Di fatto passo la maggior parte della mia vita a leggere e meditare la Parola di Dio e a condividerla. Fa strano, allora, e chiedo scusa, se ritorno su un brano ampiamente commentato, quello della donna adultera di questa quinta domenica di Quaresima. Ma oggi, ascoltando le letture durante la celebrazione, ho accolto una piccola sottolineatura che voglio condividere all’alba di questo giorno.
Fra i tanti temi presenti nella Liturgia di oggi c’è quello dello sguardo al futuro, del lasciarsi alle spalle il passato.
Così dice Dio al popolo di Israele nella prima lettura:
Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
E il grande Paolo scrivendo ai cristiani di Filippi:
So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
E nel Vangelo, la donna adultera accusata per il suo passato, si sente rivolgere un invito pressante a guardare al futuro:
E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Gran parte della nostra vita è rivolta al passato, per rimpiangerlo o per giudicarlo. La vita nuova che ci porta la Pasqua è, invece, uno sguardo intenso e concreto verso il futuro, verso le meraviglie che Dio ancora vuole farci scoprire.
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