Alberto Mello è un monaco di Bose che vive a Gerusalemme e si occupa di ebraicità nei vangeli. Leggendo un suo saggio (L’ebraicità di Gesù e dei Vangeli, EDB) trovo una teoria molto suggestiva. Fotografando la prima comunità abbiamo quattro protagonisti/modi di pensare l’annuncio: Pietro che, da ebreo osservante, fatica a superare l’interpretazione rigorista della Legge, Paolo che predica la libertà dalla legge per i pagani ma non per gli ebrei, Giacomo che propone una visione conservatrice nel rapporto col giudaismo e Giovanni che propone una posizione radicale di sostituzione della Legge.
Von Balthasar ne Il complesso antiromano schematizza queste quattro posizioni: Pietro/fede, Giovanni/amore, Giacomo/legge e Paolo/libertà. Guarda caso anche i vangeli sono quattro: Marco/Pietro, Luca/Paolo, Matteo ebreo radicale come Giacomo e Giovanni. Le quattro posizioni si ritrovano e sembrano rimandarsi a vicenda e integrarsi come dice sant’Ireneo, un unico vangelo in quattro forme.
Pensavo che la storia continua: la Chiesa vive fedele al Signore solo se non esaspera una delle posizioni ma le integra: ancora oggi c’è chi sottolinea la tradizione e chi l’innovazione, chi scivola nello spirituale misticheggiante e chi resta legato all’agire concreto. Mi sembra una splendida conferma di quanto vado ripetendo da tempo: la Chiesa è lunga larga e profonda e solo mantenendosi tale può essere fedele a Dio…
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