Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Gv 6,16-21

Siamo soli sulla barca della vita, sta a noi attraversare questo pezzo di mare che ci è stato affidato. Non è facile e a volte abbiamo l’impressione che tutto affondi, che tutto sia inutile, di non essere capaci. Scopriamo a nostre spese di essere dei pessimi marinai, incompetenti e incapaci. A volte, perché negarlo?, la disperazione ci assale, anche se siamo discepoli, anche se siamo cristiani, e vorremmo non esserci, non essere mai stati, non esistere. Sono momenti drammatici, che hanno vissuto anche i grandi santi, anche gli apostoli, che vivrà anche il Maestro Gesù. Eppure, se abbiamo il coraggio di perseverare, di remare, di dimorare, il Signore ci viene in aiuto, ci raggiunge sulla barca, per un attimo percepiamo la sua presenza e il nostro cuore si rassicura. Gesù si è ritirato dalla folla, dopo il clamoroso fallimento del suo miracolo, e cerca luce e conforto presso il padre. Ha di che essere preoccupato eppure vede che siamo in difficoltà e ci raggiunge, si mette da parte e affronta la tempesta per stare con noi. Non avere paura piccolo gregge, al Padre è piaciuto occuparsi di noi e ci dona, oggi e sempre, la rassicurante presenza del Maestro. Solo noi possiamo condurre la nostra barca, fare le nostre scelte, certo. Ma con Gesù a bordo è un’altra cosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *