“Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio” 1,1
Inizio del vangelo, inizio della ‘buona notizia’. Si perché ‘vangelo’, in greco, singnifica semplicemente “buona notizia”. E quanto ne abbiamo bisogno di buone notizie! Che bello: pensate che Marco ci propone, da subito, di metterci in un atteggiamento positivo, propositivo, perché sta per darci una buona notizia. Il nostro mondo è infarcito di cattive notizie, di cronaca nera. Gesù, al contrario, ci propone una cronaca bianca, una prospettiva diversa sulla realtà. Siamo tutti piuttosto portati a vedere le cose negative di me e della realtà, sempre più disposti a sottolineare le cose che non funzionano a discapito delle cose che funzionano. Marco ci avverte che ciò che sta per narrare, comunque, è qualcosa di talmente positivo che può cambiare la nostra vita.
Siamo disposti ad accogliere le buone notizie? Siamo disposti ad uscire dalla nostra esperienza dolorosa per leggere la nostra storia e quella dell’umanità alla luce del vangelo? Intendiamoci: ciascuno parte con il proprio stato d’animo. Esistono persone naturalmente positive e ottimiste e altre naturalmente negative e pessimiste. Ma ciò non cambia la sostanza. Mi ricordo un caro compagno di classe sempre di umore nero. Un giorno, in montagna, davanti a un cielo splendido, gli dissi: “Guarda che meraviglia di tempo” e lui a me: “sì, ma vedrai che non tiene…”. Che roba! Quindi: va bene partire dal proprio stato d’animo ma attenti a non lasciare che le tenebre parlino al nostro cuore. Stiamo per leggere buone notizie!
“Inizio del vangelo di Gesù”
O, meglio ‘su Gesù, che riguardano Gesù’. Sì, Marco sta per parlarci di Gesù, il Nazareno. E’ un chiaro invito a riflettere sull’aspetto umano di Cristo, a fermarci al mistero dell’incarnazione. Noi crediamo che Dio, l’assoluto, l’increato, ha scelto, per amore, di diventare uno di noi, in Gesù, per poterci svelare il mistero profondo del suo essere.
Questo ci mette subito di fronte allo straordinario mistero della logica di Dio. Ci avete mai pensato? L’incarnazione, in sé, perché è avvenuta, ci svela molte cose di Dio, anzitutto la sua logica che dista anni luce dalla nostra. Mettetevi per un attimo al posto di Dio (non fate gli ipocriti scandalizzandovi: ci mettiamo così spesso al posto d Dio!): se aveste dovuto scegliere un tempo e un luogo per diffondere il vostro messaggio, avendo a disposizione la storia intera, quale avreste scelto? Di sicuro non la Palestina duemila anni fa! Un paese occupato, decentrato, senza mezzi di comunicazione. Che so, noi avremmo scelto i nostri giorni, con la possibilità di avere una bella rete televisiva a disposizione o, se proprio duemila anni fa, almeno a Roma, in casa di qualche importante membro del Senato. No: Dio sceglie il nulla di Nazareth, il nascondimento e il silenzio di Nazareth, per dirci qualcosa di enorme. Qual’é la nostra Nazareth? Perché ci va stretta, immaginando per noi situazioni sempre trionfalistiche, eclatanti?
Gesù: questo nome ci commuove, ricordandoci l’immensa umanità di Dio, la straordinaria tenerezza del suo volto. E’ in una logica di amore, di condivisione totale che Dio si fa uomo. Dio sa cosa significa amare, piangere, lavorare, stancarsi, scoraggiarsi, vivere in una famiglia, imparare un mestiere, brindare con gli amici. Dio sa, conosce, perché nessuno di noi possa dire: la mia sofferenza dimora sconosciuta a Dio…
Amiamo Gesù, impariamo a conoscere la sua tenerissima e affascinante umanità. Marco ce ne parlerà, diamogli ascolto.
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