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In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Mt 9,14-17

Il vino nuovo del vangelo rompe tutto, dilaga, allaga. È talmente innovativo che nessuna riforma religiosa è in grado di contemerlo. Così inatteso e sconcertante che tutti restano scossi dalla qualità della sua forza, dalla virulenza del suo incedere. Inutile tacconare, arrampicarsi sugli specchi, appellarsi al buon senso, alla tradizione, alle pie opere compiute. Il digiuno è nato per ricordarci la priorità dello spirito, per permetterci di entrare in comunione con i fratelli e le sorelle che non mangiano tutti i giorni, per domare le passioni. Però spesso, nel passato, questa pratica ha finito per diventare un segno di distinzione, un esercizio difficile per i super devoti, per i mistici da vetrina, per sottolineare le differenze… Gesù ribalta anche questa prospettiva: se il digiuno è segno di penitenza, come possono fare penitenza gli invitati ad una festa di nozze! Lo sposo è con noi, amici, sia la festa a dominare la nostra fede, non una visione piccina e approssimativa della fede. Togliamo dai nostri volti le espressioni compite e macerate per lasciare spazio al sorriso che nasce dall’incontro con lo sposo, e lasciamo che lo Spirito faccia nuove tutte le cose!

1 Comment

  • roberto, 4 Luglio 2015 @ 15:24 Reply

    Bravo, Paolo! Eccellenti e puntuali le tue risorse teologiche e le deduzioni operative …
    Bella la prospettiva del digiuno per ricordarci della priorità dello spirito, e non per divenire super devoti …
    E poi che meraviglia “amici, sia la festa a dominare la nostra fede … e lasciamo che lo spirito faccia nuove tutte le cose!” … Come si fa a non ripetere.!?
    Grazie

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