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In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace». Lc 1,67-79

È il momento, ci siamo. Non so come passerete questa notte. Purtroppo negli ultimi decenni il Natale ci è stato scippato (e comunque, un po’, noi cattolici ce lo siamo fatto strappare dalle mani!) e ci viene restituito completamente stravolto. La festa dei buoni sentimenti, dell’amicizia, della famiglia, del panettone e dell’albero addobbato. Che c’entra lo scipito bambinello? Basta e avanza il simpatico vecchiardo vestito di rosso in onore di una famosa bevanda gassata! E allora, siamo inevitabilmente travolti da tutta questa melassa e se non viviamo una situazione fintamente ideale come quella che ci raggiunge dagli schermi e dalle pubblicità, se facciamo parte di quel 30% di italiani che vivranno con fatica interiore il Natale (perché soli, perché con una famiglia impresentabile, perché anziani, perché senza futuro) tutto questo diventa dolore assoluto. Per molta gente, troppa, Natale provoca un dolore insostenibile. Allora facciamo come Zaccaria: dopo un lungo silenzio proviamo a benedire il Signore, a leggere nella storia le cose che funzionano, anche se forse la nostra storia personale non è stata un granché. Forse così Natale farà meno male…

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