Rabbì, dì a mio fratello che divida con me l’eredità!
L’inquieto protagonista del vangelo di domenica prossima mi permette, nel cuore dell’estate (da me è arrivato il freschetto, fin troppo. Da voi?) di aprire una piccola parentesi evangelica dopo i tanti post su temi scottanti. Gesù si rifiuta di mettere pace fra i due fratelli in lite per questioni di eredità, dice di non essere stato costituito giudice su questi temi. L’apparente maleducata risposta di Gesù nasconde, invece, una delle verità più belle del cristianesimo: l’autonomia delle realtà terrene. Dio ha creato il mondo (sto meditando la Genesi che commenterò con alcuni di voi a Vicoforte dopo Ferragosto) ma non l’ha finito, l’ha affidato ai giardinieri, noi. Nella Creazione Dio limita la sua potenza, meglio, esprime la sua potenza limitandola, e lascia che il Creato funzioni secondo delle sue proprie leggi. Sta a noi scoprirle, assecondarle, portarle a pienezza. Gesù non vuole entrare nel merito della bega per questioni di soldi (quante ne ho viste!) per il semplice motivo che è convinto, tenero!, che l’uomo sia benissimo in grado di risolverle da sé! Dio, perciò, non interviene direttamente a mettere ordine nel caos, ma ha messo nel nostro cuore l’indicazione per trovare nel caos una strada di armonia, di intesa, di giustizia. Potremmo passare delle ore a chiederci se Dio sia un inguaribile ottimista, ma resta il fatto che la responsabilità delle scelte è affidata a noi, perché Dio ci tratta da adulti. Nelle questioni politiche, economiche, sociali, ma anche in quelle piccole della quotidianità, sta a noi ispirarci al Vangelo, senza aspettare che Dio ci soffi il naso.
13 Comments