Non posso proprio dirle, con mia grande tristezza, di avere un compagno del cuore, un ragazzo con cui condividere tutte le profonde emozioni e ideali di cui ha parlato e che pagina per pagina ho vissuto e fatti miei; però le rivelo che nelle sue riflessioni ho trovato grandissimo conforto, ma soprattutto ho osservato crescere in me la forza e la fiducia di portare a vele spiegate questi veri propositi. Da poco ho chiuso una piccola storia, che speravo fosse d’amore; le ragioni sono diverse, ma a capo di tutte c’è l’abissale differenza che io e questo ragazzo abbiamo nel relazionarci alle cose e agli eventi della vita. Io cerco sempre di scavare e rintracciare la profondità delle cose; lui preferisce rimanere in superficie, così, dice, riesce a mantenersi tranquillo, evita i problemi inutili e soprattutto attraversa con piena soddisfazione i godimenti. (…) Cristina, Milano
Certamente il mondo degli affetti è quello che ci riempie il cuore e ci dona le ali per affrontare le fatiche della vita. Il desiderio di amare e di essere amati, di crescere, di fiorire alla vita, di condividere con un’altra persona un lungo pezzo del proprio percorso alla ricerca della felicità, è un desiderio piantato nel cuore di ogni essere umano. Il tuo desiderio di incontrare una persona da amare e con cui fare una famiglia, Cristina, è bello e pulito, legittimo e grande. Ma difficile da realizzare. Ho scelto di rispondere pubblicamente alla tua lettera, anche se parla di cose riservate, perché il tuo problema, credimi, è immensamente diffuso. Ragazzi e ragazze cresciuti in un contesto cristiano, scoutismo, oratorio, movimenti, che hanno passato gran parte dei loro fine settimana in parrocchia, sono andati a Taizè, hanno costruito e coltivato una propria vita interiore con forza e passione e che si trovano a crescere senza trovare la persona giusta. Agli inizi pensano che sia solo questione di tempo. Poi il tempo rivela loro che la questione è ben più faticosa. Si hanno delle storie, magari quando si inizia a lavorare, ma la descrizione (che ho abbreviato) dell’ultima tua esperienza è assolutamente esemplare: nessuno vuole una storia seria. Se si tratta di uscire e di farsi le coccole va bene, di condividere degli interessi e il letto, magnifico. Ma quando si inizia a parlare di progetti, di valori, di sogni, allora tutto diventa difficile, esagerato, e la gente fugge come se avessi la peste. E non credere che la cosa riguardi solo le ragazze: molto spesso anche i ragazzi vivono la stessa esperienza, magari aggravata dal fatto di avere un carattere timido ed introverso. Sorrido, a volte, pensando di aprire un’agenzia matrimoniale di ragazzi e ragazze troppo seri per il mondo attuale!
Il problema c’è, ed è evidente. Il nostro mondo si è progressivamente superficializzato, quando il Papa parla di cultura edonista parla dell’atteggiamento per cui la vita va vissuta intensamente, senza impegno, sfruttando al massimo ogni esperienza, bruciando ogni emozione.
La prima vittima di questo atteggiamento è proprio l’amore. E in particolare l’amore di coppia. Anche le relazioni di coppia vivono sempre di questo atteggiamento di coinvolgimento parziale: molti vogliono sposarsi lasciando però una porta aperta, con un contratto a termine che eviti complicazioni. Spesso questa scelta avviene di comune accordo: si tenta di vivere insieme, poi, eventualmente si torna sui propri passi con eleganza. Non voglio avere un approccio moralistico su questo aspetto ma, è certo, che l’amore ne soffre. L’amore chiede le ali, non c’è storia. Chiedergli di restare inchiodato a terra lo soffoca. Che dirti ancora, Cristina? Non ti scoraggiare, non pensare di avere fallito la tua vita: saremo giudicati sull’amore, anche se non saremo riusciti a trovare la persona giusta. E amare si può fare sempre, con intensità e forza, con passione e speranza. Ama chi incontri, ama con fiducia e benevolenza, con ironia e cuore leggero. Non abbassare la guardia, però, non arrenderti: continua ad uscire, cura il tuo aspetto e la tua interiorità ma non accontentarti di chi ti promette emozioni senza alcuna intenzione di mantenerle. Il vecchio proverbio “Meglio soli che male accompagnati” ha una sua verità di fondo. E apriti alla vita, continua a servire il Signore in parrocchia o dove credi, magari esci un poco dal tuo contesto ed esplora nuovi mondi, conosci nuove persone. Le nostre piccole vite, affidate al Signore, possono germogliare quando meno ce lo aspettiamo…
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