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In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Lc 10,1-9

Oggi, con immensa gioia, la Chiesa festeggia uno dei suoi figli più luminosi: Luca, l’evangelista convertito dalla predicazione di Saulo che ci consegna un testo straordinario. Attingiamo alle sorgenti della nostra fede…

Dante Alighieri definisce Luca scriba mansuetudinis Christi, lo scriba della mansuetudine di Cristo. È dalla sua penna che scopriamo un Gesù misericordioso, attento agli ultimi, ai peccatori, è lui che ci parla della parabola della pecora smarrita e del padre misericordioso, del buon ladrone e del buon samaritano. Luca si è informato bene prima di redigere il suo vangelo, si è impegnato a fondo interrogando i presenti, raccogliendo testimonianze per ricordarci che la nostra fede non si basa sulle favole ma su eventi storici riscontrabili e documentabili. Raccontando la storia di Gesù emerge tutta la sua fede, la sua passione, il suo stupore nello scoprire, attraverso le accalorate parole di Paolo il volto di un Dio totalmente diverso dalle divinità che popolavano il Pantheon. Ci assomiglia, Luca: come noi non ha mai incontrato Gesù, come noi si è convertito grazie alla predicazione di qualcuno che non ha mai incontrato Gesù di persona, Saulo di Tarso. Come lui riscopriamo la tenerezza del Dio di Gesù e la compassione. Come lui indaghiamo e studiamo per rendere salda la nostra fede. Come lui appassioniamoci alla preghiera e amiamo il sogno di Dio che è la Chiesa.

2 Comments

  • paola, 18 Ottobre 2017 @ 08:37 Reply

    Oggi, per la prima volta, leggendo questo brano del Vangelo, non mi è sembrato che raccontasse di un “capo” che invia i suoi in missione, piuttosto di una mamma premurosa, che fa le ultime raccomandazioni ai figli , sistemando loro il bavero della giacchetta e dandogli un colpetto sulla spalla per infondere loro fiducia.
    Grazie anche a S. Luca, che soffermandosi a raccontare della misericordia di Dio, ha infuso speranza in quei figli che, come me, una volta ” usciti di casa”, per un po’ hanno camminato per vie buie e tortuose! Buona giornata a tutti!

  • Rafael, 19 Ottobre 2017 @ 02:05 Reply

    A volte i figli prendono vie buie e tortuose, ma una volta ravveduti ritornano sulla retta via. A volte i figli che sono già sulla retta via l’abbandonano per seguire vie buie e tortuose. Così come pure ci sono figli che hanno sempre camminato per vie buie e tortuose e perseverano; e ci sono figli che hanno sempre camminato per vie diritte. Ci sono molte condizioni, ma la condizione ultima è quella definitiva che condanna oppure salva.

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