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Stimato Presidente

sta per essere sottoposta alla Sua firma un DDL concernente l’obbligo di vaccinazione dei bambini.
Tutti sappiamo quanto siano importanti le vaccinazioni e quanto bene abbiano fatto nel corso della storia recente. L’obbligatorietà di ben dodici vaccini in contemporanea appare affrettata e allarmistica oltre alle pesanti implicazioni nell’esercizio del ruolo genitoriale e i vari profili di anti-costituzionalità.
Mi rendo conto che in teoria prevale la logica del bene comune ma studi seri dimostrano che, teoricamente, ogni bambino andrebbe attentamente valutato per calibrare l’intervento specifico cosa che la nostra attuale organizzazione sanitaria non è in grado di fare.
Mio figlio  tredicenne, non è vaccinato. Troppo dolore ha suscitato, nella mia famiglia, la tragica fine di mio cugino Sandro, ora cinquantenne, rimasto gravemente celebro-leso per un richiamo avariato dell’anti-polio.
Certo, i vaccini di oggi sono diversi e più affidabili ma perché questa fretta improvvisa? Quando era il momento di fare la trivalente, da neonato, che ero disposto a fare, mi si rispose che prima bisognava smaltire le scorte dell’esavalente. Quindi tre obbligatori e tre facoltativi… non più facoltativi. Malgrado ripetute missive al Ministero della Salute e la mia disponibilità a procurarmi nella vicina Svizzera le dosi singole, mi venne rifiutata ogni soluzione. E ora si parla di estendere l’obbligo fino ai 16 anni? (…)
La prego, insieme ad altre migliaia di famiglie consapevoli, documentate, preparate, di non firmare questo decreto che viene falsamente proposto come urgente. Non c’è nessuna pandemia in corso e le scelte frettolose, lo sappiamo, fanno molti danni.

Con stima, Paolo Curtaz

 

Questa è la mail che ho spedito al Presidente della Repubblica per esprimere il mio parere su quanto sta accadendo in queste settimane riguardo al DDL proposto dalla ministra Lorenzin (fatelo anche voi, siamo una democrazia https://servizi.quirinale.it/webmail/). Ho pensato a lungo prima di rendere pubblica la mia opinione, essendo il mio stile, che confermo, quello di voler stare sopra le parti, o al di dentro di esse, per convergere sull’Essenziale.

Rispetto le opinioni di ciascuno ma sento forte, in questo caso, l’esigenza di esprimere anche la mia riguardo ad un evento politico che viene ad intercettare la vita di molte persone.

Come ho scritto a Mattarella, la mia famiglia è stata segnata dalla tragica esperienza di mio cugino Sandro, un’anima bella e pura, un bambino di tre anni in un corpo di adulto. Un richiamo anti-polio difettato ha condannato lui e la sua famiglia ad una vita di grave disagio. Un caso su un milione, certo, ma lui non è un caso.

Oggi i vaccini sono più sicuri, ovvio. E io non sono contro i vaccini. Sono contro la modalità scelta per somministrarli, la falsa idea che siano la soluzione ad ogni problema e, nel caso attuale, che siano un argine contro una pandemia che non vedo.

La mia non è stata una scelta ideologica ma la conseguenza del mio spirito libertario.

Al momento della vaccinazione di mio figlio i vaccini obbligatori erano tre ma quelli disponibili erano raggruppati in sei, l’esavalente. Perché, testuali parole della pediatra di allora “prima bisogna esaurire le scorte”. Ora, io sono piuttosto birichino e se qualcuno mi impone una cosa già fatico, ma quando mi si rende obbligatorio ciò che non lo è, sbrocco. E mi ha sempre lasciato perplesso il fatto che inoculiamo nei bambini sei malattie che nella realtà non verranno mai contratte in contemporanea… Opinioni che altri più preparati di me condividono e documentano (http://www.attiviamoci.it/vaccini-120-dottori-affermano-che-i-bambini-non-vaccinati-sono-indubbiamente-piu-sani/).

Così ho mosso mari e monti, telefonato al Ministero della Salute (mai nessuno ha risposto), inviato mail (mai nessuno ha risposto). Infine, sentito l’Assessorato Regionale, mi hanno detto che non c’erano alternative. Proposi di andare in Svizzera a prendere i singoli vaccini. No, mi si rispose, non sono certificati dal Ministero italiano. Perché si sa, ai neonati svizzeri si somministra veleno.

Oggi, a tredici anni, mio figlio non è vaccinato. 

Oggi, mi dicono, dovrà farsi dodici vaccini se vorrà andare a scuola.

Di cui alcuni per malattie esantematiche che ha avuto. 

Ora, e concludo, vorrei esprimere tutta la mia civile e democratica irritazione.

Perché la contrapposizione bravi-genitori-consapevoli-che-vaccinano-i-figli e cattivi-genitori-trogloditi-che-mettono-a-rischio-tutti è sbagliata. Soprattutto quando vedo la reazione dei primi quando dico loro che, comunque, dovranno vaccinare i loro pargoli  per la varicella e il meningococco. E che se li hanno vaccinati ma senza i richiami, devono ri-vaccinarli. Allora sbroccano pure loro. 

Perché sarebbe bello che chi si occupa di salute almeno ascoltasse le ragioni dei genitori che hanno fatto questa scelta così impegnativa. Per trovare, insieme, un compromesso.

Una soluzione che tenga conto delle varie sensibilità. Che non giochi sulle paure e sulla minaccia, tacciando di ignoranza chi ignorante non è. Che senta le Regioni per valutare quali di esse sono a rischio e per quali patologie. Che aiuti i pediatri, già oberati, a fare analisi pre-vaccinali per capire come e quando somministrare i vaccini.

Non c’è nessun muro e nessuna divisione fra bravi e cattivi ma, per favore, che non si faccia il gioco di ricattare e di imporre qualcosa sulla pelle dei nostri figli.

Quelli vaccinati e quelli non ancora vaccinati.