Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Se ci mettiamo in viaggio, se abbiamo il coraggio, oggi, di ritagliarci dieci minuti di silenzio e preghiera davanti ad un presepe, possiamo ancora fare della nostra vita una culla, un luogo che accoglie questo Dio così scomodo.
È una provocazione, Dio che nasce.
La vita non dev’essere così male se Dio la abita. E Dio non si è ancora stancato dell’uomo se diventa uomo. Dio viene. È l’uomo che non c’è.
La luce viene, ma le tenebre non vogliono accoglierla, nemmeno oggi.
Se, però, osiamo rinascere.
Se ancora scommettiamo.
Se lo lasciamo venire questo Dio neonato, che ci scuote, ci imbarazza, ci chiede di farci carico di lui noi che, invece, vorremmo un Dio che ci risolve i problemi, non che ce ne dà!, allora sarà davvero Natale, nascita.
Rinascita, crisi o non crisi che sia.

Dio è qui.
Accoglierlo o ignorarlo fa la differenza.
Io la mia scelta l’ho già fatta, da tempo.
E voglio rifarla.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *