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Oggi Léonard Gianadda compie 80 anni.
E ieri l’ho incontrato, quasi per caso, mentre accompagnava alcuni amici a vedere la mostra di Matisse. Fuori, intanto, nel giardino di fronte alla sua fondazione a Martigny, stavano allestendo, per il suo compleanno, la musica per i fuochi d’artificio di Hendel suonata dai Solisti Veneti diretti da Scimone, fuochi compresi. Uno dei prestigiosi concerti che si tengono qui alla Fondazione.
Martigny dista solo un’ora da Aosta, è una piccola città del Vallese, poco più di quindicimila abitanti. Uno dei suoi figli, di origini italiane, è cresciuto con molte passioni e molto ingegno. Ingegnere e appassionato di fotografia, il giovane Léonard ha dapprima girato il mondo con scatti densi e incontri importanti. Poi, grazie alla sua fortuna di imprenditore, negli anni ’80 ha avuto un’illuminazione: creare nella piccola cittadina un centro culturale di alto profilo.
Una mostra permanente delle vestigia gallo-romane della città, mostre temporanee (Van Gogh, Picasso, Gaugin, Chagall. fra i molti), un museo dell’automobile e un grandioso giardino all’aperto pieno di sculture moderne.
Un solo dato: in poco più di venticinque anni questo luogo ha ospitato quasi nove milioni di appassionati venuti a vedere l’opera del mecenate svizzero.
In casa mia è un appuntamento annuale, una specie di gita di fuori porta attesa anche da mio figlio.
Guardando la mostra allestita in suo onore per i suoi ottant’anni scopro, fra l’altro, che ha deciso di lasciare tutto il suo patrimonio alla fondazione intitolata a suo fratello, 55 milioni di franchi, per continuare la sua opera, dopo avere fatto costruire un complesso per anziani e regalato alla sua città opere d’arte che ora fanno bella mostra di sé in tutti gli incroci. In un’intervista, con un velo di tristezza dopo la morte della sua sposa, Annette, dice di non avere dei figli a cui lasciare questa passione e che vorrebbe che altri continuassero a sognare.

Perché un post dedicato a lui?
Perché non conosco nessuno, dalle nostre parti, che, come lui, abbia amato l’arte e la bellezza investendo tutte le sue capacità, le sue risorse e il suo ingegno per divulgare la propria passione senza sussidi, senza enti o istituzioni ma con la sola forza delle sue capacità. Ha messo la sua fortuna a servizio della collettività e, credetemi, di questi tempi questo vale più di un piccolo post di un piccolo scrittore di spiritualità quale sono.

2 Comments

  • Federica, 22 Agosto 2015 @ 21:59 Reply

    Di questi tempi questo vale più di un piccolo post di un piccolo scrittore di spiritualità quale sono.
    Ne sei certo?

  • Alice Delfino, 22 Agosto 2015 @ 23:14 Reply

    Investire la propria fortuna a servizio della collettività è assolutamente un modo proficuo per impiegare i risparmi….senza vantaggi personali se non il riconoscimento presente e futuro di chi, come te, sensibile all’arte e alla bellezza, ne apprezza e ne valorizza le creazioni frutto della fantasia e della passione dell’autore!!!….bellissimo!!!

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