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Perciò così dice il Signore Dio: Il nemico circonderà il paese, sarà abbattuta la tua potenza e i tuoi palazzi saranno saccheggiati. Così dice il Signore: Come il pastore strappa dalla bocca del leone due zampe o il lobo d’un orecchio, così scamperanno gli Israeliti che abitano a Samaria su un cantuccio di divano o su una coperta da letto. Ascoltate e attestatelo nella casa di Giacobbe, dice il Signore Dio, Dio degli eserciti: quando farò giustizia dei misfatti d’Israele, io infierirò contro gli altari di Betel; saranno spezzati i corni dell’altare e cadranno a terra. Demolirò la casa d’inverno insieme con la sua casa d’estate e andranno in rovina le case d’avorio e scompariranno i grandi palazzi. Oracolo del Signore. (Amos 3,11-15)

il profeta AmosSubito dopo la morte di Salomone i suoi due figli, Roboamo e Geroboamo, spaccano in due il Regno. Al Nord si instaura una monarchia piuttosto capace fino a quando, nel 722, gli Assiri invadono Samaria e crolla il sogno del Regno. Oltre ad Elia, uno dei pochi profeti del Nord è Amos, il leone di Dio. Nell’atmosfera sonnolenta e consumistica del regno florido di Geroboamo II (786-746), la voce di questo pecoraio (1,1) e raccoglitore di sicomori (7,14) piomba come un ruggito ed un segnale di guerra, egli sferza la dolce vita dell’alta società sfruttatrice. Il suo avversario, il profeta di corte Amasia, profeta a Betel (7,10) non potrà nulla contro il ruggito potente di Amos.

Il brano che ho scelto è una precisa accusa nei confronti dell’opulenza dei ricchi del Nord, che possono permettersi la seconda casa. Amos se la prende con la lussuosità dell’aristocrazia, contro i divani damascati (3,12) e le dimore tappezzate d’avorio (!) che l’archeologia ha riportato alla luce. Egli non si scaglia contro la ricchezza in sé, ma contro l’ostentazione della stessa che diventa un’offesa al misero. Dio, ancora una volta, prende le parti del povero che non ha neppure di che mangiare. Tema molto presente nella Bibbia, la condanna della ricchezza che dimentica il povero trova in Amos il primo di una lunga serie di uomini di Dio che richiameranno il popolo di Israele, e noi, alla corretta gestione dei beni della terra. La Bibbia non è classista, non condanna la ricchezza in quanto tale. Anzi, la ricchezza è un bene, in quanto segno dell’operosità dell’uomo. Ma la ricchezza è donata per essere condivisa, per diventare segno concreto di attenzione nei confronti del povero. Gesù stesso, che vive modestamente e frequenta alcuni ricchi (tra cui un suo discepolo: Giuseppe di Arimatea), inviterà spesso i suoi discepoli a non lasciarsi ingannare dalla ricchezza che promette ciò che non è in grado di mantenere. Il ruggito di Amos contro le oscene nobildonne dell’alta società, “vacche” eccitate senza ritegno che opprimono il povero (4,1-3), è di una forza e di una violenza motivata solo dalla misura della volgarità delle stesse. Amos ci invita a riflettere sul nostro rapporto col denaro e con il potere, a non cadere nella tentazione della falsa sicurezza, a non scordare il povero che bussa alla nostra porta. Ma, oltre al livello personale, questa violenta pagina ci fa riflettere sull’attuale economia che, privata di un’anima, mettendo il profitto come proprio Dio, calpesta interi popoli e ostenta una ricchezza ignobile e volgare. Basti ricordare che i tre uomini più ricchi del mondo possiedono un patrimonio personale equivalente alla somma del prodotto interno lordo dei dieci paesi più poveri del mondo. Così il giudizio dei credenti dev’essere molto fermo nei confronti di stipendi di manager che non trovano alcuna ragione di essere o nei confronti di ostentazione di lusso che diventa offesa al povero (Come la moda, lanciata qualche estate fa in un locale molto trandy della Sardegna di giocare con le pistole ad acqua caricate a champagne Mumm!). Esiste una decenza alla ricchezza, esiste un limite all’ostentazione. Anche se una persona può permettersi qualunque eccesso idiota, deve evitare di farlo per onore all’umanità, per rispettonei confronti del povero. Il tema dell’economia è un tema sensibile, che il mercato tiene ben lontano dalla Bibbia, per paura di arrivare a delle conclusioni che spingano a conversione…

Tu prendi le difese del povero contro una società che calpesta il diritto in nome del profitto. Suscita uomini e donne, Signore, che come Amos si schierino con i poveri e volontà di proporre un’economia centrata sulla persona e non sul guadagno.

9 Comments

  • roberto, 18 Gennaio 2013 @ 11:12 Reply

    Caro Paolo,
    casulamente ieri, festa di S.Antonio abate,mi sono trovato sul canale digitale 51, dove ho potuto seguire 2 reportage di qualche tempo fa sull’Africa: Sierra Leone e Tanzania.
    Noi qui abbiamo tanti problemi e la crisi ci scuote. Tuttavia, conoscere queste vicende, queste tragedie che sono accadute e che restano attuali, ti induce a pensare che non si può girare la testa. I grandi e spietati burattinai che muovono i fili degli interessi e dell’economia hanno generato e alimentano questi squilibri ( che aumentano). Noi cercatori di Dio però possiamo e dobbiamo fare la nostra parte di più. Aiutare il prossimo vicino e lontano è uno dei nostri compiti

    • Bianca Fasani, 18 Gennaio 2013 @ 12:30 Reply

      Ciao a tutti e’ la prima volta che intervengo ,ma vi leggo con molta attenzione. Grazie Paolo per le tue parole,mai scontate. Il Profeta Amos e’sempre molto attuale ,io però avrei un sassolino nella scarpa nei confronti di noi Chiesa,pur sapendo che tutti abbiamo bisogno di segni,ma ci possiamo rendere credibili verso tutti i poveri della terra quando le nostre celebrazioni sono così sfarzose, ricche di ori ? Nostro Signore predicava per la Palestina scalzo ! Grazie per la pazienza. Bia

  • SANDRO, 19 Gennaio 2013 @ 20:44 Reply

    eh si ! e’ una della tante domande da porsi … che se non vogliono esser solo domande retoriche , devono esser accompagnate da una seria conversione personale e comunitaria .

  • Gianni, 20 Gennaio 2013 @ 02:50 Reply

    Ciao un saluto a tutti. Credo proprio che la storia del mondo non sia proprio cambiata leggendo questo brano profetico antico. Sembra di calarsi nella realtà quotidiana che purtroppo ricalca queste situazioni di sperequazione che umiliano l’umanità da sempre ! Cerchiamo allora nel nostro “piccolo quotidiano”di essere noi i portatori di verità e uguaglianza economica e sociale perché sicuramente qualcosa dal basso si muoverà e lentamente si farà strada un cammino universale più equo e accettabile per tutti. Buona Domenica di pace a tutti voi.

  • Puccetti Maurizio Puccetti Maurizio, 23 Gennaio 2013 @ 13:03 Reply

    Cerchiamo davvero di essere dalla parte dei più poveri (in tutti i sensi), perchè a volte sembra impossibile questo? Ho l’impressione che siamo davvero in pochi a volere questo….. pur essendo cristiani!!!! Perchè?…….

  • Costanza, 3 Febbraio 2013 @ 21:13 Reply

    Ho sempre creduto che la fede avesse molto a che vedere … con il portafoglio.

    • michaela, 3 Febbraio 2013 @ 22:46 Reply

      Pourquoi?

  • Costanza, 5 Febbraio 2013 @ 06:01 Reply

    Perché la fede comporta in agire ad essa conforme, e l’azione non può prescindere in alcun modo dalla conduzione della vita economica individuale e della società. Il Primo testamento sottolinea l’importanza della giustizia, e arriva a stabilire un giubileo nel quale gli schiavi per debiti tornano liberi e le terre vengono ridistribuite. Non significa fare l’elemosina, ma compiere la giustizia. Don Chiavacci sintetizza così i due precetti generali: -1) non cercare di arricchirti 2) se hai, hai per dare.

  • Puccetti Maurizio Puccetti Maurizio, 5 Febbraio 2013 @ 10:41 Reply

    Grazie Costanza

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