Questo è un articolo di prevenzione. Quindi non è molto spirituale, né parla della Parola, né parla di santi o di incontri. Parla delle mie paure. Facciamo che è una specie di confessionale pubblico, occhei? Categoria “mumble mumble”, sottotitolo: “Ma questi mi prendono sul serio”. Siamo ad una settimana dalla nascita del blog curtiano, e le cose vanno, al momento, troppo bene. Trecento e fischia accessi al giorno, ottomila pagine lette, insomma, di che essere contenti. Se vendessi lavastoviglie. Ho iniziato a preoccuparmi quando ho visto gli oltre cento commenti ricevuti, che ho letto, ad alcuni ho pure risposto ed intanto, perché sono sciemo, dai due articoli settimanali, va dai, ne ho fatti uno al giorno. Vabbé, direte voi, l’entusiasmo degli inizi, vedrai che ti passa. Necessariamente altrimenti smetto di vivere e di dormire. Perché, oltre a ‘sta cosa, devo scrivere Parola e preghiera, ho da consegnare tre libri entro l’estate prossima, lavoro in Sovrintendenza, pubblico online ogni settimana la meditazione sulla Parola, dedico qualche ora a settimana ad ascoltare persone e ho pure una vita privata piuttosto impegnativa. Ma questo ci sta: leggendo i vostri commenti, mi si allarga il cuore: belle riflessioni, incoraggiamento (ho sempre creduto di avere un talento da non seppellire, nonostante i miei limiti), e altro. La fifa nera mi arriva da una mail privata (ah, già, oltre al resto facciamo venti mail al giorno, dai!). Un blogger mi scrive: “
Il blog crea divisione invece che
unire !
Frequento spesso quello di Andrea Tornielli (http://blog.ilgiornale.
it/tornielli) per essere aggiornato su quello che accade al Papa ed intorno a
lui e si leggono spesso commenti esagerati, divisori ed anche offensivi. Lo
stesso Tornielli è stato costretto a ri-azzerarlo e limitare (registrare)
l’accesso di chi partecipa.La domanda è : siamo sicuri che oggi Gesù
l’avrebbe usato ? ….. guardandosi in giro, io credo di no.
Conclude: fermati finché sei in tempo. L’ho tranquillizzato, ma io resto agitoso. D’accordo: io scrivo e dico ciò che penso, meno egocentrato possibile, lasciando spazio alla Parola (www.tiracconolaparola.it) con grandi novità in arrivo (curiosi, neh?). Per quanto riguarda questo blog: a voi la scelta. Se la voglia è quella di lasciarsi interrogare dalla Parola, non dalle parole, allora costruiremo. Ho sempre fatto i ritiri nel silenzio più assoluto, perché conosco il valore delle parole, e il loro danno. Come dice un proverbio arabo: “Parla solo se sei sicuro che le tue parole valgono più del silenzio che stai per infrangere”. So che, anche fra credenti, fra discepoli, va di moda la logorrea mondiale: tutti hanno qualcosa da dire. Bello, da una parte, ma rischioso, dall’altra. Chiedete un parere a due cristiani su cosa devono votare o come deve vestirsi un prete o pregare un devoto e si scanneranno (santamente). Questo temo. Perché, invece, nel vangelo è tutto sempre semplice: le persone sono diverse e lo restano, le unisce solo Cristo. Questa è l’utopia della Chiesa: uniti nella diversità. Perciò, please, andiamo all’essenziale: questo non è il blog di Grillo (dignitosissimo) né un talk show urlato dell’ultima generazione, quella che mi fa desiderare di fuggirmene in Australia. Perciò rischio, come dice Nicodemo al Sinedrio, se serve a Dio, continuerà. Ecco allora la moratoria: questo è un porto di mare, chiunque può accedervi. Ma ai marinai che sono saliti sulla barca di Pietro, chiedo la franchezza evangelica, e l’amore dei fratelli. Amen.
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