La pizza, oggettivamente, è buona, anche se fatta da valdostani. E anche la compagnia.
Poi, quasi inavvertitamente, si scivola su temi di attualità, la scuola,i figli, i profughi.
Su quest’ultimo tema ho già scritto cosa penso, esplicitando, come detto, le emozioni i sentimenti, in attesa di trovare soluzioni.
(Senza troppa attesa, però).
Inizia un serrato dibattito sull’invasione dell’Islam e sul dovere di respingere questa gente.
Si citano esempi, eccessi, prese di posizione.
Tento di chiarire il mio pensiero al riguardo ma fatico a farmi ascoltare.
Allora, digerita la pizza, provo a mettere per iscritto le mie convinzioni, rispettando quelle altrui, tentando di farmi capire..
* Ogni uomo ha diritto di cercare la propria vita spirituale, di praticare la propria fede, ovunque si trovi. Questo vale per i musulmani in Italia, e deve valere anche per i cristiani nei paesi islamici. Si chiama reciprocità ma è ampiamente disattesa.
* Storicamente l’Islam nasce dopo ebraismo e cristianesimo e si considera l’evoluzione di questi. Non credo sia così e spero che gli amici musulmani credano che il profeta Issà (Gesù) è il figlio di Dio venuto a rivelare il suo volto. E che Dio, come dice san Giovanni, non ha bisogno di servi (muslim) ma di figli. E prego perché ciò avvenga professando la mia fede.
* Alcuni sostengono che la violenza è insita nel Corano. Rimando alla strepitosa (e malcapita) conferenza di Papa Benedetto a Ratisbona. In effetti esistono versetti del Corano che giustificano la violenza, come ve ne sono altri che rispettano in particolare chi professa la fede abramitica. Tuttavia, anche nella Bibbia vi sono brani che invitano all’uccisione dei nemici nel nome della fede: in Gesù abbiamo interpretato quei testi togliendoli dal contesto di violenza. Sarebbe interessante che anche l’Islam (variegato in mille sfaccettature) facesse questo passaggio necessario di interpretazione ed ermeneutica del testo.
* Da decenni la Chiesa cattolica cerca spazi di dialogo e condivisione a partire dall’esperienza comune di Abramo. Ci sono molte e vistose differenze con l’Islam, ma anche molte pratiche comuni e ammirevoli come il digiuno, la fedeltà alla preghiera e l’attenzione ai poveri.
* E’ del tutto evidente che, così come i cristiani in Europa nel passato si sono confrontati, anche con violenza, fra di loro e sono riusciti a fondare il vivere comune nel rispetto di valori condivisi, così chi vuole integrarsi in questa Europa deve condividere e rispettare tali valori: la libertà di espressione, la pari dignità e opportunità femminile, il rispetto delle norme, fra gli altri. Non possono esistere zone franche o sacche di elusione del comune sentire. Se si vuole stare in Europa bisogna conoscere, condividere e rispettare le norme comuni, senza eccezioni, così come fa ogni cristiano.
* Francamente non temo un’islamizzazione dell’Occidente, se fatta con il convincimento e la predicazione e non con la costrizione. Credo, però, che questo confronto ci spinga/costringa ad uscir fuori dai luoghi comuni, da una religione sociale per riscoprire la verità e la bellezza dell’essere figli di un Padre che ci ama e ci lascia liberi.
Burp.
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