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In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Lc 1,39-45

Danzano nella polvere del cortile le due donne. Diverse per età eppure coinvolte dalla stessa follia dilagante di Dio: una sarà la madre del Battista, l’altra del Messia. Danzano e ridono, cantano come ubriacate dallo Spirito. Danzano perché tutto ciò che è accaduto è la realizzazione di ogni attesa, di ogni speranza, di ogni promessa. Danzano perché ora sanno che accade, che davvero Dio è in mezzo a noi. Anche noi siamo chiamati a danzare in questo Natale. Non so come stiate vivendo questo Natale 2013, forse con fatica ed apprensione. Esattamente come la piccola Maria che si trova davanti un futuro di esilio e di fatica. Poco importa: Maria ed Elisabetta ci insegnano a non guardare solo alla nostra piccola vita, alle nostre piccole vicende personali. Se la nostra vita è irta di problemi, se la nostra vita è travolta dal dolore possiamo comunque danzare. Danzare perché Dio salva il mondo anche attraverso di noi, danzare perché nonostante tutto il Signore realizza il suo progetto di salvezza. Possiamo far parte di questa storia, leggerla nella nostra vita, realizzarla, imparare a conoscerla. Danziamo, fratelli, Dio ancora sceglie di nascere.

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