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Un giorno scriverò una guida turistica sugli aeroporti.
Sono luoghi piuttosto interessanti, crocevia di umanità variegata.
La stanchezza è tanta ma, come sempre, cerco sempre di tirare le fila o, almeno, di annotare le emozioni.
Primo viaggio (breve) in Polonia.
Varsavia per la fiera del libro cattolico per presentare il mio “amore e altri sport estremi”, intervista (lunga e interessante) alla radio nazionale, poi verso l’est, ai confini con la Bielorussia, Bialystok. Un altro mondo, un altro modo di essere, ma la stessa passione per la Chiesa.
Conferenza ai seminaristi, poi alle coppie, nuova intervista alla radio, diocesana, questa volta.
E tanti incontri, inattesi e densi. Lunghe cene “teologiche” con fratelli preti per parlare di vangelo e di Chiesa, di pastorale e di prospettiva.
Questa è ancora una Chiesa ricca di gente e di sacerdoti.
Ha impressionato anche me la Cattedrale piena di duemila giovani per la messa in preparazione alla Pasqua mettersi tutti contemporaneamente in ginocchio alla consacrazione, nell’assoluto silenzio, e fare lunghe file, qui e altrove, per confessarsi.
E vedere il seminario pieno e i troppo preti che non sanno bene come impiegare…
Ma, fra essi, ci sono alcuni che già guardano avanti, che non si siedono sugli allori, che parlano di formazione e di futuro, che guardano criticamente ad una Chiesa troppo sociale, troppo potente, troppo presente e sicura di sé, come se nulla mai dovesse cambiare.

E poi le cicogne, che qui approdano per covare. Accolte e benvenute dalla gente che prepara per loro i pali dove nidificare.
E il museo delle icone qui vicino e il cimitero ebraico della città, abbandonato, senza più nessuno a conservare la memoria dei sessantamila ebrei che qui vivevano prima della guerra.
Un terra piena di boschi e di grandi distese, di nostalgia e di storia tormentata.
Qui a Bialystok non vennero i nazisti, ma i russi.

E la voglia, da parte degli uomini di Dio, ora, di stare al passo con i tempi, con la popolazione del paese in decrescita, un’emorragia di gente che è andata a cercare lavoro altrove.
Ma, sopra e dentro tutto, l’entusiasmo genuino e sincero di chi mi ha invitato, interrogato, accolto, ascoltato.
E la meraviglia, ancora una volta, di scoprirsi Chiesa.

12 Comments

  • franca, 8 Aprile 2014 @ 17:52 Reply

    Ho fatto Pasqua due volte in Polonia, a casa di un’amica. Krakow e Warsaw. Si, il peso che hanno ancora lì i preti e la Chiesa fa abbastanza impressione. Ma il mio ricirdo più intenso è legato allo spirito dolente e drammatico di questi luoghi, così sovente invasi e contesi. Le nemorie delle stragi, l’ormai inesistente ghetto di Warsaw sepolto sotto gli edifici comunisti, e Oswiecim e Birkenau e le insurrezioni sanguinose….e questa fede tenace che è un’identità, la memoria del papa polacco…. un paese che vale la pena conoscere!
    Un abbraccio

  • giovanna peduzzi, 10 Aprile 2014 @ 09:00 Reply

    Paolo cosa vuol dire “Chiesa troppo sociale, troppo presente”? Grazie di tutto e Buona Resurrezione

    • Paolo, 10 Aprile 2014 @ 09:09 Reply

      Quando, come nel loro caso, la Chiesa è una presenza dominante, di maggioranza ed è stato il collante sociale contro la dittatura per un cinquantennio il rischio, come accadeva in Italia nel dopoguerra, è di un rilassamento generale da parte della Chiesa: la gente viene, quindi non c’è bisogno di agitarsi troppo. Diversa la situazione di una Chiesa in una situazione di minoranza in cui il desiderio dell’annuncio spinge a nuove strategie di evangelizzazione…

      • Janus, 10 Aprile 2014 @ 14:59 Reply

        ???
        Scusa Paolo, ma che ragionamento è ???
        E’ da sperare quindi una crisi della Chiesa Polacca , per appagare così la velleità intellettuale di qualcuno che ambisce a nuove strategie di evangelizzazione ???
        Con l’attuale Chiesa Polacca, vecchia, tradizionale, presente, potente e sociale oratori e seminari sono pieni … con altri tipi di Chiesa (vogliamo parlare di noi ??) … ci si fa giusto grandi pippe di strategie d’evangelizzazione 😉
        In Polonia, dopo lunghe frequentazioni giovanili, ci torno da tre anni a Novembre … per la marcia dei Nazionalisti … nel giorno in cui la Polonia festeggia la propria Liberazione Nazionale.
        Come il nostro 25 aprile insomma … però di tono alto e di senso opposto e contrario 🙂
        I preti, tanto per dire, fanno il servizio d’ordine al corteo dei nazionalisti … non fanno gli scontri con la polizia che difende i nuovi luoghi del potere mondiale, solo perché l’abito talare (che qui ancora portano) … è po’ scomodo nelle fasi più concitate 🙂
        Ho fatto ben due reportage … quello di quest’anno, un noto settimanale “cattolico” … lo ha rifiutato perché un po’ forte per i teneri occhi dei suoi lettori … “qui da noi i cattolici non capirebbero” … sic!
        … boh ?
        Vi saluto.
        Janus

        • Paolo, 10 Aprile 2014 @ 21:53 Reply

          No Janus, certo. Ma alcuni dei più sensibili sanno bene che la società cambia in fretta e inesorabilmente e si preparano a tale evenienza. Come già ammoniva GPII nel 2002 nella sua Polonia a Cracovia:

          «[…] Il ventesimo secolo, nonostante indiscutibili successi in molti campi, è stato segnato in modo particolare dal “mistero dell´iniquità”. Con questa eredità di bene ma anche di male, siamo entrati nel nuovo millennio. Davanti all´umanità si aprono nuove prospettive di sviluppo e, nel contempo, pericoli finora inediti. Sovente l´uomo vive come se Dio non esistesse, e perfino mette se stesso al posto di Dio. Si arroga il diritto del Creatore di interferire nel mistero della vita umana. Vuole decidere, mediante manipolazioni genetiche, la vita dell’uomo e determinare il limite della morte. Respingendo le leggi divine e i principi morali, attenta apertamente alla famiglia. In vari modi tenta di far tacere la voce di Dio nel cuore degli uomini; vuol fare di Dio il “grande assente” nella cultura e nella coscienza dei popoli. Il “mistero dell´iniquità” continua a segnare la realtà del mondo. Sperimentando questo mistero, l´uomo vive la paura del futuro, del vuoto, della sofferenza, dell’annientamento. […] È giunta l´ora di far giungere il messaggio di Cristo a tutti: specialmente a coloro la cui umanità e dignità sembrano perdersi nel mysterium iniquitatis. […] Quando una rumorosa propaganda di liberalismo, di libertà senza verità e responsabilità, si intensifica anche nel nostro Paese, i pastori della Chiesa non possono non annunciare l´unica e infallibile filosofia della libertà che è la verità della croce di Cristo. Tale filosofia di libertà è strutturalmente legata alla storia della nostra nazione».

          • Federica, 10 Aprile 2014 @ 22:52

            Cosa significa questo? Che dobbiamo cadere e infangarci per capire che ci dobbiamo rialzare e andare alla Fonte per lavarci?
            Non sarebbe meglio restare “IN PIEDI”, lavati e puliti e insegnare a coloro che purtroppo sono caduti, alla vecchia maniera, come ai tempi di Cristo, come rialzarsi e come lavarsi, purificarsi e restare tali, insegnando a loro volta……..? E come dovrebbe essere la nuova evangelizzazione, se già il Vangelo, le Scritture, la dicono lunga?
            Una Chiesa Pura, Santa e Immacolata, senza ruga e senza macchia è il Sogno di Dio, perché dunque l’iniquità? :-;

  • alessandra bano, 14 Aprile 2014 @ 12:46 Reply

    ciao Paolo io ti ho” scoperto” da poco leggendo il tuo libro L’ultimo si e oggi ti ho cercato su internet e ho letto che sei in Polonia . Che ” coincidenza” !! Quanti ricordi belli, dolorosi, tristi, indescrivibili legati a questo paese che ci ha dato la gioia, a me e a mio marito ,di diventare genitori ! Nostro figlio è una persona speciale ,un dono arrivato , pensa , proprio l’anno successivo al nostro pellegrinaggio-maratona (staffetta Romano di Lombardia -Jasna Gòra ) con la parrocchia . non voglio discutere con te sulla fede del popolo polacco ,non ne sono neanche all’ altezza , vorrei solo chiederti una preghiera speciale per la nostra famiglia in particolare e per tutte le famiglie adottive davanti alla Madonna Nera nella terra del nostro amatissimo papa Giovanni Paolo II . Noi pregheremo per te . Un abbraccio (anche se non ci conosciamo ) Alessandra Maurizio Matteo

  • Costanza, 15 Aprile 2014 @ 04:39 Reply

    Non possiamo mai considerarci arrivati, né come singoli nê come Chiesa, dobbiamo continuare a capire come parlare con tutti, e più con coloro che ci appaiono lontani che con coloro che ci sono simili.

  • Claudia, 17 Aprile 2014 @ 13:30 Reply

    Caro Paolo,
    fa impressione sapere che in Polonia i preti sono molti quando quì in Italia sono pochi. Non potrebbero andare nei paesi di missione e anche qua dove mancano i sacerdoti ? Come mai non li mandano, ci sono leggi che lo impediscono ? Boh?! Non credo.
    Buona Pasqua.

    • Paolo, 17 Aprile 2014 @ 15:31 Reply

      Guarda che i preti polacchi “donati” ad altre Diocesi nel mondo sono migliaia!

  • Claudia, 18 Aprile 2014 @ 09:25 Reply

    Chiedo scusa, io ti ho scritto senza cattiveria, ho soltanto chiesto spiegazioni perchè tu hai detto che in Polonia c’è il Seminario pieno e i troppi preti che non sanno come impiegare.
    A me allora è venuto bene dirti quello ma non con spirito critico, non volevo essere offensiva.
    Già a voce non ci si capisce sempre, ma almeno senti il tono ..e scrivere è difficile.

  • fabiana, 4 Maggio 2014 @ 06:36 Reply

    Beh, io ho letto solo ora e devo invece dire che la nostra Chiesa, di cui faccio parte non è che la guardo dall’esterno, è troppo sociale.
    Basta guardare lo spot televisivo per l’8 x 1000!
    Ci si sostituisce più agli assistenti sociali che preoccuparsi del Vangelo.
    Non è che io non sia d’accordo di dar da mangiare agli affamati…
    in fondo siamo tutti affamati, però vedo in questi anni un rischio molto grosso, poi cerco di fare anche altro, anzi.
    Soprattutto cerco di rimanere lucida.

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