Non so se, come il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, mi sarei calato nel pozzo e avrei staccato i sigilli per dare la corrente alle 400 famiglie dello stabile occupato. Un po’ per la fifa di restarci secco e un po’ perché non saprei dove prendere i trecentomila euro per pagare le bollette.
Lui ha parlato di “azione disperata” davanti alla considerazione che famiglie con figli piccoli si sono trovate senza corrente (= senza acqua calda, senza frigorifero, al buio) e lo capisco benissimo.
Non conosco le ragioni che hanno spinto tutte quelle famiglie ad occupare un edificio e, certamente, nel mucchio ci saranno degli sfaccendati e dei delinquenti, ma la povertà non è una colpa e chi vive nel mondo reale sa quanto siano fragili di questi tempi le condizioni economiche.
E sì, se mi trovassi per strada con un figlio sarei disposto anche ad occupare uno stabile vuoto da decenni.
So però per quale ragione questa vicenda sia stata (nuovamente) usata come corpo contundente per contrapporre i cristiani alla linea politica dell’attuale governo che bastona chi si piega sulle miserie umane: per smuovere il fango e attirare facili consensi.
Però, alla fine, mi sono anche rotto le scatole di essere ragionevole con chi sragiona e di usare toni pacati con chi urla, e di chiedere obiettività a chi cerca solo la rissa.
Il ministro degli Interni ha auspicato che il suddetto cardinale paghi gli arretrati. Come a insinuare che la Chiesa potrebbe destinare parte delle sue strepitose ricchezze per sollevare il destino di coloro di cui lo Stato sociale non si occupa.
Non so se esistano tesori nascosti da qualche parte.
So che ho fatto il prete per vent’anni. Come vice-parroco in una parrocchia di periferia, anzitutto. E so io quante bollette, bombole del gas, pannolini, latte in polvere il parroco abbia contribuito a pagare, quasi sempre con i soldi delle collette e delle offerte, spesso attingendo al suo piccolo sostentamento. So io quante ore di volontariato nel quartiere sono state fatte da medici e infermieri per tenere aperto un ambulatorio gratuito. E so quanti pasti ogni giorno vengono dati dalle Caritas (6 milioni all’anno) e quanta silenziosa opera sociale i cristiani fanno nei quartieri. So che ho fatto il parroco il microscopiche comunità in alta montagna. E che a prendere a cuore le cappelle costruite dai nostri padri c’erano le persone reali e le loro piccole e grandi offerte, l’interesse per la tutela delle opere d’arte di Comuni e Sovrintendenza, la generosità dell’ 8×1000.
Allora, gentilmente, prima di insultare coloro che da decenni fanno quello che lo Stato non riesce a fare, prima di radere al suolo la civiltà cristiana che guarda sempre con rispetto chi resta indietro e, se possibile, lo aiuta a raggiungere gli altri, prima di soffiare sul rancore piccino e basso delle persone, prima di fare biechi calcoli elettorali calpestando la dignità delle persone, pensiamoci tanto tanto a lungo.
Ecchecavolo.
6 Comments