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Alberto Mello è un monaco di Bose che vive a Gerusalemme e si occupa di ebraicità nei vangeli. Leggendo un suo saggio (L’ebraicità di Gesù e dei Vangeli, EDB) trovo una teoria molto suggestiva. Fotografando la prima comunità abbiamo quattro protagonisti/modi di pensare l’annuncio: Pietro che, da ebreo osservante, fatica a superare l’interpretazione rigorista della Legge, Paolo che predica la libertà dalla legge per i pagani ma non per gli ebrei, Giacomo che propone una visione conservatrice nel rapporto col giudaismo e Giovanni che propone una posizione radicale di sostituzione della Legge.

Von Balthasar ne Il complesso antiromano schematizza queste quattro posizioni: Pietro/fede, Giovanni/amore, Giacomo/legge e Paolo/libertà. Guarda caso anche i vangeli sono quattro: Marco/Pietro, Luca/Paolo, Matteo ebreo radicale come Giacomo e Giovanni. Le quattro posizioni si ritrovano e sembrano rimandarsi a vicenda e integrarsi come dice sant’Ireneo, un unico vangelo in quattro forme.

Pensavo che la storia continua: la Chiesa vive fedele al Signore solo se non esaspera una delle posizioni ma le integra: ancora oggi c’è chi sottolinea la tradizione e chi l’innovazione, chi scivola nello spirituale misticheggiante e chi resta legato all’agire concreto. Mi sembra una splendida conferma di quanto vado ripetendo da tempo: la Chiesa è lunga larga e profonda e solo mantenendosi tale può essere fedele a Dio…

5 Comments

  • alba, 6 Dicembre 2012 @ 06:17 Reply

    Grazie Paolo!! Che bello ….l’unità nelle diversità!….ma quanto mi e ci è difficile “uscire ” dalla propria posizione per accogliere le altre …
    Linguaggi diversi per l’unico alfabeto del Vangelo: quello dell’Amore!!
    Buona giornata a tutti!

  • Leonardo, 8 Dicembre 2012 @ 09:42 Reply

    Grazie per questo tuo pensiero!

    Non sono molto addentro alla logica e al pensiero teologico, ma piuttosto mi esprimo portando avanti dei possibili dubbi.
    Eccomi qua! (in attesa anche di correzioni!)
    Qualcuno dice che la fede sia una continua ricerca. Dunque secondo questa interpretazione forse un continuo saliscendi più che il raggiungere stabilmente uno stato di perfetto equilibrio.

    In questa ottica, osservare dunque la magnificenza di Dio da più punti di vista ci consente di meglio avvicinarci a Lui.

    Inoltre mi capita di riflettere spesso sul perché Gesù non ci abbia lasciato Lui stesso qualcosa di scritto.
    Forse, mi dico, il motivo potrebbe essere che la nostra mente non è in grado di comprendere fino in fondo il significato della Verità. E che questa non può essere scritta o compresa, fino in fondo ma solo vissuta, nell’Amore, cercando di avvicinarsi il più possibile alla meta.

    Cosa ne pensi?

    • Paolo, 8 Dicembre 2012 @ 15:57 Reply

      Difficile ragionare con i “se”! Condivido però il fatto che Dio voglia un approccio da più punti di vista al mistero della sua presenza

  • angelo, 8 Dicembre 2012 @ 19:26 Reply

    Innovazione nella tradizione, restando sempre radicati ad un’unica verità: Cristo; azione nella spiritualità, agire (non strafare) con i piedi per terra restando sempre ancorati alla verità “il Vangelo di Cristo” e con gli occhi rivolti sempre al Cielo.
    I quattro Vangeli sono scritti da quatro persone diverse; diverse nella cultura, nei pensieri, nella personalità; diverse nel dire e diverse nel fare, ma con un unico intento, far conoscere e amare la Verità: Cristo.
    Ciascuno di noi esprime il proprio pensiero, la propria verità in maniera diversa rispetto all’altro; c’è chi ha bisogno di molte parole, c’è chi invece ha il dono della sintesi; chi è ricercato nei vocaboli, chi invece usa parole semplici; nessuno è migliore o peggiore, siamo solo diversi; ma la cosa essenziale è che ciascuno di noi vuol giungere ad un unico punto: “Cristo Gesù e la Sua Verità”.

  • michaela, 9 Dicembre 2012 @ 10:19 Reply

    Se vogliamo, Gesù stesso è innovativo pur restando ancorato alla tradizione, alla legge antica; anzi Egli è venuto, non per abolire la legge, ma per completarla.
    Se vogliamo Gesù stesso è uomo, vero uomo, ma nello stesso tempo, oltre che Dio, Spirituale e mistico.
    Per essere come Lui, anche noi, così come hanno fatto gli Uomini dei Vangeli, dovremmo mettere a frutto, amalgamandole bene, tutte le nostre conoscenze e capacità per essere, si, individuali, ma uniti e indivisibili.
    E’ un pò come essere Chiesa: “molte membra, un unico corpo”.

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