Ci sono stati alcuni eventi, in queste settimane, che mi hanno coinvolto e che sto cercando di portare nel cuore e di farli diventare concretezza e vita. Il G8 in Abruzzo, la lettera pastorale di Papa Benedetto, il viaggio in Africa del presidente Obama… Eventi che, in me, hanno ridestato il desiderio di esserci, di fare, di operare. Ho provato a guardarmi dentro: in questi ultimi anni, forse a partire dall’11 settembre 2001, ho avvertito una sorta di stanchezza e di rassegnazione intorno agli eventi del mondo e anch’io, come molti, sono tentato di vivere nel mio piccolo mondo, senza farmi coinvolgere troppo e cercando di restare a galla. Questo decennio che stiamo vivendo, caratterizzato da una terribile lotta mondiale del terrorismo, con fatti di sangue che neppure riescono a smuoverci (domenica a Baghdad sono stati uccisi sei cristiani con una bomba all’uscita dalla Messa in quella che è una delle più antiche chiese del mondo cristiano) sembra avere smarrito la speranza in un cambiamento. La pace è persa per sempre? L’uomo deve sempre combattere per prevalere? Cosa è servito il vangelo in questi duemila anni? La crisi economica, poi, ampiamente prevista da analisti ovviamente messi a tacere, ha svelato quanto il cuore dell’uomo sia meschino e come l’economia, senza regole etiche, diventa il mostro del ventunesimo secolo. Il capitalismo è una forma di economia che, lasciata senza regole, amplifica a livello mondiale l’egoismo e l’avidità connaturalmente presenti nel cuore degli uomini. Su questi temi, con un tempismo straordinario, è intervenuto il nostro anziano Papa con una splendida lettera enciclica che sto leggendo, piuttosto impegnativa, ma che tenta di dare una lettura e una risposta a questo mondo così affaticato. Infine, il discorso di Barack Obama in Guinea ha finalmente espresso una convinzione proclamata dai missionari da decenni: lo sviluppo dell’Africa è possibile solo in regimi democratici: gli organismi internazionali hanno gettato migliaia di miliardi di dollari che hanno ingrassato personaggi senza scrupoli affamando le popolazioni africane. Speriamo che questa consapevolezza porti a qualche conclusione operativa. Insomma, questa è un’estate che porta in sé qualche seme di speranza e di riflessione. Speriamo che l’uomo si lasci coinvolgere nelle provocazioni papali per portare finalmente la salvezza globale di Cristo ad ogni uomo.
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