Non ha fatto molto scalpore. Perlomeno ne ha fatto molto meno di quanto i giornali abbiano dedicato alla presunta gestione discutibile dei beni di Propaganda Fide da parte del Cardinale Sepe. Eppure il nostro vecchio papa teologo, che in questo ultimo anno ha dovuto affrontare una serie di problemi capaci di stroncare un santo (Il caso Williamson, i Legionari di Cristo, i preti predofili e ora ci mancava Sepe!) tira diritto per la sua strada, senza far clamore, impegnato ad assolvere al preciso mandato di Cristo di custodire la fede autentica e di annunciare il volto di Dio. E’ un’idea che accarezzava da tempo e, aiutato da Mons. Ravasi, ora è diventata realtà e proprio s partire dalla nazione che è stata culla del laicismo moderno, la Francia: è “Il cortile dei gentili”, un luogo dove poter incontrare chi si professa ateo, un luogo di scambio e dialogo perchè, come afferma Papa Benedetto, si giunga a cercarlo almeno come Sconosciuto. Un’idea grandiosa, di ripresa di dialogo, di grande onestà intellettuale che già suscita parecchio interesse da parte degli intellettuali atei. Perché l’evangelizzazione è e deve restare la prima preoccupazione della Chiesa, ad ogni costo. E mentre si discute dei beni materiali della Chiesa e della loro gestione, e qualche cristiano passa il tempo ad accusare il mondo di avercela con la Chiesa, Pietro ricorda a tutti che dobbiamo temere il peccato nella Chiesa, non le accuse del mondo, e agisce, cacciando i mercanti dal Tempio e facendo parlare del Padre. Nasce, in forma ufficiale, un luogo di incontro fra cristiani e atei ricordando, come ben spiega Mons. Ravasi, che:
“Bisogna tener conto dei diversi ateismi, non riducibili a un unico modello. Da un lato c’è il grande ateismo di Nietzsche e Marx che purtroppo è andato in crisi, costituito da una spiegazione della realtà alternativa a quella credente, ma con un sua etica, una visione seria e coraggiosa, ad esempio, nel considerare l’uomo solo nell’universo. Poi c’è un ateismo ironico-sarcastico che prende a bersaglio aspetti marginali del credere o letture fondamentaliste della Bibbia. È l’ateismo di Onfray, Dawkins e Hitchens. In terzo luogo vi è un’indifferenza assoluta figlia della secolarizzazione, ben sintetizzata dall’esempio che Charles Taylor fa in ‘L’età secolare’ quando afferma che se Dio venisse oggi in una nostra città, l’unica cosa che succederebbe è che gli chiederebbero i documenti”.
E’ il tempo della conversione, del ritorno all’Essenziale, del dialogo intellettuale onesto per rendere ragione della propria speranza, della trasparenza assoluta dei modi e delle strutture. Questo ci ricorda Pietro, questo possiamo fare a partire dal lembo di Chiesa che rendiamo presente là dove viviamo.
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