Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».
Quattro sono le notti della salvezza, secondo i rabbini. La notte della creazione che ha dato origine al Cosmo. La notte in cui un Dio misterioso chiamò un uomo, Abramo, a diventare il primo grande cercatore di Dio. La notte in cui un popolo di schiavi si liberò dall’oppressione degli egiziani e divenne un popolo di liberi. E l’ultima notte, quella della venuta del Messia, che nessuno sa quando arriverà. Ed è questa, quella notte. La notte in cui Dio ha resuscitato il suo figlio Gesù, lo ha restituito alla sua vera e definitiva natura, lo ha sciolto dall’abbraccio della morte. Sembrava tutto finito, ed invece è tutto cominciato in questa notte, la notte in cui Gesù è risorto dai morti. Ditelo a tutti, cercatori di Dio, gridatelo sui tetti! La morte non ha sconfitto Dio, non ha avuto l’ultima parola su di lui! Celebratelo con canti di gioia, con inni di grazie, meditate i suoi prodigi in questa notte, perché la morte non avrà mai l’ultima parola, nemmeno su di noi! Noi, figli del risorto, siamo qui a cantare la gioia che ci ha raggiunto, la notizia che da duemila anni stupisce e smuove: non cerchiamo fra i morti il crocefisso, non è qui, è risorto!
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