Contatta Paolo Curtaz

Per informazioni, organizzazione conferenze e presentazioni

Scrivi a Paolo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Elia, il grande profeta del Nord, era rimasto nei cuori del popolo di Israele. Per il suo zelo, a volte eccessivo!, per la sua passione, per la sua profonda spiritualità, per la sua sete di giustizia, per quanto aveva rappresentato la resistenza della fede in mezzo alla crisi dei valori… La Bibbia racconta della sua dipartita su un carro di fuoco, mentre il suo mantello cade e viene raccolto dal suo discepolo Eliseo. E tutti pensavano che sarebbe toccato a lui preparare la strada del ritorno del Messia. Gesù svela ai suoi discepoli ciò che molti pensano: il Battista era stato quell’Elia che avrebbe preparato la strada al Messia, senza però essere riconosciuto. Quante volte, anche nella Chiesa, non riusciamo a riconoscere i profeti! Quante volte siamo travolti dalle cose da fare, dall’organizzazione della pastorale e non riusciamo a vedere la profezia che ancora nasce in mezzo a noi! Attenti bene però, periodicamente ci sono, nelle comunità, delle persone che si autoproclamano profeti, solo perché sono dei bastian-contrari e dei rompiscatole… Non è facile riconoscere i profeti e, quasi sempre, i profeti non sanno di esserlo. Ma facciamo lo sforzo di non lasciarci scappare altri Elia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbero interessare