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In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Mt 20,20-28

Giacomo il maggiore, fratello di Giovanni, di Betsaida, in Galilea, è il primo, fra gli apostoli, ad avere subito il martirio. Il suo corpo, ritrovato da Carlo Magno, fu traslato in Spagna, a Santiago di Compostela.

Sono esistiti, gli apostoli. Non sono delle statue messe nelle nicchie, sono persone reali, che hanno creduto, sofferto, pianto, riso. Hanno lasciato tutto, ad un certo punto, per seguire radicalmente il Nazareno, per inseguire il sogno del Regno. E Giacomo, pescatore, carattere impetuoso (figlio del tuono, lo chiama Gesù), lascia le reti del padre pescatore, Zebedeo, per seguire il falegname diventato profeta, insieme a suo fratello Giovanni e a Pietro lo segue nei momenti cruciali della predicazione del Signore. E proprio lui sarà il primo a versare il suo sangue, imitando il Signore, primo fra i dodici, primo, dopo soli tre anni dalla sequela. Che bello poter festeggiare questi nostri amici! Così simili a noi, così veri, così vicini, così grandi! E, nella comunione dei santi, sottili legami invisibili ci legano, fra di noi e con loro. Possiamo, nella preghiera, chiedere a questi fratelli di sostenerci, di indirizzarci, di consigliarci. Chi ha conosciuto la luce di Dio non ha che un desiderio: condividerla. I santi, allora, pregano per noi, ci accompagnano con discrezione, sanno ispirarci sentimenti positivi. Chiediamo a Giacomo, che ha avuto l’onore di essere uno dei discepoli più intimi del Signore, di introdurci all’amicizia profonda col Cristo.

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