L’ho già inserito nelle mie pagine Facebook ma voglio dare ancora risonanza a questa straordinaria testimonianza di Frank Stephens, questo simpatico e intraprendente signore che testimonia davanti ad una commissione per contestare la diminuzione di fondi per la ricerca contro la sindrome di Down.
La ricerca non serve più perché, come ho giù avuto modo di scrivere e raccontare, “grazie” alla diagnosi pre-natale la quasi totalità dei feti con tale patologia vengono abortiti, falsi positivi inclusi. Interi paesi come l’Islanda vantano programmi per arrivare ad essere nazioni free-down.
Il sig. Stephen si chiede con grande onestà: c’è ancora posto per i Down nel mondo? O abbiamo adottato la soluzione finale (di hitleriana memoria)?
Ho sempre affermato che una società che toglie dal proprio orizzonte il mistero del limite o del diverso è una società suicida.
La citazione, da parte sua, di uno studio che stabilisce che gli affetti dalla sindrome e i loro famigliari sono mediamente più felici degli altri mi ha scardinato.
Ho pianto di gioia e di gratitudine e continuo a farlo ogni volta che lo rivedo.
Immenso rispetto, immensa gratitudine verso chi, chiunque esso sia, è portatore di felicità e di mistero. Una potente ed inesauribile fonte di felicità.
Pubblicato da Paolo Curtaz su Lunedì 6 novembre 2017
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