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“All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio”.

Dopo nove mesi di silenzio Zaccaria riprende a parlare.

Ha esitato davanti all’angelo che gli è apparso all’altare degli incensi. Come biasimarlo? Anch’io di fronte ad una apparizione resterei muto dallo spavento! Ma quel tentennamento è stato interpretato come una mancanza di fede.

E così il vecchio Zaccaria, papà di Giovanni Battista, si ritrova per nove mesi senza poter parlare e, da quello che intuisce, senza potere nemmeno ascoltare.

Un ritiro spirituale lungo e faticoso che, alla fine, piega la sua cocciutaggine e lo spinge a ribaltare le consuetudini del clan (è il maschio di famiglia a decidere il nome dei figli!) e ad entrare nella nuova logica di Dio.

Davanti a colui che sarà la voce di uno che grida nel deserto, alla voce imprestata alla Parola, Zaccaria torna a parlare e benedice Dio.

Leggendo certi interventi sui social, in cui molti sembrano avere dimenticato l’educazione, il buon senso, e tirano fuori una impressionante malvagità protetta dall’anonimato della tastiera, mi verrebbe da invocare il salutare intervento dell’arcangelo.

Così, oggi, ho scoperto qual è il santo patrono da invocare per proteggerci dai leoni da tastiera: san Zaccaria.

Muto. 

(Non parlare se non hai la certezza che quello che stai per dire è più bello del silenzio che stai interrompendo. Proverbio arabo)

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