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E’ uno dei tanti doni del mio pellegrinare in giro per l’Italia: incontrare persone, ascoltare le loro storie, accogliere le loro confidenze.

Siamo a cena insieme, chi mi ha invitato ha voluto a tavola anche un suo caro amico. Parliamo di tante cose ma solo a metà pizza mi racconta la sua storia.

Era un giovane entusiasta, pieno di fuoco, di desiderio di Dio. Ma nel gruppo parrocchiale un po’ lo prendevano in giro, gli davano del “prete”. La sua era, invece, una visione di radicalità che, purtroppo, non trovava in parrocchia. Così si avvicinò ai Testimoni di Geova e, alla fine, aderì con l’entusiasmo del neofiti alla loro proposta, per molti anni, diventando anche uno degli anziani.

Ragioniamo insieme: i TdG, come altre forme di approccio alla fede, anche fra i cattolici, danno molto ed esigono tantissimo. Convinzione assoluta, passione, radicalità. Un’adesione entusiasta che brucia, che convince, che. per natura stessa, non contempla il dubbio. Ci si fida ciecamente, nella Scrittura, in questo caso, interpretata in maniera letterale e fondamentalista.

Provo sempre rispetto nei confronti di chi coinvolge la propria vita in un sogno, qualunque esso sia. E ho visto, negli anni, la stessa intransigenza anche in numerosi movimenti cattolici. Un coinvolgimento emotivo intenso, profondo, radicato e radicale.

Ma in cosa si distingue, se esiste una differenza, l’approccio cattolico?

Nel coinvolgimento della ragione. Il cristianesimo e, in particolare, il cattolicesimo, vagliano l’emozione con la ragione. Questo fa la differenza.

Continua il suo racconto. Molte cose non tornavano ma i dubbi dovevano essere ricacciati, semplicemente. E alcune accentuazioni dei TdG, anche queste presenti in forme cristiane e cattoliche, cominciavano a metterlo a disagio. L’idea che il mondo stesse finendo, ad esempio, e che ci sarebbe stata una grande strage per far emergere, infine, una nuova, ristretta umanità composta da prescelti. O il continuo denigrare gli “apostati”, noi cattolici, che tradiamo la Scrittura. E cose così.

Alla fine, contro il parere dei suoi consiglieri spirituali, iniziò a frequentare il Web ed entrò in una chat. Discussioni, dibattiti, confronti, un piglio di difesa delle proprie idee.

Fu l’incontro con uno storico ad accendere una luce.

“Chi ha deciso quali libri fanno parte della Bibbia? Diciamo, a grandi linee, i cristiani dal IV secolo in avanti. Quindi tu accogli la Bibbia come Parola divina su testi scelti da coloro che consideri apostati”

Già. Un piccolo corto-circuito.

Da lì, dopo un enorme travaglio interiore e tanto tanto tanto studio, la decisione di ripercorrere la strada della Chiesa apostolica.

Siamo al dolce, ormai. E sono contento che, ancora una volta, di una delle poche cose di cui sono certo nella mia piccola fede: ciò che fa la differenza è la capacità di usare l’intelligenza.

Gratia supponit naturam et perficit eam.

La Grazia fa fiorire la natura umana, non la sostituisce.

(Questa riflessione non intende in alcun modo accendere un dibattito contro qualcuno. Ma ribadire che esiste un approccio alla fede tutto particolare che noi cattolici dovremmo recuperare)

1 Comment

  • Mario, 19 Marzo 2019 @ 09:46 Reply

    GRATIAM PERFICIT NATURAM ( un abbraccio Paolo )

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