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[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». 

Gv 3,16-21

Dio ha talmente amato il mondo da dare suo figlio perché il mondo si salvi. Dio ha talmente avuto a cuore il mondo da inviare suo figlio a svelare il suo vero volto, affinché nessuno possa più dubitare della profonda e autentica identità divina. Abbiamo vissuto un intero anno riscoprendo il volto misericordioso del Padre e ora la nostra Chiesa non può che andare in quella direzione, raccontando a tutti gli uomini che Dio deborda d’amore per ciascuno di noi. E solo amandoci ci può chiedere di cambiare ciò che non funziona, di andare oltre, di mettere a fuoco le nostre ombre, riconoscere i nostri peccati chiamandoli per nome. Solo un Dio che ama così può chiedere, può osare, può ardire tanto. Dio ha talmente amato me da mandare suo figlio, finché io mi senta amato e accolto fino in fondo. Dio ha talmente amato e talmente continua ad amare, da desiderare che ogni uomo sia salvo. Ma la sua non è un’imposizione, non un santo obbligo, possiamo anche rinunciare a lui, lasciare perdere, mantenerci l’idea piccina e orribile che spesso portiamo nel cuore. Animo, amici, così siamo amati! Così sono amato. Dio non ha che un desiderio: salvarmi. Perché non dargli retta?

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