Francesco aveva dato l’esempio incontrando il Sultano e passando incolume fra le armi degli eserciti che si contendevano Gerusalemme a fil di spada, perché non imitarne l’ardore? Devono aver pensato qualcosa del genere i cinque fraticelli che nel 1220 si imbarcarono per il Marocco per annunciare il vangelo. La loro missione durerà poche settimane: senza preoccuparsi delle conseguenze non esitarono a parlare di Gesù agli angoli delle strade in perfetta letizia, cosa assai poco gradita dai musulmani più intransigenti che vedevano nel cristianesimo una fase primitiva della loro fede. E così, dopo reiterati inviti a lasciar perdere, tutti disattesi, i cinque furono condannati a morte e decapitati sulla pubblica piazza. Pare che tentarono di convertire il boia, sempre in perfetta letizia.
I corpi dei cinque primi martiri della famiglia francescana furono riportati a Coimbra accolti da una folla straripante ed impressionata da tanta fede. Fra la folla un uomo, discendente della famiglia dei Buglione, Fernando, entrato negli Agostiniani e diventato prete l’anno precedente. Non era molto soddisfatto della sua vita religiosa, Fernando, scandalizzato dalle continue ingerenze del potere politico sull’ordine e dalla vita non proprio esemplare dei suoi confratelli. Gli avevano parlato di un nuovo ordine, in Italia e di un tale Francesco che voleva vivere il vangelo nella più totale purezza. Ed eccoli lì i francescani: non vestiti di paramenti lussuosi, non imborghesiti da una vita comoda. Uccisi nell’annunciare il Vangelo.
Cosa accadde nel cuore di Fernando non lo sappiamo. Scosso nel profondo chiese ai suoi superiori ed ottenne di uscire dai frati agostiniani per seguire questa nuova strada. Chiese ed ottenne di partire anch’egli in Marocco ma, fortunatamente per noi, la malaria gli impedì di restare in Africa e, giunto in Italia, venne inviato direttamente da Francesco, che ne colse la profonda cultura e la spiccata devozione, a predicare il Vangelo nel Nord Italia.
Ora Fernando giace col suo nome religioso, Antonio, in una grandiosa basilica a Padova, ancora venerato e ammirato.
Come dice splendidamente Tertulliano; il sangue dei martiri è semenza di nuovi cristiani. E di grandi santi.
[Immagine: Donatello, il miracolo del neonato, Basilica del Santo, Padova]
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