiutare l’altro è una qualità che possono avere tutti e come tale un aiuto lo possiamo avere da chiunque ami il suo prossimo cristiano e non.Ma l’aiuto maggiore lo dobbiamo chidere a noi stessi amandci di più e per amarci dobbiamo frequentare la parola di Dio atraverso le Sacre Scritture ed attraverso il grande dono d’amore di Gesù suo amatissimo figlio! Coraggio amiamoci come lui ci ha amato e senz’altro staremo un pò meglio.

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